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Stilo, ministilo, a bottone: perché esistono ancora così tanti tipi di batterie? La guida (e cosa ci attende in futuro)
«Ma che ne sanno i 2000» è un brano di Gabry Ponte, nei cui primi versi viene chiesto (retoricamente), cosa può sapere una persona nata dopo il 2000 di ciò che era considerata la norma lo scorso millennio. Nel testo della canzone, tra le varie memorabilia dell'epoca, ad esempio viene citato il Walkman; prima che lo smartphone contenesse all'interno diverse funzionalità attribuite inizialmente ad altri oggetti, come la radio e il riproduttore musicale, all'epoca c'era proprio il walkman e ovviamente, andava a batterie. Ed era un tipo di batterie diverso, per esempio, da quelle richieste per la torcia, per la calcolatrice, oppure ancora da un videogioco che ha riscosso grande successo tra i giovani degli anni '90, come il Tamagotchi. Essere un Millennial dunque, voleva dire anche conoscere bene il tipo di batteria adatto al prodotto o all'elettrodomestico che si intendeva utilizzare.
Ora le cose sono cambiate. Molti oggetti come detto in precedenza sono concentrati in un unico prodotto, qual è lo smartphone. Come l'orologio, il lettore musicale, la torcia, la fotocamera, il telefono, la calcolatrice, etc. Ma come mai esistono (ancora) così tanti tipi di batterie? Facciamo prima un passo indietro, di circa due secoli.
Ora le cose sono cambiate. Molti oggetti come detto in precedenza sono concentrati in un unico prodotto, qual è lo smartphone. Come l'orologio, il lettore musicale, la torcia, la fotocamera, il telefono, la calcolatrice, etc. Ma come mai esistono (ancora) così tanti tipi di batterie? Facciamo prima un passo indietro, di circa due secoli.