Meloni alla convention di Vox. Le Pen: “Tra di noi ci sono punti in comune”

A Madrid s’è fatta l’Europa. Di destra. Un messaggio comune corre tra le varie anime, presenti rappresentanti dei gruppi europei dei conservatori (Ecr) e di Identità e democrazia, che hanno calcato il palco di “Europa Viva 24”, la convention dell’ultradestra ospitata da Santiago Abascal e dal suo partito Vox: nonostante le differenze, la destra confluisce. Tra tutti a fare più clamore è l’avvicinamento tra Giorgia Meloni e Marine Le Pen che oggi si sono incrociate soltanto virtualmente ma che guardano a un cammino comune. Lo conferma la leader del Rassemblement National Marine. “Ci sono punti in comune”. E poi aggiunge. "Non è questione di persone ma di libertà, Meloni e Salvini hanno a cuore la libertà. Non c'è dubbio che ci siano delle convergenze per la libertà dei popoli che vivono in Europa". Poi tocca a Giorgia Meloni che non ha mandato un video messaggio ma ha preteso una diretta per sentire l’arena. Parla in spagnolo: “Buongiorno patrioti”. Saluta gli invitati internazionali ma soprattutto ai militanti e ai giovani, ricorda l’importanza dei valori conservatori e spiega: “L’Europa può cambiare identità”. E poi aggiunge: “Quando la storia chiama la gente come noi non retrocede”.

Meloni

La premier italiana racconta degli esordi e del cammino comune iniziato con Abascal. “Ci dicevano che volevamo distruggere l’Europa e mentre loro sfruttavano le loro certezze tranquillizzanti noi abbiamo guadagnato credibilità e spazio. E siamo ancora qui, Fratelli d’Italia è il primo partito in Italia”. E ricorda di essere il primo presidente del governo di destra d’Italia.

Più tardi spiega che tutti insieme possono costruire una Unione Europea differente, "migliore”, perché il continente “è in declino”, dice in video mentre in prima fila Le Pen la ascolta con attenzione. E ancora: le elezioni dell’8 e il 9 giugno saranno "decisive": "Un cambio in Europa è possibile se i conservatori europei saranno uniti. Siamo il motore del rinascimento del nostro continente".

Poi affronta le politiche migratorie “che solo possono essere regolari”. “Già ora in Italia abbiamo un 62% in meno rispetto all’anno scorso, pensate cosa possiamo fare nel prossimo Parlamento europeo”. Nel suo discorso, con tanto di bandiera italiana alle sue spalle e notifica che irrompe nella diretta, c’è spazio anche per le tematiche green e strizza l’occhio sia al mondo degli agricoltori che al tema della natalità. “Siamo conservatori ma la differenza tra noi e loro è che noi vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro, non c’è sostenibilità ambientale senza l’attività umana. Siamo arrivati al punto che ci dicono di non fare figli perché inquinano”. Attacca la maternità surrogata e lo sfruttamento dei corpi delle donne povere, parla della legge di FdI per rendere un reato l’utero in affitto.

Le Pen

Meloni predne la parola dopo Marine Le Pen, vestita di bianco: “L’Europa ha bisogno delle nostre forze unite”, dice dal palco con la platea in piedi. “So di poter contare su Vox per far rivivere l’Europa. La vera Europa, quella della libertà e dei popoli, quella della sovranità e degli Stati, quella delle identità e delle Nazioni ha bisogno delle nostre forze riunite. L’amicizia e la fraternità tra i nostri due partiti è fondamentale. Siamo tutti insieme verso il 9 giugno”. Le Pen affronta il tema dell’immigrazione, dell’islamismo, del wokismo ma soprattutto attacca l’Unione Europea. “Noi siamo i difensori dell'Europa, loro i distruttori”, e loro sono Macron e Von der Leyen.

Bandiere rosso oro e “Que viva España”

Poco prima, dall’alto, Santiago Abascal, il presidente di Vox che oggi ospita il meeting dell’ultradestra internazionale, aveva salutato dall’alto i 30mila del Palacio di Vistaalegre a Madrid e in migliaia hanno seguito anche le dirette online. Si siedono vicini, in prima fila: in mattinata avevano avuto un incontro privato. Bandiere rosse oro, ma anche tante argentine e addirittura una cubana, clima da stadio o meglio da corrida, cantano “Que viva España” di Manolo Escobar, e agitano i drappi come si fa per salutare i toreri. Ogni volta che si pronuncia il nome Pedro Sánchez si sentono soltanto fischi.

I trumpiani

Quando sale sul palco Abascal l’arena esplode di applausi. Iniziano i suoi, José Antonio Ortega Laga, il fondatore di Vox sequestrato dall’Eta, il tema è unico: siamo diversi dagli altri, noi risolveremo i problemi. Poi arriva dagli Usa il repubblicano Roger Severino, parla subito di Trump e di come la legge può accusare un innocente di un delitto che non esiste. Denuncia le violenze e l’antisemitismo, l’ideologia gender ma poi ricorda “Dio non fa errori”. Applausi.

La crociata trumpiana verso la Casa Bianca passa anche da qui. E poi la promessa: “Trump tornerà per finire quello che ha iniziato”. Poi Matt e Mercedes Schlapp, della Conservative Political Action Conference, ricordano il Maga e invitano a tenere le mani lontane da bambini e libertà. “Viva Spagna, Viva gli Stati Uniti, Viva Israele”, grida lei, e il pubblico risponde “Viva”. Tutti in piedi quando invoca: “Basta comunismo”.

Kast, Ventura e Chikli

José Antonio Kast, fondatore del partito repubblicano cileno, ricorda gli esordi Vox e del giovane Abascal che munito di megafono ha portato la voce della destra fino in Sudamerica e poi ringrazia gli amici Milei e Meloni per aver aperto la strada.

Poi arriva il presidente portoghese di Chega André Ventura. “Qui tra di noi oggi ci sono tanti leader dell’Europa e del mondo del futuro. Qui c’è il prossimo presidente di Spagna, Abascal, e la prossima presidente della Repubblica francese Le Pen, e poi io, il prossimo premier portoghese”. E poi ricorda: “Non siamo la destra radicale, siamo gli unici difensori della libertà in Europa. Fondiamo le nostre forze, l’Europa è nostra”. È lui, tra l’entusiasmo della sala, a introdurre uno dei temi più caldi per il pubblico della convention: l’immigrazione. “Dobbiamo bloccare gli islamisti”. E poi ancora l’attacco di temi queer. “Un uomo è un uomo e una donna è una donna”.

A seguire parla il candidato Vox alla presidenza del Parlamento Europeo Jorge Buxadé e si concentra sul concetto di “popolo europeo della destra” che poi è il grande tema della convention ovvero la costruzione di una destra trasversale che metti i valori della destra a servizio dell’Europa.

Da Israele è arrivato sul palco di Madrid anche Amichai Chikli, ministro della Diaspora e della lotta all’antisemitismo. Affronta il tema della guerra contro Hamas, delle violenze subite dalle donne prese in ostaggio. Legge il testo della telefonata di un miliziano di Hamas del 7 ottobre: “Papà ho ucciso gli ebrei”. Poi l’attacco a Sánchez che “pensa che i palestinesi debbano essere premiati per il loro massacro e il loro stato riconosciuto”.