Calcio, come si è comportato lo scudo «anti-pezzotto» alla prima uscita: funziona, ma con Inter-Juve ha faticato
Primo weekend di partite con il nuovo sistema «anti-pezzotto» gestito da Agcom. Bloccati 65 domini e 8 indirizzi Ip, ma durante le partite più seguite i sistemi illegali si moltiplicano

Streaming illegale finalmente battuto? Piracy Shield, la nuova piattaforma antipirateria, donata dalla Lega Serie A e affidata all’Agcom (l’Autorità per le Garanzia nelle Comunicazioni), è attiva dal primo febbraio e dopo il primo weekend di sport, con in campo tutta la Serie A, si possono verificare i risultati ottenuti. Per il primo «deterrente digitale», ideato per contrastare un fenomeno che sottrae al mondo del calcio oltre 300 milioni di euro l’anno, c’è il primo riscontro. Risultati positivi ma non privi di grandi margini di miglioramento, per una piattaforma ancora in fase di messa a punto, oltre all’inasprimento delle pene per questo tipo di reato (pena detentiva fino a tre anni per chi trasmette illegalmente e multe fino a 5mila euro per chi usufruisce di questi siti). La sfida è quella di rendere un procedimento complesso (segnalazione dei siti da parte degli operatori, verifica dell’evidenza di reato dell’Agcom, blocco operato dagli internet service provider) snello e veloce, in modo tale da oscurare le pagine in meno di 30 minuti.
Procedimento promosso
Il Garante ha fatto sapere di essere soddisfatto dei risultati ottenuti dalle prime applicazioni della piattaforma, in particolare per l’anticipo di Serie A Lecce-Fiorentina. Grazie a Piracy Shield sono stati bloccati entro i 30 minuti previsti, 65 domini e 8 Ip che diffondevano illegalmente le partite della 23esima giornata di campionato. Gli Internet service provider hanno ricevuto automaticamente il ticket creato dal titolare e applicato l’oscuramento del sito pirata. L’utente viene così indirizzato verso una pagina predisposta da Agcom, nella quale si chiarisce che «l’accesso al presente sito, che diffondeva illecitamente contenuti protetti dal diritto d’autore, è stato disabilitato in esecuzione di un provvedimento dell’Autorità». Riscontri positivi anche per il numero degli Isp già accreditati. Al momento ha aderito alla piattaforma oltre l’80% del mercato, in termini di utenza.
Big match: la prova più dura
Nel corso della stessa giornata di campionato andava in scena anche l’attesissimo derby d’Italia tra Inter e Juventus a San Siro. Il 4 febbraio si sono confrontate le prime in classifica, un grande banco di prova anche per Piracy Shield, proporzionalmente all’interesse che la partita avrebbe evidentemente rappresentato. Per una sfida così il rimedio tecnologico è sembrato invece ancora troppo debole. Digitando «calcio streaming» sui motori di ricerca, molti utenti sono riusciti a vedere illegalmente la partita. Anche i link fatti circolare su Telegram hanno contribuito a diffondere velocemente i contenuti illegali. Queste pagine si sono così affiancate ai servizi Iptv (trasmissione di segnali televisivi online), che sono riusciti in buona parte a funzionare come sempre, a danno degli operatori titolari del diritto di trasmissione. Ulteriore aggravante, il ruolo di un motore di ricerca come Google, molto utilizzato anche per trovare le pagine illegali. Quest’ultimo aveva comunicato all’Agcom di aver predisposto una procedura in grado di rimuovere all’istante dal proprio motore di ricerca i siti che rimandavano agli streaming segnalati e cancellare le pubblicità delle Iptv, ma apparentemente questi casi non sono stati segnalati dai detentori dei diritti nel corso di Inter-Juventus (può anche essere stato riscontrato un problema tecnico di questa procedura in corso d’opera). C’è quindi un significativo margine di miglioramento, soprattutto durante le gare più «appetibili».
Le ragioni della prudenza
Il blocco dei domini resta così parziale, ma è anche intuitivamente logico che per i match più cercati il sistema faccia più fatica. Da una parte per via delle tante richieste che vanno vagliate nel corso della manifestazione sportiva, dall’altra per via di una gestione prudente dei blocchi, per evitare di andare a compromettere per sbaglio una trasmissione legale dell’evento. Si rischierebbe così di danneggiare utenti onesti e streaming legali, attraverso Ip che fornivano il servizio ai titolari del diritto di trasmettere, esito che rappresenterebbe un vero e proprio danno all’immagine di Piracy Shield.