La morte di Kissinger, la sua voce lenta e vacillante nella sua ultima uscita pubblica

di Viviana Mazza, nostra corrispondente

L’ex consigliere per la sicurezza nazionale e segretario di Stato era apparso lo scorso ottobre al Council on Foreign Relations per parlare della guerra dello Yom Kippur

La morte di Kissinger, la sua voce lenta e vacillante nella sua ultima uscita pubblica

NEW YORK - � stata una delle ultime apparizioni pubbliche di Henry Kissinger: il 5 ottobre scorso, meno di 48 ore prima dell’attacco di Hamas in Israele, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale e segretario di Stato sotto le amministrazioni di Nixon e Ford era apparso in una sala gremita del �Council on Foreign Relations� a New York. Tra gli spettatori: membri del prestigioso think tank americano, giornalisti e anche l’ex premier israeliano Ehud Barak. Kissinger aveva accettato l’invito per parlare della guerra dello Yom Kippur, in occasione del cinquantesimo anniversario, intervistato sul palco dall’ex ambasciatore americano in Israele Martin Indyk, che gli ha dedicato il libro �Master of the Game�. Parlava lentamente, con voce a tratti vacillante, come se fosse diventato fisicamente pesante formare le parole. Ed era come se l’accento tedesco, con gli anni, fosse tornato pi� forte. Ma ricordava tutti i dettagli, giorno per giorno e momento per momento, come a un certo punto dell’incontro di un’ora ha notato l’intervistatore allibito. Ricordava chi c’era e cosa si era detto ai singoli incontri di governo e a che ora erano avvenute le telefonate tra leader durante la guerra dello Yom Kippur.

Chi lo conosceva da segretario di Stato, come il diplomatico Luigi Einaudi, ricorda che nel formulare le sue idee politiche Kissinger �cercava di evitare di metterci la sua voce personale, come se provasse ad essere un professore che descrive i principi anzich� prendere posizioni personali�. Invece, il 5 ottobre non si esimeva dal riconoscere il peso del passato individuale. �Per me Israele non poteva essere un Paese come gli altri, per via della mia storia familiare e dei legami che bisogna avere con un Paese democratico che si � costruito per diventare una forza formidabile. Ma ero il segretario di Stato e non era sempre facile far coincidere gli interessi di Israele e degli Stati Uniti�. Di Golda Meir raccont� sorridendo che era come una �vecchia zia�, che lo accoglieva con sua moglie a pranzo, poi lo chiamava in disparte in cucina e gli tirava le orecchie. �Adoravo Golda, umanamente. La sua generazione aveva prevalso in Palestina con pericoli a ogni miglio, voleva la pace ma le spezzava il cuore rinunciare a qualsiasi cosa avessero conquistato. Mi invitava a cena con mia moglie, come la zia preferita; poi mi portava in cucina in modo che Nancy non sentisse e mi dava una ripassata per qualche ragione, come la prima volta che visitai il presidente egiziano Sadat senza fare anche una visita in Israele�.

Nel suo libro �Learning Diplomacy�, Einaudi, che lo incontr� quando si occupava di America Latina nell’ufficio pianificazione politica del dipartimento di Stato, dice che Kissinger �sentiva di essere un ebreo tedesco adottato dall’America: servire in guerra lo aveva reso pi� americano, ma alla fine credo rimanesse convinto di non esserlo�. Ad Atlanta, in Georgia, nell’aprile del 1974, durante il Watergate, erano insieme in taxi e Einaudi racconta che l’autista lo riconobbe. �Mister Kissinger, ha mai pensato di correre per la presidenza? Il Paese ha bisogno di qualcuno come lei�. Kissinger, �sorpreso, grugn� senza dire una parola�. Poi, mentre si allontanavano disse a Einaudi: �Avresti mai immaginato che gli Stati Uniti potessero essere in un tale caos da rivolgersi a un grasso ragazzo tedesco in cerca di leadership?�.(Non avrebbe potuto comunque, in quanto era naturalizzato americano). Forse non poteva diventare presidente, ma ha deciso di continuare a esercitare la propria influenza sui principali leader mondiali fino alla morte.

Qualche mese fa, il giornalista Ted Koppel con cui si conoscevano da cinquant’anni, in una intervista per il suo centesimo compleanno, gli ha chiesto: �Se uno dei tuoi assistenti chiamasse il presidente cinese Xi, dicendogli: “Il Dr Kissinger vuole parlare con lei�, pensi prenderebbe la chiamata?�. E Kissinger: �C’� una buona probabilit� che lo farebbe�. �E il presidente russo Vladimir Putin?�. �Probabilmente s�. �E se un presidente ti chiedesse di volare a Mosca a parlare con Putin, lo faresti?�. �Sarei propenso a farlo… ma come consigliere, non come persona attiva…� aveva risposto Kissinger, provocando una risata del giornalista. �Non stavo pensando di ridarti il ruolo di segretario di Stato, ovviamente saresti un consigliere!�, aveva aggiunto Koppel. Kissinger era rimasto impassibile. �S�, assolutamente�, aveva concluso con un cenno della mano.

Einaudi racconta di aver imparato da Kissinger che le parole contano e che sono un’arte. �Possono essere usate non solo per articolare le politiche, ma per svilupparle e a volte estenderle, per smussare le critiche e cercare, o perfino creare, consenso�. E aggiunge: �A noi della Pianificazione chiedeva di non di criticarlo per ci� che aveva fatto la settimana prima o di consigliarlo per il giorno dopo, ma di pensare ai prossimi sei mesi: cosa straordinaria nel governo�. Quel 5 ottobre, al Council on Foreign Relations, Kissinger sembrava un uomo che guarda al passato per riconfermare la sua �legacy�, la sua eredit�, il modo in cui sarebbe stato ricordato nella consapevolezza che i suoi giorni erano quasi finiti.

�Penso che le accuse di essere insensibile ai diritti umani lo ferissero e che sia motivato dal desiderio di correggere la narrazione storica - ci ha detto Einaudi quando gli abbiamo chiesto che cosa, secondo lui motivasse Kissinger ad essere ancora attivo a 100 anni -. Ha scritto molto di Cambogia. Quanto al Cile, penso che Nixon fosse stato influenzato contro Salvador Allende da alcuni cileni e americani e che Kissinger non avesse altra scelta che assecondarlo. Kissinger era pi� conservatore di me, anche reazionario, ma � un conservatorismo basato sull’esperienza della guerra in Europa: sapeva che l’innocenza americana � una sciocchezza, che sono stati commessi abusi dei diritti umani e forse pensava che nella vita e nella storia � impossibile a volte evitarli. In America c’� una tradizione di violenza preventiva, come con Bush W., ma non credo che Kissinger l’avrebbe condivisa�.

Ma ovviamente continuava a riflettere sulle crisi attuali. Quando una donna dal pubblico gli ha chiesto cosa ne pensasse della possibile normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita, Kissinger ha esitato a lungo, prima di parlare. Poi ha replicato: �Sono incerto. Da una parte darei il benvenuto a un accordo tra sauditi e Israele, dall’altra dovrebbe essere basato sugli interessi reciproci e il fatto che un terzo Paese paghi un prezzo (gli Stati Uniti ndr) non ti d� molta speranza. Ma ci sto ancora pensando, non ho una posizione formale definitiva�.


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30 novembre 2023 (modifica il 30 novembre 2023 | 05:31)

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