Giovanni De Gennaro (canoa), cosa c'è dietro l'oro alle Olimpiadi: karate, basket e la rinascita dopo Tokyo
Ama la musica e suona la chitarra. L'azzurro, che ha riportato l'Italia della canoa slalom k1 sul gradino più alto del podio, per tutti è buono come il pane: «Era pronto, doveva solo quagliare»
«Felice, felice, felice», è così, stordito dalle emozioni, che Giovanni De Gennaro, un ragazzone di 32 anni, che suona la chitarra e come segni particolari ha di essere un pezzo di pane, si butta nel bacino dello stadio nautico di Vaires-sur-Marne. Ha aspettato che i suoi avversari concludessero la prova di canoa slalom specialità K1 che lui aveva già portato a termine con nessuna penalità, tempo 88’’22, forte di una strategia studiata a secco e realizzata a puntino in acqua: semifinale controllata (8° tempo), servita per studiare le linee, gli spazi e i tempi dove infilare la sua canoa. E con quanta potenza, quanta energia, a quale velocità. E canovaccio rispettato in finale perché questi atleti straordinari, mentre sono trascinati dalla corrente, hanno in testa una mappa di linee e geometrie. Se toccano le porte si aggiungono 2’’. «Sono tornato su per passare più largo e ho evitato la penalità: e ho vinto l’oro».
Provò con karate e basket. L'in bocca al lupo di Melli e Datome
È uno sport stramaledettamente complicato questo. Ma «è lo sport più bello del mondo, di contatto con la natura»: Giovanni ci è arrivato da piccolo dopo aver provato karate e basket (di cui è rimasto un appassionato, tanto che prima di partire ha ricevuto un video di in bocca al lupo di Melli e di Datome). Non ha più smesso. Quando ha realizzato che questo viaggio sarebbe finito con una medaglia si è battuto le mani sul caschetto. «Lì ero ancora cosciente. Dopo… non ho capito più niente».
È un incredibile incrocio di destini, rapporti, relazioni, persone di valore, questo oro che porta al collo Giovanni («Sono già innamorato di questa medaglia»). Gli americani la chiamano legacy: è l’eredità di saperi, conoscenze, esperienza che chi è più anziano trasmette a chi sta per iniziare il viaggio, perché non esistono gelosie, ma solo la voglia di mettersi al servizio. L’oro di De Gennaro arriva 12 anni dopo quello a Londra di Daniele Molmenti che ora è direttore tecnico e anche suo allenatore. Molmenti era all’epoca allenato da Pierpaolo Ferrazzi, oro a Barcellona ’92.
La rinascita dopo Tokyo
Il filo continua, non si spezza, anche se la delusione di Tokyo (fuori in semifinale) ha rischiato di interromperlo. «Invece sono stati tre anni belli, sfuggita la medaglia, ho cambiato le priorità, ho capito che mi serviva un percorso che mi motivasse». Vicecampione del mondo ed europeo nel 2022, campione d’Europa quest’anno. «Giovanni era pronto da un po’ — lo incorona Molmenti che festeggia il compleanno —, oggi si trattava solo di quagliare».
Lui e De Gennaro lavorano assieme dal 2017: «Merito della Federazione che sa trattenere gli atleti di vertice. E ora mi posso appoggiare anche all’istituto di medicina del Coni. Giovanni si è fidato e affidato a me. Abbiamo studiato la tattica assieme: deciso di affrontare veloce l’avvio per arrivare con la giusta tranquillità nella parte più tecnica, le porte 6-7, e da lì caricarsi quando esplode l’acido lattico: ma sono anni che costruiamo il giusto motore».
Dopo, sono gli altri che devono fare meglio: lo spagnolo Echaniz, veloce, prende due penalità e sarà bronzo, il francese Castryck, il più pericoloso, resta dietro, argento. E lì Giovanni viene assalito da un gruppo di amici, tecnici, parente, «la mia armatura contro le difficoltà». In questa storia di persone che si sostengono ce n’è un’altra a cui è dedicata questo oro: «Al mio primo allenatore Gianni Zanardello, uno dei miei migliori amici. Gli devo tutto. Dieci anni fa, in un viaggio in Nepal, c’è stato un incidente in canoa, io ero presente. È stato molto tosto... lui era qua con me». Infine, ci sarebbe la storia di cui parla tutto il mondo, del suo paese Roncadelle, 9 mila persone in provincia di Brescia, due medaglie d’oro: «Aspettiamo la terza, Anna Danesi, con il volley».