Thomas Piketty: «Il macronismo è crollato. Lo scontro nel Paese è solo tra sinistra e destra»
Il celebre economista che ha deciso di sostenere il Nuovo fronte popolare: «Ha le carte per farcela»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI - La sinistra unita riparte da Montreuil, la città della «cintura rossa» alla periferia di Parigi dove alle ultime legislative del 2022 aveva raccolto il 63% dei voti. Ieri sera, nella place Jean Jaurès davanti al municipio, primo comizio del Nouveau front populaire. Prima di salire sul palco, il celebre economista Thomas Piketty risponde alle domande del Corriere.
Perché ha deciso di sostenere il Nouveau front populaire?
«Le prossime elezioni vedranno il confronto tra il blocco di destra formato attorno al Rassemblement national, con l’appoggio dei Républicains (destra gollista, ndr) e di Reconquête (il partito di Éric Zemmour, ndr), e il blocco di sinistra che unisce tutti i partiti di sinistra e ambientalisti (socialisti, comunisti, insoumis, ecologisti). Il blocco liberale macronista, che si presentava come centrista, aveva una base sociale davvero troppo stretta per governare il Paese in modo durevole. Quel blocco è crollato, aprendo la strada a un nuovo bipolarismo sinistra-destra».
E che cosa caratterizza i due blocchi?
«Il blocco di destra diventa sempre di più nazional-liberale: oltre al suo fondamento etnocentrico, anti-Islam e anti-immigrati, che non permette di votare le leggi finanziarie e di governare il Paese, adotta ormai un tono sempre di più antitasse e antisociale, illustrato dall’alleanza tra Jordan Bardella, Éric Ciotti (presidente dei Républicains, ndr) e Marion Maréchal. Al contrario, il Nouveau front populaire propone una piattaforma di giustizia sociale e fiscale e di investimento nello Stato sociale ecologico. Sostengo il Nfp senza esitazione, perché prepara l’avvenire del Paese infinitamente meglio del blocco di destra».
Nell’ultimo libro uscito da poco in Italia, «Una storia del conflitto politico» (La nave di Teseo) scritto assieme a sua moglie Julia Cagé, voi due descrivete l’abbandono del mondo rurale da parte della sinistra, ma siete ottimisti perché individuate le ragioni per cui è possibile riconquistarlo, in prospettiva. Ora mancano solo 10 giorni al primo turno, è un’impresa fattibile?
«Il blocco di sinistra non può certo ribaltare tutto in un’elezione, tanto più che questa divisione territoriale si è aggravata ancora di più in occasione del voto europeo del 9 giugno. Ma quel che è assolutamente alla nostra portata è arrivare davanti al blocco di destra alla fine delle elezioni legislative, e disporre quindi di una maggioranza relativa».
Anni fa lei ha coniato la formula «sinistra bramina e destra mercantile», alludendo a una sinistra rinchiusa ormai nella casta intellettuale. È un concetto che vediamo all’opera anche in questi giorni? Per esempio nel fatto che Jordan Bardella, meno titolato degli avversari, si è mostrato in difficoltà nei duelli tv e poi ha vinto lo stesso?
«Ma non bisogna dimenticare che la sinistra ha una solida base popolare nel mondo urbano, indipendentemente dalle origini».
Pensa che questa unione della sinistra così eterogenea, che va dall’ex presidente François Hollande e dal socialdemocratico Raphaël Glucksmann fino alla sinistra estrema di Jean-Luc Mélenchon, potrà tenere?
«Sì, io credo di sì. La sinistra ha le sue contraddizioni, ma in fondo è molto più coerente del blocco nazional-liberale, che crollerebbe appena arrivato al potere. Detto questo possiamo risparmiarci l’esperimento, e sono convinto che molti elettori del Rassemblement national lo sanno bene. Penso che a queste elezioni si allontaneranno dal Rn proprio per la sua svolta liberale e antisociale».
I vostri avversari criticano molto il programma economico del Nouveau front populaire, lo giudicano insostenibile per un Paese già molto indebitato come la Francia. Lei che cosa ne pensa?
«Certo che è un programma sostenibile. Perché è quello che investe di più nella formazione e nella transizione energetica, che sono le chiavi dell’avvenire».
Teme una reazione negativa dei mercati internazionali se il Nouveau front populaire dovesse imporsi?
«È certo che i mercati preferirebbero tenersi Macron al potere per sempre e senza elezioni. Ma dovrebbero capire che non è possibile e che il blocco di sinistra è meglio attrezzato per l’avvenire rispetto al blocco nazional-liberale».