
Nike prevede vendite in calo. Tagli al personale e prezzi in aumento per far quadrare i conti
NEW YORK - La Nike ha lanciato l'allerta su un possibile calo degli acquisti da parte dei consumatori. La multinazionale americana ha rivisto al ribasso le previsioni di vendita annuale, scatenando preoccupazione tra gli azionisti.
Il titolo a Wall Street, venerdì pomeriggio, aveva perso oltre il 12 per cento. Nell’ultimo trimestre fiscale, che si è chiuso il 30 novembre, Nike ha registrato vendite per 13,39 miliardi di dollari, inferiori rispetto alle previsioni di 13,43 miliardi, ma che ha portato una crescita del 19 per cento dei profitti, a 1.58 miliardi.
Il guadagno per azione è stato di 1,03 dollari contro gli 85 centesimi attesi. Nel piano di tagli, tra cui quello del personale avviato silenziosamente - secondo quanto riferito dal giornale The Oregonian - a inizio dicembre, la compagnia punta a risparmiare due miliardi nei prossimi tre anni.

Le piattaforme online
Ma quello che denuncia Nike preoccupa Wall Street, perché potrebbe essere un segnale che va oltre il dato contingente.
I consumatori hanno ridotto la spesa e anche sulle piattaforme online il traffico è stato più debole di quello atteso, mentre i competitori hanno lanciato promozioni speciali.
Nike ha dovuto tagliare i ricavi nell’anno fiscale, che finisce a maggio, registrando un aumento ridotto soltanto all’1 per cento, molto meno rispetto alle ottimistiche previsioni degli analisti che avevano fissato al 3,8 per cento la percentuale di crescita.

La narrazione del prodotto
I dati porteranno a un’accelerazione della nuova strategia del brand dell’Oregon, che punta a “semplificare l’assortimento”. “In questo contesto di competitività - ha spiegato il responsabile finanziario Matt Friend in una conference call - abbiamo bisogno di accelerare il nostro percorso di innovazione, massimizzare l’impatto della narrazione del prodotto e alzare la nostra velocità”.
“Nell’ultimo trimestre - ha aggiunto - ho messo in evidenza i numeri di rischio in ambito operativo, inclusi gli effetti di un dollaro più forte nel mercato monetario mondiale e la domanda del consumatore durante la stagione delle festività. Non vedo l’ora di avere un quadro più chiaro”.
Tolti i costi di ristrutturazione, che si dovrebbero aggirare tra i 400 e i 450 milioni di dollari, Nike prevede di chiudere lo stesso in segno positivo grazie anche all’aumento dei prezzi e alla stabilità del sistema di forniture che ha contenuto i costi.
Il margine lordo dovrebbe crescere tra 1,4 e 1,6 punti, in attesa di tempi migliori. Il 2024, con le Olimpiadi di Parigi, è visto come una tappa chiave: dovrebbe portare di nuovo un’impennata del brand grazie anche a nuove sneaker e alle innovazioni nel settore basket.