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Patto di Stabilità, la lunga maratona per arrivare all’accordo: pesa il diktat della Germania e la trattativa si complica
I ministri delle Finanze dell'Ue domani alle 19, subito dopo l'Eurogruppo, verranno “sequestrati” dalla presidenza spagnola nell'Europa Building a Bruxelles per una cena dedicata alla riforma del patto di stabilità, che si tradurrà probabilmente in una maratona notturna alla ricerca di un accordo. Per un alto funzionario Ue, siamo "molto vicini" ad un'intesa, anche se le posizioni dei Paesi su diversi punti ancora non collimano. Una fonte diplomatica Ue prevede che le trattative dureranno tutta la notte e che potrebbero chiudersi "all'alba", dopodiché dovrebbe tenersi l'Ecofin ordinario.
La cena, ad ogni buon conto, sarà a base di "piatti freddi": i ministri dovranno accontentarsi, anche se domani notte a Bruxelles sono previsti zero gradi. La nottata si preannuncia lunga: sono già previsti almeno due giri di tavolo (a 27). L'obiettivo della presidenza è quello di chiudere, senza che sia necessario passare la palla ai leader che si riuniranno la settimana prossima in un Consiglio Europeo già stracarico di temi impegnativi (guerra in Ucraina, conflitto in Medio Oriente, allargamento a Ucraina e Moldova, revisione di medio termine dell'Mff 2021-27, tra gli altri ). Se poi questa volontà della presidenza si tradurrà effettivamente in un accordo, è presto per dirlo. «Non faccio speculazioni: non so se l'accordo si troverà domani sera» dice un alto funzionario Ue. «Tutto dipende dai ministri», si limita ad osservare un diplomatico. La presidenza spagnola sta lavorando puntando tutto sul "piano A", cioè trovare un accordo già tra domani e dopodomani. In ogni caso, anche se si trovasse un'intesa, non sarebbe finita lì: l'accordo va trovato sulla posizione negoziale del Consiglio sulla riforma, dopodiché si dovranno aprire i negoziati legislativi con il Parlamento (i triloghi), ragion per cui la riforma non sarà probabilmente in vigore prima della primavera.
La proposta
La proposta della Commissione sulla riforma del patto, passando dal Consiglio, si va facendo più complicata e meno lineare, anche se uno degli intenti iniziali era semplificare un quadro regolatorio talmente complicato da essere difficile da spiegare al pubblico. Il motivo è che, come riconosce una fonte diplomatica Ue, sono stati «aggiunti dei pezzi strada facendo», alcuni dei quali particolarmente indigesti ai Paesi più indebitati, come l'Italia. Fanno ora parte del pacchetto di compromesso, conferma la fonte, due "salvaguardie", una soglia minima di riduzione del debito pubblico e anche per il deficit, quest'ultima particolarmente sgradita all'Italia. La Germania, in particolare, ha insistito per inserirle, anche per via delle difficoltà politiche dell'Fdp di Christian Lindner, ministro delle Finanze, che sta pagando un prezzo politico elevato per governare in coalizione con Verdi e Spd. In estrema sintesi, comunque, se la riforma verrà concordata, la Commissione definirà una traiettoria di bilancio per ogni Stato, sulla base di una analisi di sostenibilità del debito, che porterà ad un percorso di spesa primaria netta su misura per ciascun Paese. A garantire l'esecuzione di questo percorso di spesa saranno le due salvaguardie su debito e deficit, che non erano originariamente previste nella proposta della Commissione, ma che sono state inserite per volontà della Germania (che non è sola sul fronte del rigore). Su questa base, lo Stato membro in questione presenta un piano di bilancio a medio termine, in cui descrive anche le riforme e gli investimenti che intende fare. Facendo leva su riforme e investimenti, può chiedere un'estensione temporale del piano, che dal minimo di 4 anni può essere esteso fino a sette anni, 'spalmando' così il relativo aggiustamento, in modo da renderlo meno penalizzante. Uno degli elementi di discussione, informa una fonte diplomatica, sarà come la Commissione "tratterà le riforme e gli investimenti" legate ai Pnrr che gli Stati si sono già impegnati a fare, quando deve decidere sull'estensione temporale del piano.
La cena, ad ogni buon conto, sarà a base di "piatti freddi": i ministri dovranno accontentarsi, anche se domani notte a Bruxelles sono previsti zero gradi. La nottata si preannuncia lunga: sono già previsti almeno due giri di tavolo (a 27). L'obiettivo della presidenza è quello di chiudere, senza che sia necessario passare la palla ai leader che si riuniranno la settimana prossima in un Consiglio Europeo già stracarico di temi impegnativi (guerra in Ucraina, conflitto in Medio Oriente, allargamento a Ucraina e Moldova, revisione di medio termine dell'Mff 2021-27, tra gli altri ). Se poi questa volontà della presidenza si tradurrà effettivamente in un accordo, è presto per dirlo. «Non faccio speculazioni: non so se l'accordo si troverà domani sera» dice un alto funzionario Ue. «Tutto dipende dai ministri», si limita ad osservare un diplomatico. La presidenza spagnola sta lavorando puntando tutto sul "piano A", cioè trovare un accordo già tra domani e dopodomani. In ogni caso, anche se si trovasse un'intesa, non sarebbe finita lì: l'accordo va trovato sulla posizione negoziale del Consiglio sulla riforma, dopodiché si dovranno aprire i negoziati legislativi con il Parlamento (i triloghi), ragion per cui la riforma non sarà probabilmente in vigore prima della primavera.
La proposta
La proposta della Commissione sulla riforma del patto, passando dal Consiglio, si va facendo più complicata e meno lineare, anche se uno degli intenti iniziali era semplificare un quadro regolatorio talmente complicato da essere difficile da spiegare al pubblico. Il motivo è che, come riconosce una fonte diplomatica Ue, sono stati «aggiunti dei pezzi strada facendo», alcuni dei quali particolarmente indigesti ai Paesi più indebitati, come l'Italia. Fanno ora parte del pacchetto di compromesso, conferma la fonte, due "salvaguardie", una soglia minima di riduzione del debito pubblico e anche per il deficit, quest'ultima particolarmente sgradita all'Italia. La Germania, in particolare, ha insistito per inserirle, anche per via delle difficoltà politiche dell'Fdp di Christian Lindner, ministro delle Finanze, che sta pagando un prezzo politico elevato per governare in coalizione con Verdi e Spd. In estrema sintesi, comunque, se la riforma verrà concordata, la Commissione definirà una traiettoria di bilancio per ogni Stato, sulla base di una analisi di sostenibilità del debito, che porterà ad un percorso di spesa primaria netta su misura per ciascun Paese. A garantire l'esecuzione di questo percorso di spesa saranno le due salvaguardie su debito e deficit, che non erano originariamente previste nella proposta della Commissione, ma che sono state inserite per volontà della Germania (che non è sola sul fronte del rigore). Su questa base, lo Stato membro in questione presenta un piano di bilancio a medio termine, in cui descrive anche le riforme e gli investimenti che intende fare. Facendo leva su riforme e investimenti, può chiedere un'estensione temporale del piano, che dal minimo di 4 anni può essere esteso fino a sette anni, 'spalmando' così il relativo aggiustamento, in modo da renderlo meno penalizzante. Uno degli elementi di discussione, informa una fonte diplomatica, sarà come la Commissione "tratterà le riforme e gli investimenti" legate ai Pnrr che gli Stati si sono già impegnati a fare, quando deve decidere sull'estensione temporale del piano.