Il libro sul D-Day di Antony Beevor, in edicola gioved� 6 giugno con il �Corriere�, comincia dai saloni Regency di Southwick House, una residenza 8 chilometri a nord di Portsmouth, il grande porto britannico sulla Manica. In quell’edificio, nella tarda primavera del 1944, posto di comando supremo del corpo di spedizione alleato, il generale americano Dwight David �Ike� Eisenhower, responsabile dell’intera operazione, prese la decisione di dare il via libera allo sbarco per la mattina del 6 giugno, dopo che la data prevista in origine, il 5 giugno, era stata annullata a causa del maltempo.
Lo sbarco in Normandia per battere Hitler: il libro in edicola con il «Corriere»
Inglesi e americani approdano sulle coste francesi e colgono di sorpresa i nazisti. Ma furono necessari lunghi combattimenti per arrivare a liberare Parigi. Il 6 giugno con il quotidiano il volume di Antony Beevor sul D-Day

Paracadutisti britannici sincronizzano gli orologi prima del decollo verso la Normandia
L’attacco fu lanciato sulla base di nuove previsioni meteo che prevedevano l’arrivo di una piccola fase di alta pressione sulle coste normanne, tale da garantire una relativa calma di vento e un abbassamento del moto ondoso. Una previsione che nessun meteorologo tedesco era stato in grado di fare, perch� la virtuale sconfitta della marina e dell’aviazione del Reich nella battaglia dell’Atlantico e nei cieli britannici impediva i rilevamenti meteo a lungo raggio. E anche per questo la Wehrmacht fu colta completamente di sorpresa. Partendo da questo episodio, il libro racconta in una serie di brevi flashback le settimane precedenti lo sbarco, per poi entrare nel vivo dell’azione con l’arrivo sul suolo francese dei paracadutisti americani e britannici nell’immediato entroterra delle spiagge, i primi a protezione del loro fianco occidentale e i secondi di quello orientale, a nord-est di Caen, una delle pi� importanti citt� della Normandia e obiettivo degli sbarchi britannici (sar� per� conquistata solo dopo oltre un mese).
Poi c’� il racconto minuzioso dell’assalto anfibio, condotto da sei divisioni
americane, britanniche e canadesi trasportate e appoggiate da cinquemila navi, che i soldati di Hitler riuscirono solo in qualche punto a ostacolare ma non a impedire del tutto, e delle settimane successive, caratterizzate da scontri sanguinosi tra invasori e difensori, da un tasso di perdite che ricorda i massacri davanti alle trincee della Grande guerra e da un notevole grado di ferocia tra i due schieramenti, con fucilazione di prigionieri e massacri di feriti. La Wehrmacht, vincolata anche dagli ordini di Hitler di non cedere un metro di terreno, era invano impegnata nel tentativo di �sigillare� le teste di sbarco via via pi� larghe degli avversari, anche se per farlo era costretta a impegnare le sue unit� migliori, che si dissanguavano lentamente. Dal canto loro gli Alleati dovevano lottare per guadagnare ogni metro di spazio nel difficile territorio normanno, caratterizzato da siepi e villaggi in pietra, e particolarmente adatto alla difesa. L’obiettivo di questi assalti, di necessit� frontali e quindi assai cruenti, era sfondare le linee avversarie e sfruttare in terreno aperto la superiorit� di uomini e mezzi motorizzati raggiunta con il continuo afflusso di rinforzi dalla Gran Bretagna.
Lo sfondamento, quando arriv�, a fine luglio, fu per i tedeschi un disastro. Dal fianco occidentale della testa di sbarco alleata, ormai cos� profonda da arrivare quasi alla penisola bretone, le forze corazzate e motorizzate americane presero a correre verso est e nordest, minacciando non solo Parigi e i guadi sulla Senna, ma anche le retrovie di ci� che restava delle divisioni di �lite della Wehrmacht, ancora bloccate di fronte ai britannici e ai canadesi. Fu cos� che si form� la cosiddetta sacca di Falaise, in cui si trovarono intrappolate tutte le forze tedesche nella Francia settentrionale. Il bilancio finale fu disastroso per la Germania: nei tre mesi della campagna estiva in Francia le divisioni tedesche avevano lasciato sul terreno 2.200 carri armati, 240.000 uomini, tra morti e feriti, e circa 200.000 prigionieri. Il XXI gruppo d’armate britannico e canadese aveva registrato 83.045 perdite. Nel XII gruppo d’armate Usa erano stati uccisi o feriti 125.847 uomini. A questi numeri vanno aggiunti i 16.714 morti e dispersi delle forze aeree alleate.
