Un documento d’identità per vedere il porno online: la Corte Suprema Usa dà l’ok alla legge varata dal Texas
La Suprema Corte di Washington è intervenuta nell'ambito di una causa intentata da esponenti dell'intrattenimento per adulti che consideravano la normativa varata lo scorso settembre in contrasto col Primo emendamento

Il messaggio di verifica dell'età che compare nello Stato della Louisiana
Martedì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha rifiutato di bloccare una legge del Texas che richiede la verifica dell'età online per accedere a siti pornografici. Non si tratta del semplice gesto di cliccare sul bottone in cui si dichiara di avere più di 18 anni, ma di dover fornire un documento di identità che provi la maggior età. La pronuncia è intervenuta nell'ambito di una causa che vedeva alcuni esponenti dell'intrattenimento per adulti fare ricorso contro una sentenza di primo grado che ha applicato la legge texana. Secondo i ricorrenti la norma era in contrasto con la libertà di espressione prevista dal primo emendamento della Costituzione americana.
Cosa prevede la legge e come viene contestata
La legge texana, approvata nel 2023, prevede che qualsiasi sito che pubblica contenuti sessuali ritenuti «dannosi per i minori» chieda agli utenti la verifica dell'età, che deve essere di almeno di 18 anni. Gli attori della causa però rivendicano che la legge prevede in concreto un inasprimento dei controlli anche a danno di persone adulte - costrette anch'esse a fornire un documento che dimostri l'età - impedendo di fatto la libertà di manifestazione del pensiero online tutelata dalla Costituzione Usa. Inoltre, gli oppositori della normativa, rappresentati dall'American Civil Liberties Union, ritengono che ponga problemi di sicurezza e privacy esponendo gli utenti a possibili furti di identità, tracciamento ed estorsione online. In più, fanno notare che l'efficacia delle restrizioni è notevolmente compromessa dal fatto che non limiterebbe l'accesso ai contenuti sessualmente espliciti tramite i social media. E non è ancora finita. Tra le varie doglianze allegate nella causa, i difensori dell'accesso libero aggiungono i software di filtraggio dei contenuti funzionano meglio per proteggere i minori rispetto a leggi come questa.
Tra i querelanti c'è anche la Free Speech Coalition, un'associazione commerciale riunisce artisti, produttori e distributori di contenuti per adulti, nonché le società che gestiscono diversi siti Web pornografici tra cui Pornhub.com e xnxx.com. Il portavoce della Free Speech Coalition, Mike Stabile, ha ribadito: «Continueremo a lottare per il diritto di accesso a Internet senza l'invadente controllo del governo». Al contrario, il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, ha elogiato la decisione della Corte in un post sui social media: «I bambini continueranno a essere protetti dai contenuti dannosi in Texas», ha scritto Paxton.
Pornhub aveva già chiuso in Texas
Il governo del Texas resta forte della sua decisione di adottare una legge a tutela dei minori. La scelta restrittiva è stata giustificata facendo presente che gli smartphone hanno reso molto più facile l'accesso dei bambini a materiale pornografico illimitato, aggiungendo che la sua normativa non fa altro che assicurarsi che chi accede a certi contenuti sia adulto, e di conseguenza si presume che abbia gli strumenti per interpretare e processare in modo sano ciò che vede. In questo contesto, appare molto più chiaro il blocco di Pornhub proprio in Texas di qualche mese fa. Aylo, la società che gestisce il sito, ha deciso di impedire l'accesso a chi si trova sul territorio texano per protestare contro i sistemi di verifica dell'età comunicandolo con il seguente messaggio in homepage: «Come forse saprete, i vostri rappresentanti ci chiedono di verificare la vostra età prima di permettervi di accedere al nostro sito web. Questo non solo vìola il diritto degli adulti alla libertà di pensiero e espressione, ma non riesce a mettere in atto i controlli perché impiega il mezzo meno efficace e al tempo stesso più restrittivo per raggiungere lo scopo dichiarato, cioè la presunta protezione dei minori». Oltre al Texas, gli altri Stati che richiedono la verifica dell'età tramite un documento sono Arkansas, Indiana, Louisiana, Mississippi, Montana, Utah, Virginia e Kansas.