C’era una volta un bambino che… com’� iniziata la passione di Gigi Buffon per il calcio?
�Il pallone � lo strumento migliore per socializzare. Sono cresciuto a Marina di Carrara e quando avevo 6 anni ci siamo trasferiti in una zona dove c’erano una decina di ragazzi con cui spesso ci ritrovavamo in strada e giocavamo a biglie o a calcio. Con i platani a fare da porte. Giocavamo e ci prendevamo in giro a seconda dei risultati delle squadre del cuore, c’erano interisti, milanisti, juventini…�.
Gigi Buffon: «Per l’Europeo sposto il matrimonio con Ilaria D’Amico. Scommesse? Infangato senza aver fatto nulla, odio i bacchettoni»
Nel suo nuovo ruolo di capo della delegazione della Nazionale, si prepara a Germania 2024. Intanto si � iscritto alla Bocconi, studia inglese, si divide tra gli stadi di calcio e di basket, sport scelto dal piccolo Leopoldo. E sulle scommesse precisa: �Bisogna fare dei distinguo�

Gigi Buffon compir� 46 anni il 28 gennaio. Nella foto � con Ilaria D’Amico, la sua compagna (Afp)
E lei?
�Allora tifavo Juventus perch� d’inverno i miei genitori mi mandavano dagli zii a Udine e loro erano bianconeri sfegatati. Poi, come spesso capita, quando sei un ragazzino vieni rapito dai personaggi e cos� fui calamitato da Trapattoni: il suo modo di proporsi, i fischi, la sua esplosivit� che usciva dai canoni degli allenatori dell’epoca mi portarono a seguirlo in tutte le sue avventure. Quando and� all’estero avevo 9-10 anni e iniziai a tifare per le squadre meno blasonate, seguivo Pisa, Pescara, Como, Cesena e Avellino che erano in Serie A. Quando arrivavo a scuola e i compagni facevano l’elenco delle vittorie di Milan, Inter e Juve, io sottolineavo che il Pescara aveva vinto per la prima volta in A contro l’Inter. Poi dai 12 anni iniziai a tifare Genoa, avevo degli zii sulla cui macchina era incollato un grande adesivo con il Grifone. Una squadra magica, con una tradizione antica e una tifoseria bellissima�.
La sua prima volta su un campo da calcio vero?
�Avevo 6 anni, giocavo in una societ� di Spezia, il Canaletto, perch� mio padre allenava la prima squadra. Giocai l� per 2-3 anni, da centrocampista o libero. L’emozione di quando mi diedero il sacco con la tuta fu incredibile. Passavo giornate intere a sfogliare gli album delle figurine, studiavo la storia dei giocatori, delle squadre… l’idea di avere anche io una divisa e un borsone, di far parte di un gruppo, mi emozionava: ero orgoglioso come se la maglia che indossavo fosse stata quella del Real Madrid. Poi mio padre and� via e mi spostai alla Perticata, a Carrara, che era affiliata all’Inter. Mi divertivo tanto e avevo buoni risultati, facevo parte della rappresentativa provinciale e regionale�.
L� � diventato portiere?
�No, per i guantoni dobbiamo arrivare al 1990. Al Mondiale italiano venni letteralmente rapito dal Camerun: sulla carta erano i pi� deboli, avevano uno stemma che mi piaceva, delle belle facce, non erano fighi con tute ultimo modello ma concreti: questo mi fece empatizzare subito con loro. Non erano la mia seconda squadra, tifavo per i ragazzi africani con la stessa intensit� con cui mi sgolavo per gli Azzurri. Di quel Camerun so ancora i 22 nomi della rosa. In porta c’era Thomas N’Kono che aveva un modo di giocare e di interpretare le partite folkloristico, efficace, coraggioso. Faceva uscite di pugno respingendo per 30-40 metri, era un artista. Rimasi folgorato. Se poi sommiamo che mi era capitato, mancando il portiere, di andare in porta facendo prestazioni non male, prestazioni che mio padre sottolineava invitandomi a giocare almeno un anno da portiere prima di prendere una strada secca… Alla ripresa del campionato, decisi di mettermi tra i pali. Andai al Bonascola, cambiai perch� alla Perticata avevano gi� un portiere, non gli interessavo in quel ruolo�.