Le bombe dei due contendenti, soprattutto quelle anglo-americane, avevano ucciso 19.890 cittadini francesi, e altri 15.000 morti e 19.000 feriti civili erano stati provocati dai bombardamenti preparatori all’invasione. Enormi le distruzioni, anche se limitate alla sola Normandia: a Caen, capoluogo dipartimentale del Calvados, erano rimaste solo 8.000 case abitabili per 60.000 abitanti e la ricostruzione della citt�, iniziata nel 1948, sarebbe stata completata solo nel 1962.
Il libro si chiude con la liberazione di Parigi a opera della Deuxi�me division blind�e, una divisione corazzata composta da francesi ma armata ed equipaggiata dagli americani, guidata dal generale Leclerc, un uomo �austero e grande patriota�, scrive Beevor, che in realt� si chiamava conte Philippe de Hauteclocque, ma aveva cambiato nome per evitare rappresaglie sulla famiglia rimasta in patria. L’unit�, impegnata a liquidare le ultime resistenze tedesche, scalpitava per liberare Parigi, che il 18 agosto era insorta per scacciare i tedeschi. Eisenhower e i suoi comandanti volevano in realt� aggirare la capitale francese per continuare l’inseguimento dei tedeschi in fuga. Ma cedettero alle pressioni di Charles de Gaulle. Il generale, fuggito dalla Francia prima della sconfitta del 1940, si era autoproclamato capo della Francia Libera e da allora si era impegnato a ogni costo e in ogni occasione, con grande alterigia, a riaffermare la grandezza e l’indipendenza del proprio Paese.
De Gaulle era preoccupato che i tedeschi potessero massacrare gli insorti parigini: del resto Hitler aveva ordinato al generale Dietrich von Choltitz, comandante militare della citt�, di raderla al suolo. Ordini che per fortuna vennero ignorati, il tedesco prefer� la resa. Il leader francese era anche timoroso che la rivolta, in cui i partigiani comunisti avevano assunto un ruolo guida, condizionasse l’assetto politico postbellico. Cos� Parigi fu liberata e il 26 agosto, contravvenendo agli ordini degli americani, de Gaulle fece una marcia trionfale lungo gli Champs-�lys�es fino alla cattedrale di Notre-Dame. Con la conquista di Parigi la campagna di Francia era finita.
Il volume a 12,90 euro
Esce gioved� 6 giugno in edicola con il �Corriere della Sera� il libro dello storico inglese Antony Beevor D-Day. La battaglia che salv� l’Europa, al prezzo di euro 12,90 pi� il costo del quotidiano. Il volume, che resta in vendita per un mese, � pubblicato in collaborazione con Rizzoli e si apre con la prefazione di Paolo Rastelli anticipata qui sopra. Contiene anche tre inserti fotografici con immagini suggestive. Si tratta di una ricostruzione accurata della cosiddetta operazione Overlord, di cui ricorre l’ottantesimo anniversario: lo sbarco in Normandia delle truppe angloamericane, il 6 giugno 1944, e la grande campagna militare che ne consegu�. Le forze al comando del futuro presidente degli Stati Uniti, Dwight Eisenhower, approdarono su cinque spiagge della costa normanna, cogliendo di sorpresa le truppe del Terzo Reich asserragliate nel cosiddetto Vallo Atlantico. Vi fu poi il tentativo tedesco di bloccare l’avanzata degli Alleati. Dopo una serie di violentissimi combattimenti, alla fine di luglio il fianco sinistro dei nazisti cedette: gli americani sfondarono le linee nemiche ed effettuarono una micidiale manovra di accerchiamento, chiudendo un gran numero di forze tedesche nella sacca di Falaise. Antony Beevor, nato a Londra nel 1946, � uno dei pi� noti storici militari: le sue opere, scritte con stile scorrevole e vivace, sono tradotte in 35 lingue e hanno venduto oltre otto milioni di copie. Allievo di John Keegan, ex ufficiale dell’esercito britannico, Beevor ha scritto anche romanzi e si � aggiudicato prestigiosi premi. Tra i suoi libri pubblicati in Italia: Stalingrado (traduzione di Sergio Mancini, Rizzoli, 1998); Berlino 1945 (traduzione di Enzo Peru, Bur Rizzoli, 2002).
5 giugno 2024 (modifica il 5 giugno 2024 | 21:37)
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