Sinistra radicale, ecologisti, russi: i sospetti per l'attentato alle ferrovie francesi

diStefano Montefiori, da Parigi

Il timore è che una potenza straniera «usi» gli ecologisti per destabilizzare

Le due piste privilegiate per gli atti di sabotaggio degli ultimi giorni in Francia sono da un lato gli ambienti dell’estrema sinistra e degli ecologisti radicali, e dall’altro la Russia, e non è detto che le due ipotesi si escludano a vicenda. Sembra avere questo in mente il ministro (dimissionario) dell’Interno, Gérald Darmanin, quando dice che «la polizia ha identificato un certo numero di persone che potrebbero essere responsabili. Si tratta del tradizionale modo di agire dell’ultra-sinistra e le persone identificate potrebbero essere vicine a questo movimento. Ma dobbiamo essere cauti, la questione è se agiscono per conto proprio o se sono state manipolate». 

Il sospetto è che gli attivisti possano essere stati usati da una potenza straniera come la Russia (ma nei giorni scorsi si è parlato anche dell’Iran, suo alleato nell’invasione dell’Ucraina ) interessata a destabilizzare i Giochi e la Francia. Darmanin ha confermato l’arresto, sabato, di una cinquantina di attivisti ecologisti del movimento Extinction Rebellion, sospettati di fare parte di un più ampio gruppo di 150 persone determinate a compiere azioni di sabotaggio o proteste radicali a Parigi durante i Giochi. 

Dopo essere stati identificati sono stati tutti rilasciati: non sono loro gli autori materiali dei sabotaggi alle linee ferroviarie dei Tgv, ma l’ipotesi è che almeno gli esecutori materiali degli attacchi vengano dallo stesso ambiente, magari incoraggiati e aiutati da emissari inviati dalla Russia, da mesi impegnata in quella che i francesi chiamano «la guerra asimmetrica» contro Parigi. Sul sito vicino agli attivisti ambientalisti Reporterre i militanti difendono il loro diritto di manifestare contro i Giochi e protestano contro la limitazione delle libertà per tutelare l’Olimpiade. 

Sabato mattina avevano in programma di esibire striscioni contro i Giochi sul Pont des Arts, nel cuore della capitale, ma non ne hanno avuto la possibilità. 

«Si è trattato di arresti preventivi — dice Alexis Baudelin, avvocato di Extinction Rebellion —, perché in questo momento la procura vuole evitare qualsiasi problema durante i Giochi. Alla minima azione, anche simbolica, le persone vengono private della libertà e sottoposte a misure sproporzionate. Di fronte a una forte contestazione sociale, l’unico modo per il governo è di nasconderla». 

Ma accanto o assieme alla pista dell’estrema sinistra c’è quella di un’azione di disturbo della Russia, da mesi impegnata in tutta Europa e in particolare in Francia, considerato l’avversario principale soprattutto dopo che il presidente Emmanuel Macron non ha escluso l’ipotesi di mandare truppe di terra in Ucraina. «Non crediamo a un atto ostile diretto della Russia durante i Giochi, sarebbe un’azione troppo aggressiva», avevano detto fonti del ministero dell’Interno subito prima del via all’Olimpiade. Proprio per questo invece un ruolo di supporto, di sostegno logistico e informativo non è da escludere, anche perché le azioni di sabotaggio commesse finora sono state complesse e coordinate, impossibili da realizzare da parte di pochi militanti privi di mezzi consistenti.

I sabotaggi, in particolare delle reti ferroviarie, sono metodi tipici anche della Russia: nel marzo 2023 l’Agenzia europea per la sicurezza informatica ha elencato una serie di «importanti attacchi cyber» commessi da pirati informatici pro-russi ai danni delle compagnie ferroviarie di Lettonia, Lituania, Romania ed Estonia, e nei mesi scorsi altri tentativi di sabotaggio che hanno coinvolto la Russia sono stati denunciati in Polonia e Repubblica ceca. E all’inizio di giugno un cittadino con passaporto russo originario nel Donbass è rimasto ferito nella sua stanza di albergo vicino all’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi mentre preparava una bomba. Di fronte alle voci di un coinvolgimento russo ieri il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha denunciato «nuove accuse infondate contro la Russia», mentre il Rassemblement national di Marine Le Pen ha aperto una petizione per lo scioglimento e la messa fuori legge dei «gruppuscoli di estrema sinistra». 

29 luglio 2024

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