Quante volte si sono pentiti?
�Probabilmente tante, per� li capisco. Avrebbero dovuto lasciare un giocatore che conoscevano per uno che voleva provare un ruolo nuovo, come dargli torto�.

Fu un’ascesa travolgente.
�Comprato dal Parma, dopo 4 anni esordii in A�.
Suo padre l’ha sempre seguita: che rapporto avete?
�Lasciatemi una menzione alla mamma, unica e irripetibile. Mio padre � friulano, quindi con un modo di dimostrare affetto e sentimenti un po’ freddo, ma � sempre bastato uno sguardo o una frase per farmi capire quello che gli faceva piacere e quello che non apprezzava. Quando ho iniziato a giocare a Parma ha smesso di allenare. Era in Promozione, poteva ambire a serie superiori, ma voleva starmi vicino. La sua era una presenza costante ma discreta. Alle partite lo notavi perch� era quello da solo, in disparte. E io, che caratterialmente sono diverso, faccio la stessa cosa: quando guardo giocare i miei figli resto in un angolo da solo�.
Che attivit� fanno?
�Luis, il pi� grande (che ha come secondo nome Thomas, omaggio a N’Kono; ndr) ora gioca a calcio nel Pisa. � in convitto e sono felice che faccia questa esperienza: io sono andato via di casa a 13 anni, per me � stata un’occasione formativa unica. David invece al CBS, una squadra di Torino affiliata al Milan. Mentre Leopoldo sta facendo sport: gioca a basket, ogni tanto prova il calcio, ma se volesse fare anche tennis, pallanuoto o pallavolo lo porteremmo a fare anche quello�.
Quanto � importante fare sport per un ragazzo?
�� fondamentale per socializzare, per imparare a competere prendendo atto che qualcuno pu� essere pi� forte di te. E, se lo fai con la seriet� giusta, ti tiene lontano da strade pericolose. Mi sono accorto che le persone che hanno fatto sport accettano anche le “sconfitte”, non hanno paura di misurarsi con gli altri�.

Si assiste spesso – specie sui campi di periferia – a scontri tra ultr� o sul terreno di gioco: che pensa?
�Certe cose nel calcio sono sempre successe e si ripetono, mi spiace molto. Accadono solo in questo sport, quando vado a vedere Leopoldo a basket non ci sono conflitti. Invece allo stadio sembra di stare in un porto franco in cui ognuno si sente in diritto di poter liberare le proprie pulsioni tribali o animalesche�.
Cosa ha rappresentato per lei il calcio?
�Ho avuto la fortuna e la capacit� di avere come priorit� l’emozionare e l’emozionarmi. Restare alla Juve in serie B, a 28 anni e da campione del mondo, sembrava da folli, ma era una scelta che mi rappresentava, il riflesso di quello in cui credevo da bimbo. I soldi invece sono sempre stati l’ultima cosa, un “non tema”�.
Oggi � capo delegazione della Nazionale italiana, il ruolo che fu di Vialli durante l’ultimo Europeo.
�Un ruolo di cui sono orgoglioso. Sarei un folle a pensare di poter trasmettere qualcosa come � riuscito a Gianluca. Cerco almeno di non farlo rimpiangere troppo, senza per� scimmiottarlo. Faccio Gigi Buffon con i miei pregi e difetti, le mie profondit� e superficialit�.
Pensa mai a reinfilare i guantoni e tornare in porta?
�No, sono veramente felice di aver smesso. Mi sto dedicando ai tanti interessi ai quali ho dovuto rinunciare per questa vita da calciatore cos� totalizzante�.
A cosa si dedica oggi Gigi Buffon?
�Ho fatto il corso da direttore sportivo. A gennaio inizio un corso intensivo alla Bocconi in business administration e, finalmente, mi butto in una full immersion di inglese per poter dimenticare il livello scolastico che mi ha sempre tenuto in piedi ma con disagio...�.
