L'ex azzurra Moellhausen in pedana alle Olimpiadi nonostante il tumore, si sente male ma prosegue: ora è stata operata

diAlessandro Vinci

Da mesi alle prese con un cancro benigno al coccige, la spadista classe 1985 (che oggi rappresenta il Brasile) non ha voluto mancare all'appuntamento malgrado i dolori dovuti alla malattia. Eliminata dalla canadese Xiao, aveva programmato apposta l'intervento dopo la conclusione delle gare

Sebbene le Olimpiadi rappresentino il più prestigioso palcoscenico dello sport mondiale, anche per gli atleti possono esistere sfide ancora più importanti. Ne sa qualcosa l'ex spadista azzurra Nathalie Moellhausen, 38enne nata a Milano da padre italo-tedesco (figlio di un console) e madre italo-brasiliana (la stilista Valeria Ferlini), che dal 2014 rappresenta in campo internazionale proprio il Paese sudamericano. Eliminata sabato già al primo turno dalla canadese Ruien Xiao, da febbraio è infatti alle prese con un tumore benigno al coccige per rimuovere il quale lunedì, a nemmeno 48 ore dall'incontro, è stata operata nello stesso ospedale che aveva lasciato appena pochi giorni prima di prendere parte ai Giochi. 

Dolori lancinanti

«La sfida per recuperare in tempo per la competizione è stata enormeaveva fatto sapere venerdì l'entourage della schermitrice –. Vada come vada, Nathalie sarà sulla sua amata pedana di scherma ancora una volta, come lei aveva sognato e contro ogni statistica e previsione». Per nulla al mondo, d'altronde, la classe 1985 avrebbe saltato l'attesissimo appuntamento proprio nella città in cui risiede da quando, appena 18enne, aveva lasciato l'Italia per essere allenata dal maestro Daniel Levavasseur. Da qui la sua decisione di programmare l'intervento appena dopo la competizione a cinque cerchi, sebbene la malattia le stesse provocando dolori sempre più lancinanti al punto da costringerla a ricorrere a massicce dosi di morfina. Impossibile, in tali condizioni, puntare a una medaglia: quel che più contava era partecipare, in linea con il più autentico spirito decoubertiniano. 

«Guerriera!»

«Guerriera!», l'ha definita sui social il Comitato Olimpico del Brasile alla luce di quanto accaduto durante il match contro Xiao. Nel corso del terzo assalto Moellhausen si è infatti sentita male: tremori alle gambe, giramenti di testa, la richiesta di una sedia per riprendere fiato dopo essersi gettata a terra. Ma non ha mollato. Tre minuti di pausa e poi via di nuovo alle stoccate al Grand Palais: 15-11 per la canadese il punteggio finale, ma poco importa perché la prova più impegnativa resta ancora da superare. Al suo fianco, nella degenza che la attende, ci saranno idealmente anche le ex compagne di Nazionale Bianca Del Carretto, Francesca Quondamcarlo e Cristiana Cascioli, con cui nel 2009 conquistò il titolo mondiale a squadre ad Antalya. Dalle prove dello sport a quelle della vita. Una vita alla quale già l'anno scorso la regista Martina Moor ha dedicato un film documentario intitolato Touché. E che è ora pronta ad arricchirsi di un nuovo, (av)vincente capitolo. 

29 luglio 2024

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