Le tappe della lunga vicenda giudiziaria di Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks - La video-scheda | Corriere TV

È durata oltre 10 anni la battaglia legale di Julian Assange per evitare l'estradizione negli Stati Uniti. Il fondatore di WikiLeaks doveva rispondere della pubblicazione di documenti militari riservati. Dopo avere trascorso 7 anni in auto-esilio nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, dal 2019 era detenuto in un carcere della capitale britannica. L'Alta Corte di Londra aveva stabilito il 26 marzo che Assange non potesse essere estradato negli Usa a meno che Washington non garantisse che non avrebbe rischiato la pena di morte.

Nel 2006 Assange fonda WikiLeaks in Australia. Il gruppo inizia a pubblicare documenti sensibili o classificati e dal 2010 rivela notizie top secret sulle guerre Usa in Iraq e Afghanistan. Nell'agosto 2010 in Svezia i procuratori emettono un mandato d'arresto per Assange sulla base di accuse di stupro da parte di una donna e di molestie da parte di un'altra. Il mandato viene ritirato per insufficienza di prove. Assange nega le accuse. A settembre vene riaperta l'indagine per stupro in Svezia. Assange lascia il Paese per il Regno Unito.

A novembre la polizia svedese emette un mandato d'arresto internazionale per Assange. A dicembre Assange si consegna alla polizia di Londra e viene trattenuto in attesa dell'udienza per l'estradizione. L'Alta Corte concede ad Assange la libertà su cauzione. A febbraio 2011 un tribunale britannico stabilisce che Assange deve essere estradato in Svezia. Ad agosto entra nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra chiedendo asilo e ottenendolo, sotto la presidenza Correa. A luglio 2014 perde il tentativo di ottenere la cancellazione del mandato d'arresto da parte della Svezia. Un giudice di Stoccolma lo conferma per reati sessuali contro due donne. Ad agosto i procuratori svedesi abbandonano le indagini su alcune accuse contro Assange a causa della prescrizione; rimane attiva un'indagine su un'accusa di stupro.

Nell'ottobre la polizia di Londra cessa di sorvegliare 24 ore su 24 l'ambasciata ecuadoriana, ma dichiara che arresterà Assange se lascerà la sede diplomatica. Nel febbraio 2016 il Gruppo di lavoro dell'Onu sulla detenzione arbitraria dichiara che Assange è stato detenuto illegalmente e raccomanda che venga immediatamente liberato e risarcito. Il Regno Unito definisce la conclusione "francamente ridicola". A ottobre Assange chiede un'ingiunzione del tribunale per spingere l'Ecuador a fornirgli i diritti fondamentali che, secondo lui, il Paese ha accettato di garantirgli quando gli ha concesso l'asilo.

Ad aprile 2019 il presidente dell'Ecuador Lenin Moreno punta il dito contro WikiLeaks per le accuse di corruzione emerse a suo carico; il governo dell'Ecuador ritira lo status di rifugiato ad Assange. A maggio la polizia di Londra arresta Assange presso l'ambasciata dell'Ecuador. È accusato di aver violato le condizioni di libertà su cauzione: viene condannato a 50 settimane di carcere. Nel maggio 2019 il governo Usa incrimina Assange con 18 capi d'accusa per la pubblicazione di documenti riservati da parte di WikiLeaks. Per i pubblici ministeri ha cospirato con l'analista dei servizi segreti dell'esercito Usa Chelsea Manning per entrare in un computer del Pentagono e pubblicare file militari segreti sulle guerre in Iraq e Afghanistan.

Nel gennaio 2021 un giudice britannico stabilisce che Assange non può essere estradato negli Stati Uniti perché potrebbe suicidarsi se detenuto nelle dure condizioni carcerarie americane. A luglio l'Alta Corte britannica concede al governo degli Stati Uniti il permesso di appellarsi contro la sentenza del tribunale di primo grado che blocca l'estradizione di Assange. A dicembre l'Alta Corte britannica stabilisce che le rassicurazioni degli Stati Uniti sulla detenzione di Assange sono sufficienti a garantirne un trattamento umano. Nel marzo 2022 l'Alta Corte britannica rifiuta di concedere ad Assange il permesso di fare ricorso contro la sua estradizione e il governo britannico ordina l'estradizione di Assange negli Stati Uniti. Assange ricorre in appello. 

Nel febbraio 2024 gli avvocati di Assange lanciano un ultimo tentativo legale presso l'Alta Corte di Londra per fermare la sua estradizione. A marzo l'Alta Corte di Londra dà alle autorità Usa 3 settimane per presentare garanzie sulla sorte di Assange prima di decidere se garantiranno al giornalista un nuovo ricorso contro la sua estradizione. A giugno l'accordo con la giustizia Usa, la scarcerazione dopo 5 anni e il ritorno a casa in Australia.