In ritiro potr� chiedere aiuto a Federico Chiesa.
�Sicuramente! I miei figli stanno frequentando la scuola internazionale come ha fatto lui�. A giugno difenderemo il titolo europeo, che Italia sar�? �Vedremo una squadra, che � la prima cosa che interessa alla gente e che ci deve rendere orgogliosi�.
Era con Tonali e Zaniolo, quando le forze dell’ordine sono arrivate a Coverciano. Perch� due campioni hanno ceduto alla tentazione delle scommesse?
�� un tema molto delicato. Credo sia sbagliato criminalizzare e non fare dei distinguo. Scommettere di per s� non � reato, gli stadi stessi e le trasmissioni sportive sono pieni di pubblicit� di App di questo genere e lo Stato incentiva il gioco. Se invece un calciatore scommette sul calcio va incontro a punizioni che giustamente devono essere inflitte; ma se scommette sulla pallavolo, sul basket, sulle corse dei cani…non sta commettendo alcun reato. E la cosa peggiora quando si parla di ludopatia, anche qui non centrando l’obiettivo: la ludopatia non � un problema di quanto spendi, ma del tempo che dedichi a questa attivit�. E questo dobbiamo spiegarlo ai ragazzi: non � che se si fanno continue scommesse da 1 euro trascorrendo ore e ore davanti alla App, allora � un tutto ok; mentre se uno spende 1 milione in un’unica occasione allora � ludopatico. Possiamo dire che � un cretino, va bene; ma la patologia nasce dalla dipendenza, la continuit� con cui si fa una cosa. Non mi piacciono i bacchettoni che giudicano con una superficialit� aberrante senza sapere poi realmente quali siano le motivazioni. Ci sono passato anche io venendo infangato senza aver commesso nulla: quando le cose si chiariscono, ci si dimentica di spiegare e chiedere scusa e si lasciano le persone con un’etichetta addosso. Lo trovo profondamente sbagliato�.
Roberto Mancini ha lasciato gli Azzurri, destinazione Arabia Saudita: � mai stato tentato?
�Mai. A Mancini bisogna dire grazie, ha regalato agli italiani un’emozione grandissima�.
Sommer, Sczcesny, Maignan, Rui Patricio, Skorupski: sono i portieri delle prime 5 in vetta alla Serie A. Nessun italiano.
�Per� c’� Vicario che gioca nel Tottenham, Meret che lo scorso anno ha vinto con il Napoli, Provedel in Champions con la Lazio e Donnarumma titolare fisso al Psg. Per i portieri italiani � un momento florido ci sono giovani promesse e grandi conferme�.
Quali sono le caratteristiche di un buon portiere?
�Deve trasmettere fiducia e sicurezza a tutti: alla squadra, all’allenatore, ai tifosi. � un ruolo delicato�.

Con Ilaria D’Amico state programmando le nozze?
�Sono 10 anni che stiamo insieme, siamo molto sereni e felici. Questa � la cosa pi� importante. Volevamo sposarci nel giugno 2024, ma per via dell’Europeo o slitta o anticipiamo, non abbiamo ancora deciso�.
La partita che ricorda con pi� emozione?
�Sicuramente Real Madrid-Juve, 1-3 a Madrid nel 2018. Non passammo il turno, ma giocammo una partita eccezionale che meritava un altro epilogo�.
La coppa che ha alzato con pi� soddisfazione?
�Quella del Mondiale 2006. Esserci riuscito mi fa sentire un privilegiato�.
Le manca solo quella dell’Europeo.
(sorride) �In realt� l’ho portata sul palco qualche settimana fa per i sorteggi, e devo dire che un momento di disagio cos� forte non l’avevo mai provato. Rappresentavo i ragazzi vittoriosi a Wembley: io non avevo fatto niente, il merito era tutto loro. Mi piace mostrarmi con le cose che ho meritato e guadagnato�.
Allora la aspettiamo allo stadio Olimpico di Berlino il 14 giugno 2024 per la finale.
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3 gennaio 2024 (modifica il 3 gennaio 2024 | 09:31)
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