
La sparatoria di Frosinone per una donna contesa. Il killer confessa: “Mi hanno aggredito, ho dovuto difendermi"
Storie di donne e di droga dietro alla sparatoria mortale avvenuta ieri sera, sabato 9 marzo, nello Shake Bar di Frosinone. Sulla quale c'è una versione che ora è al vaglio dei poliziotti del questore Domenico Condello. A rimettere al loro posto i tasselli del puzzle investigativo sono in queste ore gli uomini della Squadra Mobile del vicequestore Flavio Genovesi.
La ricostruzione della sparatoria
Nella ricostruzione che emerge dopo una notte di indagini, sabato sera verso le 19.30 Michea Zaka è allo Shake Bar di via Aldo Moro con i suoi amici Giuliano D. ed Elia D. Sono tutti albanesi: Michea è incensurato ma nell'ultimo anno le volanti lo hanno fermato due volte per un giro di droga al Casermone, in un caso gli uomini del dottor Carlo Bianchi gli hanno trovato 20mila euro in contanti e per questo sospettano sia il cassiere di una banda.
Lo Shake è pieno come tutti i sabato sera. Entrano altri quattro albanesi Ervin e suo fratello Kasem con una coppia di amici. E scatta subito la discussione. Rapida ed accesa. Michea estrae una pistola calibro 22 ed esplode sei colpi che vanno tutti a segno. Uno centra al collo Kasem che si accascia e morirà dopo una ventina di minuti tra le mani dei medici del 118 che tentano di rianimarlo. Gli altri restano feriti: uno finisce all'Umberto I ed è gravissimo, uno al San Camillo, l'ultimo allo Spaziani di Frosinone dove lo operano ad un femore fratturato da una pallottola.

Il movente: donne e droga
Cosa si sono detti e perché Michea ha sparato? Una versione arriva all'alba, dagli ambienti degli albanesi che vivono a Frosinone: di mezzo c'è una donna che prima stava con Kasen ed ora con Zaka; alcuni dicono che ci sia una relazione sentimentale, altri parlano di prostituzione.
Non aggiunge molti dettagli Michea Zaka: poco dopo le 23 di sabato si presenta in questura accompagnato dall'avvocato Marco Maietta per mettersi a disposizione. Gli hanno detto che la polizia era passata a casa per cercarlo e lui è andato a consegnarsi. Racconta che sono stati Ervin e Kasen ad aggredirlo e che lui ha fatto fuoco solo per difendersi. La pistola l'ha buttata dal ponte sul fiume Cosa di via Verdi ed è finita in una specie di discarica con lattine di birra e brick di vino. La polizia non l'ha ancora trovata.
L’arresto di Michea Zaka per omicidio e tentato triplice omicidio
Michea Zaka viene arrestato per omicidio e triplice tentato omicidio, al momento non ci sono altri indagati né ricercati. Nemmeno per una ipotetica rissa: non c'è stata. Michea non ne ha dato il tempo.