Ocasio-Cortez e Bernie Sanders nel Bronx per la sfida più costosa d'America: «È in gioco la nostra anima»

dall'inviato a New YorkAndrea Marinelli

Il deputato in carica Jamaal Bowman, che ha criticato Biden su Gaza e chiesto un cessate il fuoco poco dopo il 7 ottobre, è sfidato dal centrista George Latimer, finanziato dai gruppi filoisraeliani e in vantaggio

Ocasio-Cortez e Bernie Sanders in campo nel Bronx, dove i democratici si giocano l'anima del partito

Jamaal Bowman, Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez nel Bronx (foto Afp)

dal nostro inviato
NEW YORK — Bernie Sanders l’ha definita l’elezione più importante della storia moderna, e non per i candidati che il 25 giugno si contenderanno un seggio in Congresso per rappresentare il 16esimo distretto di New York, quanto perché qua nel Bronx si combatte una primaria per definire l’anima del partito democratico, la più costosa mai vista in America con 23 milioni di dollari investiti in pubblicità. 

Da un lato c’è il deputato in carica Jamaal Bowman, 48 anni, ex preside di scuola media, arrivato a Washington nel 2020 con la spinta dei giovani e unitosi alle istanze della «Squad», i 9 deputati che premono da sinistra sul partito democratico. Si definisce «anti povertà e anti razzismo», sostiene la riforma della giustizia criminale e l’assistenza sanitaria per tutti, si batte per il Green New Deal, ma sono state le critiche all’amministrazione Biden su Gaza, e la richiesta di un cessate il fuoco arrivata pochi giorni dopo il 7 ottobre, a mettere in pericolo il suo seggio. 

A strapparglielo ci sta provando George Latimer, 70 anni, una lunga esperienza nella politica locale e statale, con posizioni più moderate e un elettorato che si autodefinisce «boomer». Ha fatto qualche errore, è stato accusato di razzismo, ma è avanti nei sondaggi, spinto dall’establishment del partito, ma soprattutto dai gruppi filoisraeliani affiliati all’Aipac, l’American Israel Public Affairs Committee, che sulla sua campagna elettorale hanno riversato 14,5 milioni di dollari trasformando quella per il 16esimo distretto di New York, che dal Bronx si estende a nordest fino ai sobborghi benestanti della contea di Westchester, nella primaria più economicamente dispendiosa di tutti i tempi. 

«Questi soldi si spendono per eleggere il governatore di un grande Stato», urla al pubblico la deputata Alexandria Ocasio-Cortez, la stella rossa del partito democratico arrivata nel parco di St. Mary, nel Bronx, per «guardare le spalle a Jamaal», per impedire che «i soldi di Wall Street, dei miliardari che hanno eletto Donald Trump si comprino il nostro quartiere». La deputata della Squad, il cui padre è nato a due isolati da qua, è salita sul palco all’improvviso come una scarica di elettricità, saltando e agitando le braccia a ritmo di rap, nel tripudio della gente che ha sfidato la cappa di calore che sta soffocando la costa est degli Stati Uniti per vedere lei e il senatore del Vermont Bernie Sanders, ma soprattutto per sostenere Jamaal Bowman e dimostrare che il Bronx non è in vendita

«C’è una ragione se la più giovane donna mai eletta in Congresso era una cameriera portoricana e se ce l’ha mandata questo quartiere», dice Aoc, come la incita il pubblico scandendo le sue iniziali. «C’è una ragione se questo quartiere ha mandato Jamaal Bowman in Congresso. E martedì lo difenderemo. Perché noi siamo fatti diversamente». Ad applaudirla — mentre in lontananza si sentono cori e tamburi provenire da un gruppo con una grande bandiera palestinese — ci sono anziane signore con la kefiah sulla testa, ragazze che la usano per avvolgere le spalle, studenti con una t-shirt nera e la scritta «ebrei per Jamaal», un ragazzo con la maglietta della Roma arrivato qua per «combattere la crisi climatica», i Democratic Socialist of America, dalle cui fila sono usciti quasi tutti i membri della Squad. 

E poi ci sono i sindacati, quelli che mobilitano le comunità, che bussano alle porte, che rispondono con entusiasmo quando Ocasio-Cortez fa il classico appello iniziale. Fra loro spiccano gli uomini di Teamsters, la «union» che rappresenta 1,3 milioni di persone in America, dai fattorini di Ups fino a poliziotti e lavoratori del cinema, il cui presidente ha appena annunciato che andrà alla convention repubblicana di Trump a Milwaukee. «Abbiamo sentito», ci dicono scuotendo la testa. «Ed è per questo che noi siamo qua». 

Ocasio-Cortez chiede di votare per fermare i miliardari a cui del Bronx non importa niente, vuole il cessate il fuoco, dice che «le armi con cui viene rasa al suolo Gaza è pagata che non vengono spesi per la nostra salute», minaccia di prendere «a calci nel sedere» le lobby di Wall Street, ricorda che quando suo padre era piccolo «il Bronx bruciava», e bruciava per le scelte dei poteri forti. «Bowman è sotto attacco», prosegue. «Non solo dell’Aipac. È sfidato dal razzismo, dall’avarizia, dalla corruzione politica. Lo vogliono fare fuori perché non è comprabile», aggiunge, presentando il suo «amico Jamaal» che entra rappando e appellandosi al South Bronx. 

«Sono il deputato di questo impero», urla agitando uno sgabello sopra la testa. «L’Aipac sta inseguendo me, la mia famiglia, i miei figli. Non devo rispondere? Gli faremo vedere chi siamo. Hanno paura, è per questo che spendono tutti questi soldi». E poi torna a chiedere un cessate il fuoco immediato a Gaza. «Non staremo zitti mentre le armi americane uccidono donne e bambini. Basta con il genocidio, questa corsa è per la bellezza dell’umanità e non possiamo permettere all’Aipac o a nessun altro di prendersela. Andiamo a bussare alle porte, anche Bernie è pronto». 

Sul palco sale allora, ingobbito, il senatore Sanders, l’uomo che partendo dagli ambienti radicali del Vermont era arrivato a un passo dallo sconfiggere Hillary Clinton alle primarie presidenziali del 2016, accolto come un eroe della sinistra. «Vi ringrazio», dice, «perché avete eletto alcuni dei migliori deputati del Congresso. Questa sfida non è fra Jamaal e il signor Latimer, ma riguarda tutti noi, perché non possiamo permettere ai miliardari di controllare il mondo». 

Quando finisce il suo discorso, dopo aver ribadito che «Israele ha diritto di difendersi ma quello che sta succedendo a Gaza è inaccettabile», viene travolto dall’abbraccio del pubblico, che lo cerca più di Ocasio. Insieme, tutti e tre, partono verso Yonkers, poco più a nord, per un altro comizio. Fuori ci sono i pullman che aspettano i volontari della campagna elettorale, ma i tamburi che prima si sentivano in lontananza ora sono più forti, i cori scanditi. Accusano Sanders, Ocasio-Cortez e Bowman di essere «sionisti scesi a patti con Biden».

22 giugno 2024 ( modifica il 22 giugno 2024 | 23:50)

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