Italia e Spagna, le politiche dei giovani a confronto

diPaolo Tomaselli, inviato a Monaco di Baviera

I dati del Cies di Losanna sulla «demografia» dei campionati sono impietosi:  in Italia i giovani ci sono, ma sono stranieri. Quelli formati in casa giocano il 5,5% del minutaggio complessivo. Gli stranieri giocano il 62,4% dei minuti, in Spagna i 39,1%

Italia, la serie A non produce più giovani; la Spagna schiera meno stranieri

Lamine Yamal, 16 anni e 37 presenze in campionato lo scorso anno: si è formato al Barcellona (Afp)

Il c.t. spagnolo De la Fuente, che nel 2019 ha vinto l’Europeo Under 21 con la «Rojita» in finale contro la Germania, giustamente ne va orgoglioso: nel gruppo che prepara la semifinale di domani contro la Francia ci sono 7 reduci di quell’esperienza felice. 

Ma l’Italia, allenata all’epoca da Di Biagio e fuori al primo turno senza accesso alle semifinali, in questo Europeo ne aveva altrettanti di quell’U21. Germania, Francia e Inghilterra invece oscillano fra 3 e 4, potendo contare su un ricambio di giovani e meno giovani molto più ampio del nostro. 

I dati appena pubblicati dal Cies di Losanna sulla «demografia» di decine di campionati nel mondo, nascondono delle sorprese e delle conferme: la sorpresa è che quello spagnolo, fra i tornei principali, è quello con l’età media più elevata dei giocatori impiegati (27,5 anni di età media) e anche quello tedesco è leggermente superiore alla media italiana (26,9). Questo vuol dire che i giovani in serie A non mancano, ma non sono quasi mai italiani. 

Il primo dei due dati che mostrano lo stato dell’arte del nostro pallone è la percentuale di minuti (fra i 616 calciatori che hanno messo piede in A) giocati da atleti formati nei club per almeno tre anni, fra i 15 i 21 anni. Il secondo dato è la percentuale di minuti giocati da calciatori cresciuti in federazioni diverse dalla nostra (quindi stranieri non cresciuti in Italia).

Per i cosiddetti «club trained players» l’Italia è la terzultima in assoluto con il 5,5 % di minutaggio, meglio solo di Grecia e Turchia. La Spagna con il 19,6% è due giri davanti a tutti, ma anche Francia (14,9), Germania e persino la Premier (8%) ci guardano stabilmente dall’alto. 

Insomma i nostri club non producono più risorse interne, affidandosi solo al mercato. E l’esempio del Barcellona di Yamal e Pedri, costretto anche dalla crisi economica a puntare di nuovo sui giovani, conta poco: perché nel frattempo la filiera dei club italiani si è interrotta. E i giovani su cui puntare sono pochi. 

Sul minutaggio degli stranieri siamo sesti al mondo, con il 62,4%, dietro all’Inghilterra (63,1). Anche qui Germania e Francia sono più virtuose (57,5% e 44,4%) mentre la Spagna è un altro mondo, con il 39,1% . L’esatto opposto dell’Italia. In tutto.

8 luglio 2024

- Leggi e commenta