Sorrisi e livree, il lavoro dei Reali e la felicità da mostrare
Re Carlo e Kate, dopo la malattia. E il segnale politico di ottimismo. La visita dell'imperatore del Giappone. Con i nuovi impegni Royal in agenda
«È il lavoro della felicità». Lo ripeteva il segretario di Elisabetta II, Martin Charteris. Il ruolo di un re è anche far sognare. Così si spiega la Pomp and pageantry di cocchi e livree. E quanto fosse centrale «il lavoro della felicità» lo sapeva bene Filippo che lo ricordava agli aspiranti a un posto nella Royal Household.
Quel «lavoro della felicità», re Carlo e la principessa del Galles, sorridente e perfetta ieri a Buckingham Palace, l’hanno svolto magistralmente. Solo la magrezza di Kate tradiva la spietata realtà del cancro, mesi di malattia dall’operazione il 16 gennaio scorso.
Il cancro ammesso dalla principessa nel messaggio della vigilia: «La chemioterapia è in corso e lo sarà ancora per alcuni mesi... ci sono giorni buoni e giorni no in cui ti senti stanco, debole». Pure il re ha interpretato il suo duty, anche se il volto tradiva la fragilità emotiva del momento: la famiglia reale finalmente riunita davanti al mondo, dopo l’inizio horribilis del 2024. Per rispettare l’altra regola Windsor: «The king has to be seen to be believed», un re va visto per essere creduto.
Così, re Carlo e Kate hanno mandato dal balcone voluto da Vittoria nel 1851 un messaggio di ottimismo: segnale politico di saldezza dell’istituzione finita nei mesi scorsi nel vortice infernale di feroci speculazioni alimentate da troll e social media ostili. Un affaccio al balcone simbolico come quello di Elisabetta, fragile e con problemi di movimento, al Giubileo di Platino.
«Sì l’apparizione nel 2022 per il Giubileo di Platino della regina fu particolarmente attesa, tanto più che poi non poté andare a St Paul. Ma c’è anche un altro affaccio nella storia, l’ultimo di un re: Giorgio VI nel 1950», dice al Corriere lo storico Hugo Vickers. E al Trooping the Colour 1951 il posto di Giorgio VI malato di cancro sarà preso dalla principessa Elisabetta.
Per Kate la presenza ieri con i figli George, Charlotte e Louis, è stata però anche un gesto d’amore. L’aveva detto nella video-confessione del cancro, a marzo, sulla Bbc: la sua priorità è sempre stata rassicurarli che «tornerò quella di prima». E l'ha fatto, li ha rassicurati, affacciandosi al balcone con loro. Come ha sempre fatto.
Ma il percorso di guarigione della principessa sarà ancora lungo dopo il cancro. «Ho imparato ad essere paziente», ammette Kate che «spera di unirsi ad alcuni impegni pubblici in estate». Pare di capire che Kensington Palace escluda Ascot, mentre si spera in Wimbledon, è la patrona. Quanto a Carlo che nel 2023 cavalcò in sella a Noble al Trooping the Colour, ieri dopo le cure per un cancro scoperto dopo l’operazione alla prostata, ha seguito dal cocchio la parata. «Venerdì re Carlo non c’era alla tradizionale Colonel’s conference e alla successiva cena — nota Vickers —. Ma c’era al Trooping the Colour. Abbastanza per rassicurare».
Non solo, ma dal ritorno in pubblico il 30 aprile scorso il re ha tenuto un ritmo serrato. E dal 25 al 27 giugno Carlo III accoglierà a Londra l’imperatore del Giappone Naruhito (chissà se Kate ci sarà al ricevimento). Deciso a volare in Australia e Samoa a ottobre per il vertice dei Paesi del Commonwealth.
© RIPRODUZIONE Riservata