Usa, la nuova moda è andare a letto presto. L’esperto: “L’ideale è dormire sette-otto ore per notte. Di più è rischioso”

Liborio Parrino è il direttore della neurologia dell’ospedale di Parma e il responsabile del centro di medicina del sonno.

Anche in Italia i giovani vanno a letto più presto di un tempo?

«Durante la pandemia le persone andavano a letto prima, poi c’è stato un periodo nel quale si è ricominciato ad uscire, a stare fuori come per recuperare compulsivamente i mesi di limitazioni. Oggi forse quella seconda fase è conclusa, ma la verità è che quello che succede dalle 21 in poi nelle famiglie è tutto da scoprire. Del resto i medici non lo chiedono e mancano gli studi scientifici».

Andare a letto presto è un’abitudine positiva?

«Dormire dà tanti benefici e lo abbiamo capito grazie alla medicina del sonno, a lungo poco considerata. Addirittura adesso si inizia a esagerare, a trattare il sonno come la panacea di tutti i mali».

Perché dormire fa bene?

«Favorisce il tono vagale. La frequenza cardiaca rallenta, così come il consumo energetico. Facciamo girare il nostro motore in modo più lento».

Quindi più si dorme meglio è?

«No. Gli studi fatti negli Usa dicono che la cosa migliore è dormire 7-8 ore. Chi dorme da 9 ore in su ha gli stessi rischi di sviluppare il diabete, di ingrassare, di diventare iperteso e in generale di mortalità di chi dorme 5 ore, cioè poco».

Ma i giovani dormono tanto, è un problema?

«Va bene dormire tanto fino a 18 anni. Poi si dovrebbe rientrare nella media degli adulti».

Abbiamo parlato di quantità. Quanto è importante la qualità?

«Il tema vero è questo. Bisogna essere sicuri che la qualità del sonno venga mantenuta. È come fare un torta, che ha più ingredienti: farina, zuccheri, lievito, latte, uova, burro. Per un sonno buono ci vogliono dunque la durata, la profondità, la continuità, la stabilità e il tono vegetativo, cioè il giusto funzionamento degli organi vitali. Se i 5 ingredienti sono dosati nel modo giusto si dorme bene».

E cosa bisogna fare per far dosarli bene?

«Intanto, bisogna capire che il sonno buono è quello che si fa nella prima parte della notte. La seconda va bene perché è ricca di sogni, ma siamo nella fase Rem, del sonno leggero. Per questo a chi mi dice che si addormenta davanti alla tv prima di andare a letto spiego che in quelle due o tre ore non ha dormito profondamente ma ha avuto tanti microrisvegli, perché il cervello, stimolato, stava comunque esplorando il mondo».

C’è chi non riesce a dormire e prende farmaci o integratori.

«Il sonno buono è senza farmaci. Certo, piuttosto di dormire male va bene prendere un sonnifero ma non per periodi prolungati. Con gli integratori comunque si agisce sugli stessi meccanismi cerebrali dei medicinali».