Biden lancia la sfida per la rielezione: “Trump minaccia la democrazia”
New York — La democrazia è ancora una “causa sacra” per gli Stati Uniti? È la domanda chiave che il presidente Biden ha posto al Paese nel discorso pronunciato ieri a Valley Forge, con cui ha iniziato la campagna per la sua rielezione. L’ha dipinta come una sfida epocale per la sopravvivenza dei valori fondanti della nazione, minacciati da Donald Trump: «È pronto a sacrificare la democrazia per tornare al potere. Ha promesso una campagna di vendetta. Usa lo stesso linguaggio dei nazisti. Ammira Putin e i dittatori. Democrazia e libertà saranno sulla scheda a novembre».
Biden ha parlato vicino al luogo dove nel 1777 le truppe comandate da Washington si erano accampate per superare il rigido inverno e rilanciare l’attacco ai britannici per l’indipendenza. Lo ha fatto alla vigilia del 6 gennaio, anniversario dell’assalto al Congresso con cui i sostenitori dell’ex presidente, oggi favorito per la nomination del Gop nonostante 91 incriminazioni penali, avevano cercato di sovvertire con la violenza i risultati delle elezioni.
Usa 2024, Biden: "Nessun dubbio, Trump appoggiò la rivolta di Capitol Hill"

«Questa domanda - ha detto Biden - non è retorica, accademica o ipotetica. Se la democrazia sia ancora la causa sacra dell’America è la questione più urgente del nostro tempo. È lo scopo delle elezioni del 2024». Il presidente ha accusato Trump di aver scatenato gli assalitori con le sue bugie: «Non stavano cercando di sostenere la volontà del popolo, cercavano di negarla».
Quindi ha accusato i repubblicani di tradire i valori fondanti dell’America: «Quelle voci Maga che conoscono la verità su Trump e sul 6 gennaio hanno abbandonato la verità e la nostra democrazia. Hanno fatto la loro scelta. Ora il resto di noi - democratici, indipendenti, repubblicani tradizionali - dobbiamo fare la nostra. Io conosco la mia. E credo di conoscere quella dell’America».
Il discorso era stato anticipato da buone notizie sull’economia: 216mila posti di lavoro creati a dicembre, disoccupazione al 3,7%. Gli americani però non percepiscono che le cose vanno bene, perché gli aumenti dei prezzi provocati dall’inflazione mordono di più. Perciò la “Bidenomics” non aiuta la popolarità del presidente, in particolare tra i colletti blu di Pennsylvania, Michigan e Wisconsin che avevano decretato la sua vittoria nel 2020. I sondaggi lo danno dietro a Trump in 5 dei 6 Stati decisivi a novembre e la sua coalizione si sgretola, per le defezioni di giovani e minoranze, a partire da ispanici e neri. Le guerre in Ucraina e Medio Oriente, e la sua età, accrescono instabilità e incertezza.

In attesa che questo quadro migliori, Biden ha deciso di puntare sull’allarme democrazia. Oggi è il 6 gennaio e per l’assalto al Congresso di tre anni fa sono state incriminate 1.250 persone, di cui 890 condannate e 450 in prigione. Tra gli accusati c’è anche Trump, che il 4 marzo dovrebbe andare a processo per l’inchiesta del procuratore Jack Smith, anche se usa ricorsi e appelli per ritardare il giudizio fino a dopo il voto, quando tornando alla Casa Bianca potrebbe cancellare l’interno procedimento.
Trump: "Io dittatore? Mi piacerebbe farlo almeno per il primo giorno"

È incriminato in altri tre casi penali, per i documenti segreti a Mar a Lago, le interferenze elettorali in Georgia, e i pagamenti alla pornostar Stormy Daniels. Questi casi però finora lo hanno aiutato ad aumentare la popolarità, e la metà dei suoi sostenitori è convinta che l’assalto del 6 gennaio sia stato un complotto dell’Fbi.
Resta da vedere l’effetto che un’eventuale condanna avrebbe sugli elettori indipendenti e moderati, perché in questo caso un quarto degli elettori repubblicani sarebbe pronto a scaricare Donald, e l’esito della disputa per cancellarlo dalle schede a causa della violazione del 14esimo emendamento della Costituzione. Una corsa in salita per Biden, che però ha promesso: «Non consentirò a Trump di farci abbandonare la democrazia».