La comunit� scientifica ferve e l'attesa per i risultati definitivi delle sperimentazioni sui vaccini anti-cancro a mRNA � grande.
Vaccini mRNA contro il melanoma (e non solo): a che punto siamo e a chi servono davvero
� partito, anche in Italia, l'arruolamento dei pazienti operati per questo tipo di cancro della pelle, che ha gi� fatto da �apripista� per un'altra rivoluzione nella cura dei tumori: l'immunoterapia. Ma non sono come i vaccini contro i virus

Servono ai pazienti con un tumore
Al momento sono oltre 40 (prodotti da diverse aziende farmaceutiche) quelli testati, alcuni dei quali sono gi� arrivati alle fasi di studio avanzate, a cominciare dal melanoma, il primo in arrivo. Perch� se ne parla spesso? Si tratta di una novit� cos� rilevante? A chi interessa questa notizia? �Innanzitutto una premessa fondamentale: si chiamano vaccini, ma non rendono "immuni" dal cancro, non sono come quelli anti-influenza o anti-varicella — precisa Paolo Ascierto, direttore del dipartimento di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto Nazionale dei Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli —. Servono ai pazienti con un tumore, non alle persone sane, e per loro rappresentano un progresso importante�. Il fatto che il tema venga affrontato frequentemente � dovuto poi al fatto che, ai vari congressi scientifici e in plurime occasioni, vengano presentati i nuovi dati man mano raccolti e questo si traduce in una continua diffusione di notizie.
Attaccare pi� efficacemente il cancro
Dunque, per iniziare, cosa sono i vaccini anti-cancro a mRNA? �Sono farmaci che si avvalgono dell’RNA messaggero (mRNA), una sorta di “postino” che trasmette importanti informazioni alle cellule – spiega Ascierto, fra i maggiori specialisti italiani e presidente del convegno Immunotherapy e Melanoma Bridge, evento internazionale da poco tenutosi a Napoli —. Si basano sulla stessa tecnologia adottata per i vaccini contro il Covid , cio� utilizzano mRNA sintetici progettati per "istruire" il sistema immunitario a riconoscere specifiche proteine (chiamati neoantigeni), che sono espressione di mutazioni genetiche avvenute nelle cellule cancerose. Lo scopo non � prevenire la malattia, ma aiutare e supportare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere e ad attaccare pi� efficacemente il tumore. I vaccini antitumorali a mRNA personalizzati sono quindi progettati "su misura" con lo scopo di innescare il sistema immunitario a uccidere selettivamente ed esclusivamente le cellule tumorali in quel paziente e nei pazienti in cui i tumori esprimono la stessa mutazione�.
Melanoma apripista?
Sono gi� disponibili per i malati? �S�, ma solo all'interno di sperimentazioni, un'opportunit� importante per i pazienti che non traggono beneficio dalle terapie standard — chiarisce l'oncologo —. Attualmente nel mondo sono in corso oltre 40 sperimentazioni cliniche su vaccini basati sull’mRNA in diverse neoplasie: prostata, carcinoma polmonare non a piccole cellule, seno triplo negativo, colon retto. E per il melanoma, giunto alla fase pi� avanzata di studio, la terza, l'ultima prima dell'approvazione definitiva e dell'entrata in commercio di un nuovo farmaco. L’arruolamento dei pazienti � iniziato al Pascale pochi giorni fa, siamo fra i primi centri al mondo�.
Riduzione di recidiva del 44%
E cosa dicono i dati sul vaccino per il melanoma? �I trial sono stati eseguiti su 157 pazienti con diagnosi di melanoma (in stadio 3 o 4) che erano gi� stati radicalmente operati. Ad alcuni di loro sono state somministrate nove dosi del vaccino anti-cancro sperimentale (prodotto da Moderna) insieme al farmaco immunoterapico pembrolizumab ogni tre settimane per un anno. Altri invece hanno ricevuto solo pembrolizumab. I dati a due anni dalla somministrazione mostrano una riduzione del rischio di recidiva o morte del 44% in chi ha ricevuto la combinazione con il vaccino. Ci vorr� ancora qualche anno prima di avere i risultati di quest’ultima fase dello studio clinico, ma speriamo di poter dare una nuova e pi� efficace opzione terapeutica a quanti pi� pazienti possibili�.
L’immunoterapia
Il melanoma ha gi� fatto da �apripista� per un'altra rivoluzione nella cura del cancro: l'immunoterapia... �Era il 2011 quando vennero annunciati i primi dati nei pazienti con melanoma cutaneo metastatico — ricorda Ascierto —: solo un paziente su quattro con una melanoma avanzato era ancora vivo dopo un anno dalla diagnosi, l'aspettativa di vita in presenza di metastasi era circa sei mesi, oggi quasi la met� dei malati supera i sette anni e mezzo. L’immunoterapia, che stimola il sistema immunitario a reagire contro il cancro, nell'ultimo decennio si � rivelata una strategia efficace per molte neoplasie per le quali c’erano poche speranze, difficili da trattare. E ora il melanoma (che diagnosticato in stadio iniziale guarisce quasi sempre e pu� bastare la sola asportazione chirurgica) continua a dettare la strada da seguire, indicando che il futuro dell'immuno-oncologia � nella combinazione fra varie molecole e (questo � l'ultimo fronte della ricerca, da cui attendiamo risposte definitive) nella sua somministrazione prima dell'intervento chirurgico, non dopo come si fa oggi�.
70 farmaci immunoterapici allo studio
Dunque, oltre ai vaccini mRNA, continua la ricerca anche sull'immunoterapia? �Certamente — conclude AScerto —. Ci sono ben 70 farmaci immunoterapici allo studio, sia in fase sia preclinica (su cavie di laboratorio) sia clinica e solo in Italia si contano circa 200 sperimentazioni in corso, di cui 51 con arruolamento attivo, che rappresentano a tutti gli effetti una nuova opportunit� terapeutica per i pazienti. E si ampliano le indicazioni per i farmaci gi� in uso. Ad esempio il pembrolizumab, un anticorpo monoclonale anti PD-1 (mirato cio� a scardinare uno dei "freni" del sistema immunitario), prima approvato per il melanoma e da settembre scorso autorizzato anche per altri tumori: rene metastatico, seno triplo negativo metastatico e post-operatorio, endometrio e cervice uterina avanzati, esofago, colon e alcuni tumori gastrici. Esistono anche combinazioni di immunoterapici come nel caso di nivolumab e ipilimumab approvati e rimborsati dal Servizio sanitario nazionale dal 2022 per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico, per quello renale avanzato in prima linea, per l'esofago avanzato a progressione chemioterapica, mesotelioma pleurico in prima linea e in alcuni tumori del colon-retto. Abbiamo avuto inoltre l’approvazione dell’utilizzo di anticorpi bispecifici come il tebentafusp nei pazienti con diagnosi di melanoma dell’uvea metastatico o non resecabile che presentano un particolare antigene�.
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20 dicembre 2023 (modifica il 20 dicembre 2023 | 07:36)
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