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Le pensioni «bruciate» dei giovani: poveri in età lavorativa, ancora più poveri dopo I dati
Secondo i dati Istat, i salari negli ultimi due anni sono cresciuti nel 2023 del 3,1% rispetto all’anno precedente (ma nel 2022 erano cresciuti solo del 1,1%). Troppo poco. E così, nel confronto con l’Europa, l'Italia ne esce male con l'evidente criticità di un sistema Paese che remunera poco il lavoro in confronto a Francia o Germania. Un fenomeno di bassi salari ulteriormente acuito dall’inflazione. E se gli stipendi crescono poco in media per tutti i settori e le fasce di età, è indubbio che a pagarne il prezzo più salato sono i giovani. Le nuove generazioni, infatti, sono le più penalizzate perché, come sappiamo, gli under 35 sono coloro che fanno più fatica a entrare nel mercato del lavoro e quando ci riescono si ritrovano troppo spesso con contratti atipici o a tempo determinato, che vogliono irrimediabilmente dire salari bassi.