John Travolta a Sanremo. L’annuncio di Amadeus: “Ha fatto ballare intere generazioni”
L’indimenticabile Tony Manero, il leggendario Danny Zucco è l’asso nella manica di Amadeus. Incassata con eleganza la delusione del mancato invito a Jannik Sinner il direttore artistico cala una nuova carta: ci sarà John Travolta nella sua ultima edizione (per ora) del festival di Sanremo.
Amadeus lo ha annunciato al TG1 con un video dalla galleria dell’Ariston. Dopo Russell Crowe che verrà a suonare con la sua band anche la grande star hollywoodiana. “Mercoledì 7 febbraio tra gli ospiti ci sarà un attore che ha fatto ballare intere generazioni: John Travolta al festival di Sanremo!” ha annunciato con il solito entusiasmo.
Pulp Fiction, il twist di Uma Thurman e John Travolta sulle note di Chuck Berry

"Sicuramente è il pubblico quello che mi ha aiutato e che mi ha consentito di essere sempre diverso: chi avrebbe potuto immaginare di vestire i panni di una donna, di interpretare il presidente degli Stati Uniti o un cinico avvocato? – aveva detto Travolta in una delle sue ultime “vacanze romane”, quando era stato ospite della Festa di Roma nel 2019 – Non mi sono mai pentito di essere solo un interprete piuttosto che un creatore, di essere la musa per qualcun altro".
La febbre del sabato sera, all'asta il completo bianco di Tony Manero indossato da John Travolta

Settant’anni tra pochissimi giorni (li compie il 18 febbraio), John Travolta ha attraversato il cinema americano. Fin dall’exploit giovanissimo a Broadway dove ha debuttato con la versione teatrale di Grease che lo porta in giro per tutti gli Stati Uniti, il ballo è quello che lo ha fatto trionfare. I primi ruoli cinematografici sono in Carrie – Lo sguardo di Satana di Brian De Palma e ne Il maligno di Robert Fuest, poi arriva il successo internazionale de La febbre del sabato sera e lui con quella camminata eccezionale, con quel piano sequenza entrato nella storia del cinema del commesso italo americano Tony Manero che vive soltanto per andare a ballare il fine settimana conquista il mondo. Una candidatura all’Oscar e il primato di icona mondiale della disco dance.
Una carriera importante più di sessanta film, l’incontro con Quentin Tarantino che nel 1994 lo vuole nel suo Pulp fiction. “Il viaggio cinematograficamente più interessante che ho fatto è stato quel film – ha raccontato Travolta – Quentin era un giovane cineasta con una visione ispirato da grandi maestri. Per un attore è stato interessante osservare il suo lavoro, seguire i suoi consigli. Mi ha spinto ad essere più libero nella mia interpretazione, a volte mi sono chiesto dove stavamo andando ma quando ho visto il film completo ne ho capito assolutamente il senso”.
Travolta è già stato all'Ariston nel 2006, al festival condotto da Giorgio Panariello con Ilary Blasi e Victoria Cabello, che ebbe il compito di intervistare il superospite. Nel corso dell'intervista l'attrice lamentò un fastidio ai piedi e Travolta si offrì di massaggiarglieli: un'immagine finita negli annali del festival. Di origini italiane di cui è orgoglioso Travolta ha detto: “Mio nonno è arrivato dalla Sicilia nel 1902, mia nonna da Napoli quattro anni dopo. È bello far parte della vecchia Hollywood e di film senza tempo come Pulp Fiction, man film come La strada di Fellini puoi vederne non più di uno in ogni decennio”.