Armi, la corsa della Nato: «Kiev può ancora vincere»

diFrancesca Basso

Oggi momento cruciale per l’ok a colpire in territorio russo. Il ministro degli Esteri Lavrov: «Pronte misure di deterrenza nucleare»

Armi, la corsa della Nato «Kiev può ancora vincere»

Antony Blinken con  la ministra degli Esteri ceca Jana  Cernochova

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE

BRUXELLES - Il messaggio del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg inchioda i Paesi membri alle loro responsabilità e insieme lancia anche un segnale forte alla Russia: «L’Ucraina può ancora prevalere, ma solo con un sostegno continuo e robusto da parte degli alleati della Nato».

Sul tavolo non c’è più solo l’aiuto finanziario-militare a lungo termine per Kiev — Stoltenberg chiederà agli alleati di stanziare un minimo di 40 miliardi di euro all’anno — e l’incremento del ruolo di coordinamento della Nato nell’assistenza alla sicurezza e all’addestramento, ora in capo al «gruppo di Ramstein» guidato dagli Usa, ovvero i 50 Paesi che supportano l’esercito ucraino. Il tema cruciale dal punto di vista militare è la possibilità di eliminare le restrizioni all’uso delle armi fornite dall’Occidente per consentire a Kiev di colpire obiettivi militari in territorio russo ora che la guerra si combatte lungo il confine. Questo permetterebbe di riequilibrare i rapporti di forza sul campo, ma alcuni Paesi temono che porti a un’escalation. Oggi i ministri degli Esteri dei Paesi Nato andranno alla conta nella riunione informale che si tiene a Praga — in vista del vertice dei leader a Washington in luglio — ben sapendo che non sono previste decisioni, garanzia per discussioni più franche. Tanto più che il segretario generale Stoltenberg ieri ha ricordato che «le restrizioni sulle armi consegnate all’Ucraina sono decisioni nazionali». Ma alla luce dell’evoluzione del conflitto ha ribadito che andrebbero «riviste» perché «il diritto all’autodifesa comprende anche la possibilità di colpire obiettivi militari, obiettivi legittimi al di fuori dell’Ucraina, obiettivi importanti, ad esempio, al confine con il territorio russo». Una consapevolezza che si sta facendo strada tra i Paesi dell’Alleanza.

Paesi a favore e contro

Il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavský, il padrone di casa, ha assicurato che «stiamo facendo passi avanti» e ha chiesto «a tutti gli alleati di avere una strategia unica sulla deterrenza della Russia». Aumenta il numero dei Paesi a favore. Oltre alla Repubblica ceca lo hanno dichiarato apertamente Francia, Svezia, Olanda, Finlandia, Polonia, Danimarca, Norvegia, Regno Unito e Canada. Mentre sono contrari Spagna, Belgio, Ungheria e Slovacchia. Anche l’Italia è contraria. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ricordato che «la Costituzione impedisce di fare la guerra ad altri Paesi» e «le nostre armi devono essere usate all’interno del territorio ucraino per difendere l’integrità territoriale del Paese». La Germania si è espressa in modo ambiguo mentre gli Stati Uniti non hanno ancora sciolto la riserva. Ci sono pareri contrastanti a Washington, ma c’è chi vede un’apertura nelle parole del segretario di Stato Blinken, mercoledì in Moldavia, che ha detto che la politica Usa sulle modalità di impiego delle armi americane da parte dell’Ucraina è «in continua evoluzione». Un segnale forte arriva comunque dal patto di sicurezza bilaterale con l’Ucraina che gli Stati Uniti potrebbero firmare — riferisce il Financial Times — a margine della riunione del G7 in Puglia, alla vigilia del vertice di pace del 15 e 16 giugno in Svizzera, dove non è confermata la presenza del presidente Biden nonostante il presidente Zelenky ne avesse auspicato la partecipazione.

Lo scenario in evoluzione agita il Cremlino. Il portavoce Dmitry Peskov ha detto che i Paesi della Nato stanno «provocando Kiev a continuare una guerra insensata». E il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha evocato «ulteriori passi nel campo della deterrenza nucleare» se gli americani attueranno il «dispiegamento di missili terrestri a medio e corto raggio». Francesca Basso

© RIPRODUZIONE RISERVATA

30 maggio 2024 ( modifica il 30 maggio 2024 | 22:03)

- Leggi e commenta