Il mistero del volo schiantato dopo il decollo da Sofia: sorge l'ipotesi del dirottamento
Il Tupolev 134 cadde nel 1978, causando 73 vittime: per il governo bulgaro, il motivo fu un incendio a bordo. Ma ora un reporter ha una nuova teoria
È il mistero del volo 107. Quello della Balkan Bulgarian Airlines schiantatosi nella primavera del 1978 dopo il decollo da Sofia: 73 le vittime, di cui 37 polacchi. Per le autorità dell’epoca si era trattato di un incidente ma la tenacia di un giornalista ha portato ad un’altra verità possibile.
Il Tupolev 134, in servizio tra la capitale bulgara e Varsavia, decolla alle 13.24 del 16 marzo, raggiunge una quota di 4 mila metri e poi scompare dai radar. Secondo i tracciati ha compiuto una prima virata brusca, quindi una seconda. Sono gli ultimi atti del pilota prima dell’impatto nella località di Gabare, ad 80 chilometri da Sofia. Il regime chiude tutto in fretta, afferma che il disastro è da imputare ad un incendio a bordo provocato da un’avaria del sistema elettrico. Una spiegazione accolta dalla Polonia ma non da Mosca che si muove per difendere la qualità di un velivolo di sua produzione.
Nella ricostruzione ufficiale molte cose non tornano. I reperti recuperati non presentano tracce di combustione, gli abitanti di un villaggio sembrano smentire la tesi delle fiamme a bordo e poi ci sono quelle manovre improvvise attuate dal comandante. Purtroppo, sempre secondo gli inquirenti, le scatole nere sono state danneggiate in modo irreparabile e quindi non possono «parlare». C’è poi la stranezza delle bare riempite di sabbia. Un quadro confuso fatto per coprire, un tentativo contrastato dai sovietici che volevano conoscere la lista dei passeggeri sospettando che vi potesse essere altro. Nel tempo sono spuntate tesi alternative, come il possibile abbattimento per errore del volo 107 oppure la collisione con un caccia.
Ora, dopo tanti anni, c’è uno spiraglio, merito di Bozhidar Bozhkov, un reporter protagonista di una ricerca interessante grazie all’aiuto di fonti interne, ex membri dei servizi. Quel giorno due stranieri sono saliti a bordo del Tu 134 e non sono stati controllati, uno era di nazionalità irachena. Una presenza forse legata a traffici d’armi in favore di movimenti guerriglieri del Medio Oriente o di paesi di quell’area. L’ipotesi è che vi sia stato un tentativo di dirottamento verso il territorio jugoslavo, seguito da una colluttazione e da una sparatoria. Questo spiegherebbe la doppia virata del velivolo. I corpi, che avrebbero potuto avere segni di pallottole, sarebbero stati sciolti nell’acido. Particolari truci di una vicenda avvenuta in una stagione di grandi tensioni.
Non è per ora chiara l’appartenenza dei due presunti «pirati» e neppure le eventuali motivazioni politiche del gesto. Il giornalista li collega al lungo conflitto mediorientale, allora combattuto nei cieli con i sequestri di velivoli e passeggeri. Gli elementi scoperti da Bozhkov meriterebbero delle verifiche da parte delle autorità, sono indicazioni che dovrebbero spingere a rivedere i fatti. Al momento, però, non c’è stata alcuna presa di posizione per una riapertura del caso.