Zelensky a Davos: «Trump? Un uomo solo non può cambiare gli Stati Uniti»

di Federico Fubini

Il leader ucraino sul possibile ritorno alla Casa Bianca dell’ex presidente: �Se bloccasse gli aiuti e permettesse a Putin di attraversare il nostro Paese, pensa che poi la Russia si fermerebbe?�


Zelensky a Davos: «Trump? Un uomo solo non può cambiare gli Stati Uniti»

Il presidente ucraino a Davos (Afp)

DAL NOSTRO INVIATO
DAVOS — Ha avuto dalla platea di Davos una standing ovation, prolungata. � riuscito a rispolverare per fugaci momenti anche il suo humour surrealista di quando era un comico di professione, come quando ha detto: �� strano, sto parlando in inglese ma mi torna in cuffia la traduzione in ucraino�. Ma Volodymyr Zelensky sta attraversando il suo momento pi� difficile e al World Economic Forum si � percepito, non fosse perch� lui stesso sente il bisogno di trattenersi per molti giorni fra le montagne svizzere a spiegare ai leader pubblici e privati, cercare di convincere, indicare una prospettiva agli occidentali che lo sostengono.

Il principale fattore di insicurezza che insegue il leader ucraino a Davos ha il nome dell’uomo pi� importante del World Economic Forum del 2024, colui del quale tutti parlano anche se quest’anno non c’�: Donald Trump. Zelensky compare davanti a un ristretto gruppo di testate internazionali, fra le quali il Corriere per l’Italia, quasi solo per fare i conti con il fantasma del candidato repubblicano alla Casa Bianca.

Trump non ha mai nascosto la sua ambigua simpatia per il presidente russo Vladimir Putin n� la sua antipatia per Zelensky, dopo che questi nel 2020 rifiut� di fornirgli presunte �prove� contro Joe Biden per i traffici in Ucraina del figlio Hunter. N� Trump ha mai nascosto di essere tentato di spegnere la capacit� di Kiev di combattere, bloccando gli aiuti: esattamente ci� che i repubblicani al Congresso stanno facendo.

Domande su Donald

Quando al presidente ucraino chiedono che tipo di relazione avrebbe con Trump alla Casa Bianca, lui esita. �Questa � una scelta degli americani e l’Ucraina lavorer� con il presidente che verr� eletto�, dice. Ma aggiunge: �Le voci radicali del partito repubblicano americano creano tensioni nella societ� ucraina. Alla gente nel mio Paese ogni parola pu� far male, ogni manifestazione di scetticismo � percepita dolorosamente. Alcune delle voci radicali impauriscono gli ucraini e spero che siano isolate. Ma sar� onesto: noi rispettiamo il popolo americano e credo che un solo uomo non possa cambiare il Paese�.

Che nel pronunciare questa frase Zelensky pensi a Trump, lo rende chiaro lui stesso subito dopo. Succede quando gli chiedono come proverebbe a convincere Trump ad aiutare l’Ucraina, quasi che ormai il suo ritorno alla Casa Bianca fosse inevitabile. Anche qui Zelensky prova a scherzare, ma in realt� esita di nuovo. Poi si lancia in una requisitoria:

Trump ha detto che pu� fermare la guerra sedendo con me e con Putin. E che se Putin non si ferma, darebbe pi� armi all’Ucraina, ma se l’Ucraina non si ferma, fermerebbe il sostegno a noi. Se Trump non ci sostiene perch� non siamo d’accordo nel cedere i nostri territori (alla Russia, ndr) o per qualche altro motivo e Trump ferma gli aiuti, Putin ci occupa dopo qualche tempo. Cosa farebbe allora Trump, se l’Ucraina viene occupata e Putin minaccia qualche Paese della Nato? Se si permette a Putin di attraversare l’Ucraina, pensa che poi la Russia si fermerebbe? Cazzate�, dice Zelensky. E conclude: �Se tutto questo succedesse, si sarebbe perso il pi� forte esercito d’Europa e il pi� capace di fermare la Russia. Mio padre mi diceva sempre: pensa e poi parla�.

Del resto il leader ucraino poco prima aveva affermato di credere che una guerra contro la Nato, attaccando un Paese dell’alleanza dopo un’ipotetica vittoria sull’Ucraina, �� ci� che Putin vuole�.

Mani avanti

Resta per� che il ruolo di Zelensky a Davos � difficilissimo. Lui per primo sa di arrivarci dopo un fallimento della controffensiva che � costato agli ucraini un vasto tributo di sangue. Per questo teme che gli venga imposto dagli alleati di negoziare un cessate il fuoco. E mette le mani avanti: �I conflitti congelati riesplodono sempre dopo qualche anno�, dice il presidente ucraino nella sessione pubblica a Davos.

Che lui stesso si senta sotto accusa o almeno a mani vuote, lo si intuisce quando cerca di spostare parte della responsabilit� sulle esitazioni degli occidentali: �Quando chiedevamo certe armi, ci hanno detto “non fate escalation, non fate escalation”. A causa di quel “non fate escalation” quante opportunit�, quanto tempo, quante vite si sono perse?

In parte ha probabilmente ragione, ma neanche il fatto di averla aiuta Zelensky a eludere il dilemma dei prossimi mesi: la popolazione ucraina avr� sempre pi� bisogno di capire a cosa serve la sua sofferenza e quale sia un piano realistico per uscire dalla guerra. Il leader ucraino a Davos propone un �vertice per la pace� nei prossimi mesi. �Riuniremo fino a oltre 80 Paesi e faremo un documento molto completo sulla base della Carta delle Nazioni Unite. Poi vedremo come risponder� Putin o chi per lui�, dice Zelensky.

Resta solo da capire la questione pi� bruciante, attorno alla quale la societ� ucraina ha gi� iniziato a discutere e dividersi: davvero ha ancora senso puntare tutto sul recupero dei confini del 1991?


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17 gennaio 2024 (modifica il 17 gennaio 2024 | 09:50)

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