«Mi ha portato da un esorcista e ho subito più di vent'anni di sfuriate»: ex marito processato a Torino

diSimona Lorenzetti

Per l'uomo chiesti 4 anni di reclusione. La pm: «Nelle conversazioni registrate, la donna viene presa di mira con una violenza verbale esasperante, al punto che io stessa ho fatto fatica ad ascoltare»

Ha raccontato anni di umiliazioni e violenze da parte dell'ex marito e ha riferito che lui l'avrebbe anche portata da un esorcista. Un incontro, quello tra il sacerdote e la donna, i cui contorni non sono stati ancora chiariti, ma che ora fa da sfondo a un processo per maltrattamenti in famiglia. L'imputato è un uomo di 57 anni al quale vengono contestati diversi episodi di violenza, ma non quello legato all'appuntamento con l'esorcista. L'ex marito nega ogni addebito, ma il pm Lisa Bergamasco è di altro avviso e oggi - 29 marzo - al termine della propria requisitoria ha chiesto una condanna a 4 anni.

Nel corso del procedimento è emerso che la coppia si era separata nell'autunno del 2021 dopo un periodo di convivenza difficile legato anche al fatto che una delle due figlie era afflitta da un malattia. E proprio i problemi di salute della ragazza sarebbero da collegare all’incontro che l’imputato avrebbe organizzato con l’esorcista per cercare di «riavvicinare la moglie alla religione». Nella sua denuncia, la donna ha raccontato oltre vent'anni di sfuriate, insulti e vessazioni. E, stando alla ricostruzione del pm, l'aggressività dell'ex coniuge sarebbe aumentata quando ha realizzato che, per effetto della separazione, avrebbe dovuto lasciare la casa. L'uomo nega di aver avuto comportamenti violenti, sottolineando che ogni tanto reagiva alle «provocazioni continue» della moglie. 

«Ma dalle conversazioni che sono state registrate - ha spiegato il pm Bergamasco - emerge l'esatto contrario: la donna viene presa di mira con una violenza verbale esasperante, al punto che io stessa ho fatto fatica ad ascoltare. Non è reciprocità: è sopraffazione». Stando alle accuse, l'uomo aveva atteggiamenti maltrattanti e accusava sistematicamente la moglie di tradimento. «Non frequentava nessuno e dopo il lavoro stava sempre a casa - ha rimarcato in aula il magistrato -, ma il marito le dava persino della ninfomane inventando storie assurde».

«Questa vicenda - hanno replicato gli avvocati difensori, Luca Paparozzi e Bruno Larosa - è profondamente segnata dal dolore per la malattia di una ragazza. Un dolore che ha reso le testimonianze inidonee a ricostruire lo svolgimento dei fatti. Ecco perché per giungere alla verità non possiamo adagiarci sulle parole della querelante. Che peraltro non si è costituita parte civile».

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28 marzo 2024 ( modifica il 28 marzo 2024 | 17:04)

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