
“Tranquillo, timido, educatissimo”. Chi era Alexandru Ivan, ucciso a 14 anni: la passione per il calcio, la scuola e l’amore per la cagnolina Kendra
La passione per il calcio, l'amore per la famiglia e per la sua cagnolina Kendra. Alexandru Ivan, colpito a morte nel parcheggio della metro Pantano a Monte Compatri dopo la rissa in un bar mentre era con il suo patrigno, era nato in Italia da genitori romeni. Da due anni era venuto a vivere alla borgata Finocchio, alla periferia est di Roma. Frequentava la terza media alla scuola Domenico Savio e sognava . "Mai potevo immaginare una cosa del genere. Mai una volta. Alex un ragazzo tranquillo timido. Educatissimo. L'ho visto poche ore prima che fosse ucciso. Era sul muretto con gli amici. Mi ha sorriso. E poi è successa questa cosa".

Alexandru si divertiva a giocare a calcio con i suoi amici nel piccolo cortile di casa. Fuori dalla porta il suo Super santos mezzo sgonfio, mentre sulle finestre di casa, coperte dalla carta argentata, ci sono i giocattoli della sua infanzia che aveva tramandato alla sorella: un autotreno Hot wheels e la fattoria degli animali. "Non era un ragazzo che faceva casino - ricorda una donna che gli abita di fronte - spesso giocava con altri ragazzi romeni, erano tutti tranquilli. Non ci sono mai stati problemi". Spesso Alexandru portava fuori il piccolo cane di famiglia, Kendra, che per tutta la mattina è rimasta ad abbaiare sola alla porta.
In casa viveva con la sorella, la madre e il suo nuovo compagno, Tiberio Maciuca, che lo trattava come fosse suo figlio. Maciuca, che lavora come traslocatore, in passato avrebbe avuto numerose discussioni con i vicini di casa. Liti per il parcheggio che a volte si erano concluse con brutte sfuriate dell'uomo. "Alex ieri sera era con lui, erano andati a comprare da bere per il compleanno della madre e lì nel bar c'è stata la prima aggressione per uno sguardo", ricorda Ionut, suo zio acquisito, che a fatica trattiene le lacrime mentre si avvicina verso la casa. Insieme a lui c'è la sorella Ana che sul telefono custodisce le foto dell'ultimo compleanno di Alex. Le osserva in continuazione mentre piange. In una Alex ha gli occhi chiusi mentre soffia le candeline della torta che tiene in mano. Gli anni sono 14 per questo il dolore è incolmabile: "era un ragazzo d'oro - aggiunge Ana - non si può morire in questo modo. Sparare a un ragazzino che non c'entra nulla. Sono delle bestie".