Thiago Motta, così il Bologna è arrivato in zona Champions

di Guido De Carolis

Thiago Motta quando si � presentato parlava di calcio fluido e di un modulo lunare: il 2-7-2. Ha cominciato male, � risalito, oggi � considerato un predestinato. Schivo, non rilascia mai interviste, a Bologna non lo vedono mai

Thiago Motta, così il Bologna è arrivato in zona Champions

El Profe oggi � un predestinato. Nessuno per� credeva lo fosse davvero quando, poco pi� di un anno fa, � arrivato a Bologna ereditando la panchina di Sinisa Mihajlovic. Thiago Motta veniva da una salvezza impossibile con lo Spezia, da un esonero al Genoa, da un’esperienza nelle giovanili del Psg, dove presto potrebbe tornare. Quando si � presentato parlava di calcio fluido e di un modulo lunare: il 2-7-2.

Ha cominciato male, � risalito pian piano, ha iniziato a vincere, poi a non perdere mai con le grandi, poi a batterle. A giugno ha centrato il record di punti (54) nella storia del Bologna, in estate ha alzato la voce, quasi ha costretto la societ� a far piazza pulita della vecchia guardia, ha detto addio senza rimpianti al totem Arnautovic, si � affidato a un pugno di fedelissimi, tra cui l’olandese Joshua Zirkzee, 22enne meteora di qualche stagione fa al Parma ed esubero del Bayern Monaco. Oggi, a dicembre, il Bologna � quarto insieme alla Roma, avversaria di domenica prossima, e con i giallorossi si gioca un posto Champions. Motta la parola Europa non la pronuncia nemmeno sotto tortura: �La soddisfazione � vedere come giochiamo a calcio, stiamo facendo qualcosa di straordinario. I tifosi fanno bene a sognare, noi pensiamo solo alla prossima gara�.

Sotto le Due Torri, con l’Asinelli colorata di rossoblu dopo la vittoria sulla Salernitana, l’entusiasmo dilaga: non ci si svegliava cos� in alto in classifica da pi� di vent’anni. Il colombiano Lucumi lo chiama El Profe (�per noi � sinonimo di mister�, spiega il difensore), per i bolognesi Motta � l’autore di un capolavoro inaspettato e di una passione ritrovata. Squadra rivoluzionata, Dall’Ara quasi sempre pieno, tifosi incantati da un gioco fluido s�, ma con scambi di posizione ordinati come in caserma.

Il Bologna sfinisce gli avversari con il palleggio (�se il pallone l’abbiamo noi gli altri non possono far male�, il credo di Thiago), incanta con la manovra, concretizza con Zirkzee, il centravanti che non sapeva segnare trasformato da Motta in un giocatore moderno e totale, indispensabile in costruzione e letale sotto porta. L’allenatore del Torino Ivan Juric gli ha appiccicato addosso un’etichetta scomoda: �Ricorda Ibrahimovic�. Auguri.

Il Bologna � scolaro diligente, segue la dottrina del Profe al volante della squadra rivelazione della serie A. Motta � un maniaco del dettaglio. Di s� dice di essere sfiancante per i giocatori, loro lo seguono ciecamente. Spazio a tutti, rosa sulla corda, nessuno resta indietro, ma chi sgarra paga. Mai fatta un’intervista da quando allena. Solo frasi misurate, da zero tituli, alla vigilia dei match. Fuoco e fiamme nei post gara contro arbitri e Var, arte appresa dal maestro Mourinho, con cui � stato �tripletista� all’Inter e di cui pare erede designato. Schivo, geloso della privacy della famiglia rimasta in Portogallo, in giro per Bologna non si vede mai, zero vita mondana: un monaco in clausura nel centro tecnico di Casteldebole.

Mister SorrisOne, ha una parola buona per tutti, ma la confidenza non la elargisce a nessuno, poca pure ai dirigenti e a Saputo, il presidente che vorrebbe tanto rinnovargli il contratto in scadenza a giugno. In estate lo cerc� De Laurentis per affidargli il Napoli, Motta declin�. Milan, Psg, Barcellona, la Premier: le big fanno gi� la fila. Ha vinto tutto da giocatore, ha carisma, presenza, eloquio adatti a una grande. E la giusta ruvidit� per tenere a bada le turbolenze di spogliatoio. El Profe, il predestinato. Bologna se lo gode: finch� pu�


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12 dicembre 2023 (modifica il 12 dicembre 2023 | 07:33)

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