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I 15 mila mercenari reclutati in Nepal per combattere in Ucraina con le forze russe
Putin aveva promesso 5 milioni di rubli alle famiglie dei caduti della sua Operazione speciale in Ucraina, ma non � mai stato precisato se la somma fosse prevista anche per i combattenti stranieri arruolati. A Kathmandu ci sono state manifestazioni di parenti rimasti senza notizie, che hanno chiesto la fine de reclutamento da parte dei russi. Il governo nepalese ha sospeso la concessione ai suoi cittadini di permessi di lavoro per la Russia, ha chiesto a Mosca di sospendere il loro arruolamento, di restituire i corpi di quelli morti in azione, di pagare la liquidazione alle famiglie. Nessuna risposta da Mosca.
Dalla �nebbia di guerra� che avvolge questa vicenda sono emerse testimonianze di alcuni reduci. Che spiegano i motivi per i quali sono andati come mercenari a rischiare la vita nelle pianure di un Paese lontano migliaia di chilometri dai loro monti himalayani. Khim Bahadur Thapa prima aveva lavorato in Qatar e Malaysia come manovale e cuoco, tornato in patria non aveva trovato un impiego, fino a quando nel 2023 un intermediario gli aveva offerto un ingaggio come cuciniere per l’esercito russo. Il contratto era molto generoso per un nepalese: 60 mila rubli al mese (600 euro) pi� un premio di 195 mila rubli alla firma dell’arruolamento. A Kathmandu il salario non supera i 100 euro al mese e Thapa accett�. A 35 anni, Thapa non � uno sprovveduto: �Sapevo bene che l’esercito russo era in guerra, ma credevo che avessero solo bisogno di personale per le cucine, una cosa senza pericoli�, ha raccontato al South China Morning Post. Invece, lo scorso ottobre si � trovato in prima linea. Visita medica, due settimane di addestramento e poi in trincea a Bakhmut, teatro di una carneficina. A gennaio il mercenario e due compagni hanno disertato, pagando sono riusciti ad arrivare a Mosca, hanno chiesto aiuto alla loro ambasciata e sono riusciti a tornare a casa, segnati ma vivi.
Secondo i dati della Banca Mondiale, il Pil pro capite del Nepal (100 euro al mese) � il pi� basso tra le nazioni sud-asiatiche, migliore solo di quello dell’Afghanistan. La disoccupazione ufficiale � oltre l’11 per cento, ma quella giovanile � almeno il doppio. Si calcola che circa 2.000 nepalesi lascino ogni giorno il loro Paese per lavorare all’estero, come braccianti nell’agricoltura, manovali nell’edilizia, personale di servizio. � nella storia anche �l’emigrazione militare�: fu la Compagnia inglese delle Indie orientali a scoprire il valore dei combattenti himalayani durante la guerra anglo-nepalese del 1814-1816. Impressionati, gli inglesi offrirono l’arruolamento a quei montanari che si battevano con il coltello kukri. Furono poi inquadrati nel reggimento King George’s Own Gurkha Rifles. Oggi la Brigata Gurkha britannica conta circa 4.000 uomini. Le forze armate dell’India, che ereditarono nel 1947 i reggimenti lasciati dalla potenza coloniale, hanno nove reggimenti. La polizia di Singapore conta su un migliaio di agenti venuti dalle fila dei Gurkha. Ma �l’arruolamento dei nepalesi nell’esercito britannico e indiano � regolato da accordi tra governi, prevede garanzie sociali, comprese pensioni e assistenza familiare. Chi accetta di battersi per la Russia va illegalmente, senza conoscere i rischi�, spiega Arjun Kharel, sociologo della Kathmandu Tribhuvan University.
Ai volontari nepalesi sarebbe stato promesso anche il passaporto russo: un’offerta allettante, considerato che il documento di Kathmandu � classificato come uno dei meno accettati per gli spostamenti del mondo, meno efficace anche di quello nordcoreano. Alcuni hanno raccontato di essersi fatti convincere non solo dalla paga promessa dagli agenti reclutatori, ma anche da filmati di propaganda russa diffusi su TikTok che mostravano reclute nepalesi in mimetica, entusiaste dell’addestramento e dell’avventura.
Usano la propaganda anche a Kiev: sui social circola la video-confessione di Siddhartha Dhakal, 22 anni, partito da Kathmandu ufficialmente per studiare a Mosca e catturato al fronte: �L’esercito russo � cattivo, non d� alcuna libert�... ai miei compatrioti nepalesi dico di non farsi tentare o finiranno come me�. Thapa, il fuggiasco, ha riferito di aver incontrato tra i reparti russi kazaki, turkmeni, bielorussi e bengalesi, tutti volontari ai quali era stata promessa buona paga e un passaporto. A fine febbraio il caso � stato sollevato anche dal governo di New Delhi: �Una ventina di cittadini indiani sono ancora intrappolati nell’esercito russo, siamo in contatto con Mosca per ottenere il loro rimpatrio�, ha detto il portavoce degli Estri. I reduci indiani sostengono di essere partiti credendo di essere impiegati in �ruoli di sostegno, non in combattimento�.
