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Gli elefanti «si chiamano per nome», come le persone: lo studio in Kenya
LA VERIFICA SUL CAMPO
Gli elefanti sarebbero in grado di emettere dei vocalizzi personalizzati che non sarebbero la semplice imitazione di quelli prodotti dall'animale destinatario (come fanno pappagalli e delfini), ma vere e proprie «etichette vocali» simili a nomi che potrebbero suggerire la capacità di elaborare pensieri astratti. La ricerca «ci dice qualcosa sulle capacità cognitive degli elefanti perché sono sostanzialmente in grado di inventare nomi precisi, gli uni per gli altri. Ciò implica una certa capacità di pensiero astratto: devono essere in grado di apprendere questo suono arbitrario e associarlo ad altri individui e essenzialmente chiamarsi per nome», ha chiarito alla Cnn Mickey Pardo, autore principale dello studio e comportamentista animale presso la Cornell University di New York. Un sistema di comunicazione utilizzato, in particolare, quando gli animali si trovano separati, devono avvertire di un pericolo o richiamare l'attenzione dei cuccioli (come accade anche tra noi umani, ndr). I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo quattro anni di studi, di cui 14 mesi di intenso lavoro sul campo in Kenya, nella riserva nazionale di Samburu - sul fiume Uaso Nyiro, a circa 350 chilometri a nord di Nairobi - e nel parco nazionale di Amboseli, un'area naturale protetta istituita nel 1974, a circa 240 chilometri a sud di Nairobi. In totale sono stati registrati 470 vocalizzi emessi da 101 esemplari e diretti a 117 destinatari. Un grande database utilizzato per affinare una nuova tecnica di analisi che permette di individuare le piccole differenze esistenti nella struttura dei vocalizzi degli elefanti e, grazie all'intelligenza artificiale, riconoscere anche l'esemplare a cui si riferisce ciascun verso partendo dalle sue caratteristiche acustiche.
Gli elefanti sarebbero in grado di emettere dei vocalizzi personalizzati che non sarebbero la semplice imitazione di quelli prodotti dall'animale destinatario (come fanno pappagalli e delfini), ma vere e proprie «etichette vocali» simili a nomi che potrebbero suggerire la capacità di elaborare pensieri astratti. La ricerca «ci dice qualcosa sulle capacità cognitive degli elefanti perché sono sostanzialmente in grado di inventare nomi precisi, gli uni per gli altri. Ciò implica una certa capacità di pensiero astratto: devono essere in grado di apprendere questo suono arbitrario e associarlo ad altri individui e essenzialmente chiamarsi per nome», ha chiarito alla Cnn Mickey Pardo, autore principale dello studio e comportamentista animale presso la Cornell University di New York. Un sistema di comunicazione utilizzato, in particolare, quando gli animali si trovano separati, devono avvertire di un pericolo o richiamare l'attenzione dei cuccioli (come accade anche tra noi umani, ndr). I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo quattro anni di studi, di cui 14 mesi di intenso lavoro sul campo in Kenya, nella riserva nazionale di Samburu - sul fiume Uaso Nyiro, a circa 350 chilometri a nord di Nairobi - e nel parco nazionale di Amboseli, un'area naturale protetta istituita nel 1974, a circa 240 chilometri a sud di Nairobi. In totale sono stati registrati 470 vocalizzi emessi da 101 esemplari e diretti a 117 destinatari. Un grande database utilizzato per affinare una nuova tecnica di analisi che permette di individuare le piccole differenze esistenti nella struttura dei vocalizzi degli elefanti e, grazie all'intelligenza artificiale, riconoscere anche l'esemplare a cui si riferisce ciascun verso partendo dalle sue caratteristiche acustiche.