Picchiato dai carabinieri, uno dei militari nel video già indagato per un altro caso di presunte lesioni

diValentina Lanzilli

Uno dei due carabinieri ripresi nel video è indagato per lesioni nei confronti del fratello del 30enne tunisino, trovato senza vita a ottobre in un parcheggio (l'autopsia ha escluso traumi). Il garante dei detenuti: dal video comportamenti inadeguati. Tajani: agente ha sbagliato ma rispettare forze dell'ordine

Uno dei due carabinieri ripresi nel violento arresto ai danni di Idrissa Diallo, il 23enne guineano colpito con pugni al volto durante un controllo mercoledì mattina 13 marzo in Largo Garibaldi, risulta essere già indagato per il caso di Taissir Sakka, il 30enne tunisino, trovato senza vita in strada, a Modena, davanti al cinema 7B lo scorso ottobre. Il ragazzo quella sera, insieme al fratello, era stato protagonista di una lite davanti al circolo Arci di Ravarino. Sul posto erano arrivati i carabinieri che avevano portato i due fratelli in caserma a Modena per una denuncia di ebbrezza molesta. I ragazzi erano poi usciti dal comando di via Pico della Mirandola circa a mezzanotte, mentre il corpo era stato ritrovato solo il mattino dopo, in parcheggio con una ferita alla testa.  In seguito a una denuncia presentata dal fratello, rappresentato dall'avvocato Fabio Anselmo (già difensore della famiglia di Stefano Cucchi, ora candidato sindaco a Ferrara), dove si faceva riferimento a un presunto pestaggio subito da entrambi in caserma, i sei militari erano stati raggiunti da un avviso di garanzia. La procura aveva poi disposto un accertamento medico legale che aveva escluso lesioni causate da
traumi.

Consulenze tutt'ora in corso

Dagli esami autoptici era infatti emerso che Taissir soffriva di una grave cardiopatia congenita. Le cuspidi della valvola aortica erano due e non tre e questo nel tempo ha provocato una severa stenosi che pregiudicava il corretto passaggio del sangue. Questo avrebbe ucciso il ragazzo, ma le consulenze sono tutt’ora in corso e l’inchiesta è pendente. Per quei fatti risultano tutt’ora indagati, atto dovuto, cinque militari accusati delle presunte lesioni al fratello e uno per la morte di Taissir. Tra gli indagati per lesioni c’è appunto il militare di pattuglia ripreso nel video (non quello che si vede colpire il guineano, ma il collega di pattuglia).

Il colloquio tra il garante e il comandante dei carabinieri

Intanto non si spegne la polemica su quanto accaduto mercoledì mattina a Modena. Oggi, venerdì 15 marzo, sulla vicenda intervengono anche il garante regionale e quello modenese dei detenuti, Roberto Cavalieri e Laura De Fazio, che hanno interpellato il comandante provinciale dei carabinieri di Modena Antonio Caterino: «Dalle immagini che girano emergono comportamenti inadeguati da parte delle forze dell'ordine rispetto a questo tipo di controlli. Resta il fatto che nel video manca la parte precedente all'accaduto, necessaria per rendere il quadro completo». Sul colloquio con Caterino, i garanti sottolineano che «il comandante è apparso evidentemente colpito da quanto successo e, come già reso noto, i due militari sono stati destinati ad altri compiti in attesa di accertamenti». Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Un carabiniere forse ha sbagliato, ma sbagliano anche quelli che insegnano che si può sputare a un carabiniere, insultare un poliziotto o fare gestacci al finanziere. A uno straniero che non aveva documenti lo hanno invitato ad andare alla stazione dei carabinieri, lui si è rifiutato e poi loro hanno sbagliato nel farlo entrare in macchina, ma bisogna sempre raccontare le storie come stanno».

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15 marzo 2024

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