Ecr terzo gruppo al Parlamento Ue I polacchi del Pis restano con FdI
In Sicilia il summit dei Conservatori. Il meloniano Procaccini confermato presidente
I Conservatori e riformisti (Ecr) si confermano il terzo gruppo al Parlamento europeo, con 84 deputati, dietro a Popolari (188) e Socialisti (136). Ieri nella riunione costitutiva, che si è svolta a Brucoli, in provincia di Siracusa, i polacchi di Diritto e Giustizia (Pis) hanno deciso di rimanere, dopo che nei giorni scorsi l’ex premier Morawiecki aveva detto di stare valutando l’abbandono, attirato dal gruppo dei Patrioti che sta cercando di creare il premier ungherese Orbán. Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia è stato nominato presidente (lo era anche nella precedente legislatura) insieme al polacco Joachim Stanislaw Brudzinski, che prende il posto di Ryszard Legutko.
Nell’Ecr siedono tra gli altri l’Ods, partito del premier ceco Petr Fiala, la Nuova alleanza fiamminga (N-Va), lo spagnolo Vox, i Democratici svedesi, ma le delegazioni più numerose sono Fratelli d’Italia con 24 deputati e il Pis con 20. È entrato ieri un nuovo eurodeputato: Jaak Madison del Partito popolare estone conservatore (Ekre). «Le elezioni europee del 2024 hanno dimostrato che gli elettori vogliono un’Unione europea come era stata concepita in origine», ha commentato Procaccini, aggiungendo che il gruppo si batterà per«un’Unione che rispetti i valori fondanti dell’Europa, come la famiglia tradizionale, insieme ai principi che hanno storicamente plasmato l’Europa e la nostra identità, fondati sulle tradizioni ellenistiche, romane e cristiane». Questo vuol dire che FdI sosterrà von der Leyen per il bis? È ancora troppo presto per dirlo, proseguono i negoziati. Intanto ora l’Ecr potrebbe reclamare due vicepresidenze del Parlamento e posti di vertice nelle commissioni in base al metodo d’Hondt, la formula matematica che viene usata per la ripartizione di seggi e posti di vertice nei sistemi proporzionali. Tutti gli incarichi però passano da un’elezione quindi non è automatica l’assegnazione, il gruppo dovrà candidare deputati che potranno raccogliere il voto degli altri gruppi. Nella seconda metà della scorsa legislatura l’Ecr era riuscito a far eleggere un vicepresidente: il lettone Robert Zile. Nei primi due anni e mezzo, invece, era stato applicato il «cordone sanitario» anche all’Ecr oltre che al gruppo di Id, di cui fanno parte la Lega, il Rassemblement national di Le Pen e l’AfD prima di essere espulso.
Il Ppe tifava per un addio del Pis, che rappresenta per diverse delegazioni popolari, a cominciare da quella polacca, un problema per il dialogo con l’Ecr. Quando Morawiecki era al potere non esitò a mettere in discussione lo Stato di diritto e la supremazia del diritto Ue. La prossima settimana i gruppi discuteranno se riapplicare il «cordone sanitario» e a chi. C’è chi osserva che è difficile escludere partiti democratici come l’Ods (ma ha solo 3 deputati), dopo che il premier Fiala ha votato a favore dei top job. Si pone anche un altro problema: i voti della maggioranza — Ppe, S&D e Renew — non basteranno ai commissari designati per superare le audizioni, servono i due terzi dei membri delle commissioni parlamentari interessate. Prima però von der Leyen deve essere rieletta presidente della Commissione Ue dalla plenaria di Strasburgo. Ha bisogno di 361 voti e i partiti stanno stilando le loro richieste, la prossima settimana metteranno a punto il programma.
La newsletter Diario Politico
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter "Diario Politico". E' dedicata agli abbonati al Corriere della Sera e arriva due volte alla settimana alle 12. Basta cliccare qui.