Orbán, la visita a Mosca da Putin che fa infuriare l'Ue:«Ci danneggia»

diFabrizio Dragosei 

Dopo l'incontro con Zelensky a Kiev, il premier ungherese Viktor Orbán è volato a Mosca dal presidente russo Putin. Una mossa che non è piaciuta all'Unione europea

La visita improvvisata a Mosca è servita quasi unicamente a rilanciare la voglia di Viktor Orbán di apparire sulla scena internazionale come leader «anti». Contro l’establishment europeo, contro la posizione della maggior parte dei Paesi dell’Unione che hanno quasi tutti reagito con veemenza all’iniziativa del piccolo Trump d’Ungheria. Risultati invece zero, come a Kiev dove era stato subito prima.

Putin
lo ha incontrato con tutti gli onori, ma ha fatto precisare che il colloquio è avvenuto su richiesta ungherese avanzata appena due giorni prima. E ha respinto la proposta di cessate il fuoco immediato e senza condizioni che Orbán aveva provato a far digerire anche a Zelensky. La Russia è pronta alla tregua ma solo alle sue note condizioni: ritiro delle truppe ucraine da tutti le regioni che Mosca rivendica, limitazione agli armamenti che Kiev può avere, niente ingresso nella Nato, cancellazione delle sanzioni contro la Russia, eccetera.

Alla fine, in una conferenza stampa senza domande, Orbán ha dovuto ammettere di aver capito «che le posizioni delle parti sono molto lontane». Ma non servivano i due viaggi per arrivare a questa conclusione. Le sortite del primo ministro, che dal 1° luglio ha la presidenza di turno dell’Unione, hanno avuto però l’effetto di far andare su tutte le furie mezza Europa. Dalla presidente della Commissione, al segretario generale della Nato. «L’appeasement non fermerà Putin», ha detto Ursula von der Leyen facendo riferimento alla politica «morbida» della Gran Bretagna nei confronti di Hitler prima dell’invasione della Polonia del 1939. E ha aggiunto: «Solo l’unità e la determinazione apriranno la strada a una pace globale, giusta e duratura in Ucraina». Per la Casa Bianca il viaggio è «controproducente» mentre il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani dice: «Io non ci sarei andato».

La prossima rappresentante per la politica estera della Ue e attuale premier estone Kaja Kallas ha affermato che Orbán sta sfruttando la presidenza per seminare confusione: «L’Ue è unita, chiaramente dietro all’Ucraina e contro l’aggressione russa». Il segretario Nato Jens Stoltenberg e il responsabile della politica estera Josep Borrell si sono affrettati a precisare che il leader ungherese in queste sue iniziative non rappresenta assolutamente né la Nato né l’Unione. Ha spiegato Borrell: «L’incontro ha avuto luogo unicamente nell’ambito delle relazioni bilaterali tra Ungheria e Russia».

Orbán era arrivato a Mosca in tarda mattinata per vedere subito Putin al Cremlino assieme ai ministri degli Esteri e al responsabile russo delle fallite trattative che si svolsero in Turchia subito dopo l’inizio della guerra nel 2022. Così, come ha spiegato ai giornalisti dopo i colloqui durati complessivamente poco più di un paio d’ore, Putin non si è mosso dalla sua posizione. Lui vuole «non un armistizio o un cessate il fuoco provvisorio», ma un «completo e definitivo termine delle ostilità» alle condizioni già enunciate e più volte respinte da Kiev. La stessa musica che Orbán aveva sentito da Zelensky, il quale aveva precisato che è la Russia a doversi ritirare dalle sue posizioni prima delle trattative e non l’Ucraina.

5 luglio 2024

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