La vendetta finale di Stormy Daniels, pornostar entrata nella Storia
La vita dell'attrice hard ha incrociato quella di Donald Trump nel 2006: la notte insieme, il pagamento illegale e la testimonianza in aula
«Qual è il prezzo del desiderio?», c’era scritto sulla copertina del dvd del film intitolato, per l’appunto, Il prezzo del desiderio, scritto diretto e interpretato da Stormy Daniels nel 2009. Quindici anni dopo, è arrivata la risposta: 130 mila dollari per assicurarsi discrezione durante la campagna presidenziale del 2016 ma soprattutto, in questo 2024 che non finisce di sorprendere, 34 capi di imputazione, prima condanna penale per un ex-presidente americano. Tutto per una liaison (fugace, ha spiegato lei in varie interviste e anche in aula, con dovizia eccessiva di particolari anche anatomici) tra l’allora imprenditore e personaggio da reality Donald Trump e la pornostar che è entrata di diritto nei libri di Storia americana.
Libri di Storia che da un lato non potranno riportare per esteso i titoli della quasi sempre irriferibile filmografia di Daniels, ma registreranno per i posteri la strana storia della donna che già sei anni fa aveva promesso fin dal titolo dell’autobiografia, Full Disclosure, «completa divulgazione», di essere allergica ai segreti.
Nata il 17 marzo del 1979 in Louisiana, umili origini, quella di Stephanie Gregory Clifford è un’infanzia di povertà e abusi fino all’adolescenza con il lavoro da telefonista in un maneggio che fa nascere il grande amore della sua vita, l’equitazione. Il sogno infranto di una borsa di studio negata all’ottima università Texas A&M — voleva diventare veterinaria specializzata in cavalli — e il redditizio lavoro da spogliarellista — Stephanie diventa Stormy — al Gold Club di Baton Rouge appena raggiunta la maggior età, a 21 anni eccola pornostar con immediato successo e la bravura di diventare una delle pochissime ragazze a non finire sfruttate e poi rapidamente scaricate dal business dei film per adulti. Stormy diventa regista, scrive i copioni, cura le copertine dei dvd, guadagna secchiate di banconote ogni volta che si esibisce nei locali di striptease, investe con oculatezza i guadagni e finalmente diventa proprietaria di una scuderia. Grazie anche al palmarès di premi che le valgono un posto, nel 2014, tra le dive della Hall of Fame, le immortali del cinema per adulti.
Nel luglio 2006 Daniels, allora 27enne, incontra l’allora 60enne Trump a un torneo di golf in Nevada, a Lake Tahoe. Lui — da poco diventato papà per la quinta volta grazie alla sua terza moglie, Melania, che un giorno sarà first lady — la invita a cena, lei lo segue nella sua suite d’albergo, dove fanno sesso. Si rivedono, lui la invita a una festa per il lancio della sua vodka in California, e poi alla Trump Tower a New York. Non è semplicemente un uomo ricco — Daniels ne ha già conosciuti — ma come star del reality show televisivo The Apprentice può aiutarla a trovare la via d’uscita definitiva dal porno. Stormy già appare in piccole parti, comparsate, tra cinema e tv, e proprio dal 2006 ha l’ambita tessera del sindacato attori, il Sag. Trump non la aiuta, i due non si rivedono più, ma la campagna presidenziale che parte nel 2015 tra l’ilarità di mezzibusti Usa e presunti esperti lo porta nel 2016 alla vittoria.
Proprio durante quella campagna, già funestata dallo scandalo dell’audio nel quale lo si sente vantarsi di afferrare le donne per il pube, «te lo lasciano fare se sei una star», Trump decide di assicurarsi il silenzio di Daniels con una donazione di 130 mila dollari. Ma falsificare i registri delle entrate e delle uscite di una campagna è illegale, e credere che il tuttofare trafficone Michael Cohen anticipi la somma di tasca sua è troppo anche per i dodici giurati che l’altro ieri condannano — la legge richiede l’unanimità, Trump ora dovrebbe provare che tutti e dodici siano stati corrotti dai democratici — per la prima volta nella storia americana un ex presidente.
E Stormy? Ora vive in Florida e ieri ha parlato con i media il marito, anche lui ex pornodivo. Sempre attenta al prezzo del desiderio, ha ceduto l’esclusiva dell’intervista con la prima donna che ha fatto condannare un presidente a una tv. Pagata prima per tacere, ora per parlare: «There’s No Business Like Show Business», diceva quel vecchio musical, non c’è business come lo show business.