«La svolta del concordato preventivoridurrà l’evasione fiscale»
In particolare, a incontrare il favore dei commercialisti è il passaggio sull’applicazione del regime di adempimento collaborativo alle imprese di medie dimensioni. «L’introduzione del concordato preventivo biennale per Pmi e lavoratori autonomi — spiega Elbano de Nuccio, presidente del consiglio nazionale dei commercialisti — e l’ampliamento della platea ammessa al regime di adempimento collaborativo comporteranno una vera rivoluzione nei controlli. Si passerà dalla lotta all’evasione di tipo repressivo-punitivo a una di tipo preventivo-collaborativo».
Il modello
L’approccio collaborativo significa sottrarsi alle attività di controllo ex post, per attivare, sulle posizioni fiscali incerte e controverse, un dialogo preventivo (ex ante) con l’Agenzia delle entrate per ottenere certezza ancor prima della presentazione della dichiarazione. «Si tratta di una rivoluzione copernicana nella lotta all’evasione— continua de Nuccio — un passaggio rilevantissimo della riforma, sia per il sistema Paese che per i professionisti individuati dal legislatore, ossia commercialisti e avvocati.Per il sistema Paese, perché diffonde nel tessuto imprenditoriale italiano una cultura delle prevenzione nella gestione aziendale fondata su principi di trasparenza e collaborazione. Per i commercialisti e gli avvocati, perché attribuisce un riconoscimento di competenza tecnica esclusiva agli iscritti di questi due Albi professionali, senza privilegiare requisiti dimensionali di struttura che escluderebbero a priori moltissimi studi professionali di minori dimensioni».