Quasi un diplomato su due, se potesse tornare indietro, cambierebbe scuola. Alla luce del primo impatto con il mondo del lavoro e con l’universit�, circa un giovane su cinque si � reso conto di non essere abbastanza preparato e, quel che � peggio, uno su tre ammette di aver capito (troppo tardi) che avrebbe voluto proprio fare altro, studiare materie diverse da quelle che si facevano nella sua scuola. Come a dire: al diploma ci sono arrivato, ma quella non era la mia vocazione. Un dato che � costante negli anni e denuncia una condizione di frustrazione terribile per chi dovrebbe avere ancora tutta la vita davanti per realizzarsi nel lavoro e invece, gi� a vent’anni, si rende conto di aver imboccato la strada sbagliata. E invece questo � quanto emerge dal XXI Profilo dei diplomati presentato gioved� 29 febbraio da AlmaDiploma. Il rapporto conferma anche un’altra tradizione tutta italiana che le attivit� di orientamento non sono riuscite a scalfire: il 57,6 per cento degli studenti intervistati, cio� quasi tre su cinque, tutti maggiorenni, hanno ammesso che per scegliere la facolt� � stato determinante il consiglio (o la spinta) dei genitori.
AlmaDiploma, quasi un diplomato su due è pentito della scuola scelta. E l’università la scelgono i genitori
Alla vigilia della Maturit� soltanto il 53,1 per cento � soddisfatto, anche se dopo un anno la percentuale aumenta un po’. Gli altri vorrebbero studi che preparino meglio all’universit� o al mondo del lavoro. E nella scelta del percorso, per due su cinque conta il parere dei genitori pi� dell’orientamento della scuola

Tornare indietro
Se tornassero ai tempi dell’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado solo il 53, 1 per cento dei giovani che si sono diplomati l’estate scorsa si iscriverebbe allo stesso indirizzo. Una percentuale in calo rispetto a quella dell’anno prima, quando i diplomati soddisfatti della scelta erano il 55,6 per cento. Fra gli insoddisfatti, che sono il 46,9 per cento, quasi uno su due, l’11,5 per cento cambierebbe scuola ma non indirizzo, l’8,8 per cento sceglierebbe un diverso indirizzo nella stessa scuola, il 23,6 per cento cambierebbe sia scuola sia indirizzo. A un anno dal diploma aumenta la quota di diplomati che si dicono convinti degli studi intrapresi (sfiora il 60 per cento) ma aumentano anche quelli che si sono pentiti sia della scuola che dell’indirizzo (24,3 per cento), contro un 8,4 per cento che cambierebbe solo la scuola e un 7,5 che cambierebbe solo indirizzo. Le principali motivazioni del desiderio di cambiare sono: studiare materie diverse (32,9 per cento), compiere studi pi� adatti alla preparazione universitaria (20,8 per cento), fare studi che preparino meglio al mondo del lavoro (18,1 per cento).
L’orientamento
Questi risultati - notano gli esperti di AlmaDiploma - confermano l’importanza delle attivit� di orientamento gi� a partire dalle medie, in modo da poter fare una scelta consapevole del percorso scolastico successivo. Mentre, almeno per il momento, i nuovi docenti orientatori e tutor voluti dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara - circa 40 mila insegnanti formati con un corso lampo online di 20 ore - saranno a disposizione solo degli studenti degli ultimi tre anni delle superiori, per facilitarne il passaggio dalla scuola all’universit� o al mondo del lavoro. Dovrebbero servire a rendere pi� strutturate ed efficaci attivit� che gi� si fanno in moltissimi istituti con risultati tutto sommato modesti, se meno della met� dei maturandi le ritiene rilevanti ai fini della scelta degli sbocchi post diploma (47,9 per cento). Conta ancora molto di pi� il consiglio (la spinta) dei genitori che il 57,6 per cento del campione ammette essere stati determinanti nella scelta dell’universit�. In mancanza di meglio, i giovani continuano a lasciarsi guidare da mamma e pap� non solo, com’� pi� comprensibile, a 14 anni ma anche quando sono ormai maggiorenni e dovrebbero pensare con la testa propria. Questo avviene soprattutto nelle famiglie in cui i genitori sono laureati, mentre dove invece non hanno diploma � fondamentale l’apporto delle esperienze scolastiche e degli insegnanti. L’orientamento in uscita funziona un po’ meglio per i diplomati dei tecnici e dei professionali (che lo ritengono rilevante rispettivamente al 57,8 per cento e al 64,6 per cento), mentre fra i liceali il gradimento scende al 39,1 per cento.
Il nodo delle medie
Resta il fatto che le attivit� di orientamento si svolgono troppo tardi, perch� i dati di Almadiploma dimostrano come il primo, e pi� delicato passaggio orientativo, � proprio quello fra le medie e il liceo o gli istituti tecnici e professionali. Che si debba risalire la corrente lo confermano gli stessi intervistati. Tra i diplomati del 2023, pi� di 9 su dieci dichiarano di aver svolto delle attivit� di orientamento alla fine delle medie, ma meno della met� (il 46,1 per cento) le giudica a posteriori �rilevanti� ai fini della scelta successiva. Non a caso � proprio nei primi due anni delle superiori che si concentrano gli abbandoni scolastici che in Italia colpiscono ancora pi� di uno studente su dieci (l’11,5 per cento). E invece anche i nuovi moduli di orientamento da 30 ore previsti dalle Linee guida varate alla fine del 2022 in attuazione del Pnrr sono entrati nell’orario scolastico solo a partire dagli ultimi tre anni di scuola, dove si incrociano con l’alternanza scuola-lavoro (o Pcto, acronimo di percorsi per le competenze trasversali e l’ orientamento appunto), mentre alle medie e nel primo biennio delle superiori possono essere anche �extra curricolari�.
I dati
La rilevazione sul profilo dei diplomati ha riguardato quasi 29.000 maturandi del 2023 che hanno risposto a un questionario poco prima del diploma. La rilevazione sugli esiti dei diplomati dopo il conseguimento del titolo ha riguardato quasi 33.000 diplomati del 2022 contattati a un anno dal termine degli studi e 40.000 diplomati del 2020 contattati a tre anni dal conseguimento del titolo.
29 febbraio 2024 (modifica il 29 febbraio 2024 | 13:09)
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