Chiunque reputi la musica techno irrilevante dal punto di vista artistico � opportuno che si ricreda: mercoled� 13 marzo quella di Berlino � stata ufficialmente riconosciuta dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale dell’umanit�. Una grande soddisfazione non solo per i suoi fan (tedeschi e non solo), ma anche e soprattutto per i membri del collettivo che nel 2021 ne aveva inoltrato la candidatura all’agenzia Onu con sede a Parigi. D’ora in poi, infatti, le numerosissime attivit� cittadine legate al comparto potranno godere di maggiori tutele giuridiche e accedere pi� agevolmente ad aiuti governativi o fondi benefici. Ossigeno puro dopo le ingenti perdite registrate negli anni della pandemia.
La techno di Berlino è stata riconosciuta dall'Unesco come patrimonio culturale immateriale dell'umanità
La candidatura era stata presentata nel 2021: �Pietra miliare per produttori, artisti, gestori di club e organizzatori di eventi�. E non � l'unica new entry tedesca

Le reazioni
�Questa � un’altra pietra miliare per i produttori techno di Berlino, per gli artisti, per i gestori di club e per gli organizzatori di eventi –, ha commentato a Deutsche Welle Lutz Leichsenring, componente del comitato esecutivo della Clubcommission di Berlino –. La decisione ci aiuter� a garantire che la cultura dei club sia riconosciuta come un settore prezioso degno di protezione e di sostegno�. Grande soddisfazione anche da parte dell’associazione Rave the Planet, che su Facebook si � complimentata con �tutte le persone che in questi anni hanno sostenuto la scena techno di Berlino. Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che sono stati al nostro fianco in questo viaggio fin dall’idea iniziale del 2011. E un grazie anche al Comitato degli esperti del Patrimonio Culturale Immateriale presso la commissione tedesca dell’Unesco�.
Un pezzo di storia
Va da s� che a determinare la fumata bianca non sia stata tanto la mera componente sonora della techno – la cui paternit� viene peraltro diffusamente attribuita a Detroit, nello stato americano del Michigan –, quanto l’impatto culturale che ha avuto sulla capitale tedesca in particolare dopo la caduta del Muro. Cos� se da un lato in molti assegnano a tale genere musicale un ruolo pi� decisivo di qualsiasi programma politico per l’integrazione delle �due Berlino� post 1989, dall’altro non stupisce che la citt� continui a essere considerata una delle capitali mondiali del clubbing. Ad alimentare il prestigio della scena locale, i numerosi film e documentari che l’hanno rappresentata nel corso del tempo: su tutti l’iconico Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (1981) e il pi� recente Berlin Calling (2008). Facile quindi capire perch�, dopo la decisione dell’Unesco, la ministra della Cultura e dei Media Claudia Roth abbia affermato che la club culture della citt� �� sinonimo da molti anni di valori come diversit�, rispetto e cosmopolitismo�.
Le altre new entry
A onor di cronaca mercoled� sono state accolte anche altre cinque candidature presentate dalla Germania: la tradizione canora della citt� di Finsterwalde, il sidro di mele Viez, l'alpinismo della Sassonia, la parata invernale bavarese Kirchseeoner Perchtenlauf e lo stile di cucitura degli arazzi Schw�lmer Wei�stickerei della regione dell’Assia. I patrimoni culturali immateriali tedeschi riconosciuti dall’Unesco sono cos� saliti a 16. L’Italia si attesta invece attualmente a quota 19: ultima nomination a entrare nella lista, lo scorso dicembre, l’arte del nostro canto lirico. Con tutte le (evidenti) differenze del caso, sempre di musica si tratta.
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