LA MISSIONE Meloni in Egitto domenica: partenariato strategico, sostegni all'economia e lotta al traffico di migranti
La bozza della dichiarazione congiunta che sarà firmata con Al Sisi al Cairo: «Egitto pilastro per la sicurezza e la pace». Critiche da Schlein: è il Paese dove si calpestano i diritti umani
L’Unione Europea «riconosce l’Egitto come un partner affidabile, non ché un partner unico e vitale per il ruolo geostrategico di pilastro per la sicurezza, la moderazione e la pace nella regione del Mediterraneo, del Vicino Oriente e dell’Africa». Nei palazzi di Bruxelles ha preso a girare la bozza della dichiarazione congiunta che sarà firmata domenica 17 marzo, al Cairo, da Ursula von der Leyen e dal presidente Al Sisi, presenti Giorgia Meloni, il premier greco Kyriakos Mitsotakis e il belga Alexander De Croo, presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea.
Per impedirne il collasso finanziario «l’Ue è pronta a sostenere l’economia egiziana fornendo un aiuto tempestivo poiché si trova ad affrontare crescenti pressioni sulla bilancia dei pagamenti derivanti dal contesto economico globale». Fino a 5 miliardi di euro di investimenti (europei) per sostenere e stabilizzare l’Egitto, potenziando le industrie, l’agricoltura, la sicurezza alimentare, la digitalizzazione e la sicurezza idrica. Soldi che si sommano al finanziamento del Fondo monetario internazionale (FMI), per favorire «riforme globali e strutturali».
La Repubblica araba d’Egitto e l’Unione europea, si legge ancora nella bozza di documento di cinque pagine in inglese, hanno deciso di elevare i loro rapporti al livello di «partenariato strategico e globale, basato sui valori di equità e sul rispetto e la fiducia reciproci». Tra le ragioni del patto c’è la necessità di mettere in sicurezza l’Egitto come importante crocevia delle rotte migratorie.
Nella bozza si parla di «percorsi di migrazione legale», del bisogno di affrontare e comprendere «le cause profonde della migrazione» e dell’impegno a tutelare i diritti dei migranti e dei rifugiati, ma non si entra nel dettaglio di come fronteggiare la migrazione irregolare: «Lotta al traffico di migranti e alla tratta di persone, rafforzamento della gestione delle frontiere e garanzia di rimpatrio e reinserimento dignitosi e sostenibili…».
Le aree di cooperazione su cui Egitto e Ue si ripromettono di lavorare a braccetto sono, oltre alla sicurezza e alla prevenzione del terrorismo, «relazioni politiche, stabilità macroeconomica, investimenti sostenibili, commercio, energia, acqua, sicurezza alimentare, cambiamenti climatici, migrazioni, sicurezza e sviluppo del capitale umano».
L’imminente missione al Cairo della presidente della Commissione Ue ha scatenato distinguo e critiche a Bruxelles, sia per l’esborso economico che per la situazione in quel Paese della democrazia e dei diritti umani. Anche in Italia l’opposizione ha polemizzato con Giorgia Meloni, Elly Schlein ha ricordato alla premier che l’Egitto è il Paese «dove si calpestano i diritti umani e da anni si ostacolano verità e giustizia per Giulio Regeni». Salvo ripensamenti, la questione dolorosa della morte del giovane ricercatore italiano, sequestrato, torturato e ucciso al Cairo nel 2016 e di cui sono accusati quattro agenti dei servizi segreti, non sarà toccata da Meloni in questo suo secondo incontro con Al Sisi.
Altri sono gli obiettivi in agenda. Ma nel testo della bozza la Ue si impegna ad «assistere» l’Egitto nello sforzo di «promuovere ulteriormente la democrazia, le libertà fondamentali, i diritti umani, l’uguaglianza di genere e le pari opportunità». Ogni due anni sarà organizzato un vertice, ora al Cairo, ora a Bruxelles, tra i presidenti di Commissione Ue e Consiglio Ue e i presidenti della Repubblica araba d’Egitto. L’Unione europea inoltre si impegna a «rafforzare gli aspetti della cooperazione con l’Egitto in molteplici settori dell’economia, tra cui l’energia rinnovabile e l’idrogeno rinnovabile».
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