Dalla �nebbia di guerra� che avvolge questa vicenda sono emerse testimonianze di alcuni reduci. Che spiegano i motivi per i quali sono andati come mercenari a rischiare la vita nelle pianure di un Paese lontano migliaia di chilometri dai loro monti himalayani. Khim Bahadur Thapa prima aveva lavorato in Qatar e Malaysia come manovale e cuoco, tornato in patria non aveva trovato un impiego, fino a quando nel 2023 un intermediario gli aveva offerto un ingaggio come cuciniere per l’esercito russo. Il contratto era molto generoso per un nepalese: 60 mila rubli al mese (600 euro) pi� un premio di 195 mila rubli alla firma dell’arruolamento. A Kathmandu il salario non supera i 100 euro al mese e Thapa accett�. A 35 anni, Thapa non � uno sprovveduto: �Sapevo bene che l’esercito russo era in guerra, ma credevo che avessero solo bisogno di personale per le cucine, una cosa senza pericoli�, ha raccontato al South China Morning Post. Invece, lo scorso ottobre si � trovato in prima linea. Visita medica, due settimane di addestramento e poi in trincea a Bakhmut, teatro di una carneficina. A gennaio il mercenario e due compagni hanno disertato, pagando sono riusciti ad arrivare a Mosca, hanno chiesto aiuto alla loro ambasciata e sono riusciti a tornare a casa, segnati ma vivi.
Secondo i dati della Banca Mondiale, il Pil pro capite del Nepal (100 euro al mese) � il pi� basso tra le nazioni sud-asiatiche, migliore solo di quello dell’Afghanistan. La disoccupazione ufficiale � oltre l’11 per cento, ma quella giovanile � almeno il doppio. Si calcola che circa 2.000 nepalesi lascino ogni giorno il loro Paese per lavorare all’estero, come braccianti nell’agricoltura, manovali nell’edilizia, personale di servizio. � nella storia anche �l’emigrazione militare�: fu la Compagnia inglese delle Indie orientali a scoprire il valore dei combattenti himalayani durante la guerra anglo-nepalese del 1814-1816. Impressionati, gli inglesi offrirono l’arruolamento a quei montanari che si battevano con il coltello kukri. Furono poi inquadrati nel reggimento King George’s Own Gurkha Rifles. Oggi la Brigata Gurkha britannica conta circa 4.000 uomini. Le forze armate dell’India, che ereditarono nel 1947 i reggimenti lasciati dalla potenza coloniale, hanno nove reggimenti. La polizia di Singapore conta su un migliaio di agenti venuti dalle fila dei Gurkha. Ma �l’arruolamento dei nepalesi nell’esercito britannico e indiano � regolato da accordi tra governi, prevede garanzie sociali, comprese pensioni e assistenza familiare. Chi accetta di battersi per la Russia va illegalmente, senza conoscere i rischi�, spiega Arjun Kharel, sociologo della Kathmandu Tribhuvan University.
Ai volontari nepalesi sarebbe stato promesso anche il passaporto russo: un’offerta allettante, considerato che il documento di Kathmandu � classificato come uno dei meno accettati per gli spostamenti del mondo, meno efficace anche di quello nordcoreano. Alcuni hanno raccontato di essersi fatti convincere non solo dalla paga promessa dagli agenti reclutatori, ma anche da filmati di propaganda russa diffusi su TikTok che mostravano reclute nepalesi in mimetica, entusiaste dell’addestramento e dell’avventura.
Usano la propaganda anche a Kiev: sui social circola la video-confessione di Siddhartha Dhakal, 22 anni, partito da Kathmandu ufficialmente per studiare a Mosca e catturato al fronte: �L’esercito russo � cattivo, non d� alcuna libert�... ai miei compatrioti nepalesi dico di non farsi tentare o finiranno come me�. Thapa, il fuggiasco, ha riferito di aver incontrato tra i reparti russi kazaki, turkmeni, bielorussi e bengalesi, tutti volontari ai quali era stata promessa buona paga e un passaporto. A fine febbraio il caso � stato sollevato anche dal governo di New Delhi: �Una ventina di cittadini indiani sono ancora intrappolati nell’esercito russo, siamo in contatto con Mosca per ottenere il loro rimpatrio�, ha detto il portavoce degli Estri. I reduci indiani sostengono di essere partiti credendo di essere impiegati in �ruoli di sostegno, non in combattimento�.