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Pochette, elmetto e terza guerra mondiale: Meloni e Conte, scontro alla Camera
Nella giornata di mercoled� 21 marzo, parlando alla Camera prima del Consiglio Europeo, la premier Giorgia Meloni ha duellato volentieri con i leader dell’opposizione.
Con Elly Schlein sono volati un paio di colpetti bassi. �Il Pd che ha una linea ambigua, vuole spiegare a noi che cosa fare e poi si astiene sull’invio delle armi in Ucraina�, ha detto la premier. La segretaria del Pd ha avuto gioco facile nel rigettare l’accusa come fake news — �noi non ci siamo mai astenuti sull’Ucraina� — ma ha strumentalmente ricordato i complimenti meloniani a Putin dopo la vittoria alle presidenziali del 2018: allora l’Ucraina non era un campo di battaglia, la guerra era in stand by e i complementi allo zar li fecero tutti. Anche Mattarella, come ha prontamente (e volgarmente) ricordato il fratellista Donzelli (se � per questo, quell’anno Macron invit� Putin nello spogliatoio della Francia campione dal mondo in una Mosca normalizzata in ogni senso. Lo zar sembrava ancora potabile a tutti).
Le scintille maggiori sono volate per� con Conte.
Il giorno prima la premier aveva fatto l’ennesimo riferimento ironico alla pochette del leader dei 5 Stelle e lui l’ha afferrato al volo: �La presidente Meloni viene in Parlamento a fare battute sulla mia pochette quando uno dei suoi senatori si � permesso di fare una battuta omofoba su Macron (Roberto Menia aveva definito il presidente francese �femmineo e con pruriti muscolari�). Ma cos’� la vostra politica estera, un copione comico? Lei � il premier o un capocomico? Siate seri. Il problema � la mia pochette o l’elmetto che lei mette in testa all’Italia?�.
E poi il boom: �Lei ci porta alla terza guerra mondiale�.
La premier ha scelto come sempre il registro sarcastico, rivolgendosi agli avversari con frasi come �ragazzi, vi vedo sempre un po’ nervosi� e reagendo ai loro interventi con smorfie e faccette (ne vedete una serie nella foto in apertura), fino a coprirsi al volto quando il verde Angelo Bonelli le ha chiesto di non guardarlo in modo �inquietante�.
Lazzi da commedia dell’arte, finti abbracci e un certo gioco delle parti, nel far sentire ai rispettivi elettori tutta la distanza che c’�, e nel fare concorrenza pi� agli alleati che ai rivali: fino al 9 giugno sar� cos�.
Questo articolo � un estratto di PrimaOra, la newsletter che il Corriere riserva ai suoi abbonati: per riceverla gratuitamente per 30 giorni basta iscriversi a Il Punto, e lo si pu� fare qui
Con Elly Schlein sono volati un paio di colpetti bassi. �Il Pd che ha una linea ambigua, vuole spiegare a noi che cosa fare e poi si astiene sull’invio delle armi in Ucraina�, ha detto la premier. La segretaria del Pd ha avuto gioco facile nel rigettare l’accusa come fake news — �noi non ci siamo mai astenuti sull’Ucraina� — ma ha strumentalmente ricordato i complimenti meloniani a Putin dopo la vittoria alle presidenziali del 2018: allora l’Ucraina non era un campo di battaglia, la guerra era in stand by e i complementi allo zar li fecero tutti. Anche Mattarella, come ha prontamente (e volgarmente) ricordato il fratellista Donzelli (se � per questo, quell’anno Macron invit� Putin nello spogliatoio della Francia campione dal mondo in una Mosca normalizzata in ogni senso. Lo zar sembrava ancora potabile a tutti).
Le scintille maggiori sono volate per� con Conte.
Il giorno prima la premier aveva fatto l’ennesimo riferimento ironico alla pochette del leader dei 5 Stelle e lui l’ha afferrato al volo: �La presidente Meloni viene in Parlamento a fare battute sulla mia pochette quando uno dei suoi senatori si � permesso di fare una battuta omofoba su Macron (Roberto Menia aveva definito il presidente francese �femmineo e con pruriti muscolari�). Ma cos’� la vostra politica estera, un copione comico? Lei � il premier o un capocomico? Siate seri. Il problema � la mia pochette o l’elmetto che lei mette in testa all’Italia?�.
E poi il boom: �Lei ci porta alla terza guerra mondiale�.
La premier ha scelto come sempre il registro sarcastico, rivolgendosi agli avversari con frasi come �ragazzi, vi vedo sempre un po’ nervosi� e reagendo ai loro interventi con smorfie e faccette (ne vedete una serie nella foto in apertura), fino a coprirsi al volto quando il verde Angelo Bonelli le ha chiesto di non guardarlo in modo �inquietante�.
Lazzi da commedia dell’arte, finti abbracci e un certo gioco delle parti, nel far sentire ai rispettivi elettori tutta la distanza che c’�, e nel fare concorrenza pi� agli alleati che ai rivali: fino al 9 giugno sar� cos�.
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