Come funziona il Parlamento europeo: le nomine, i gruppi, le sedi
L'Assemblea è l’unica istituzione eletta direttamente dai cittadini. Qui i 720 deputati divisi in gruppi incidono sul processo legislativo, sul bilancio e votano la Commissione
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES - Oggi alle 23 con le urne italiane si chiude la tornata elettorale che rinnova il Parlamento europeo: 720 deputati provenienti dai 27 Stati membri, 15 in più rispetto agli attuali. Il numero totale è diviso in base alla dimensione della popolazione dei Paesi, ma quelli più popolosi accettano di essere sottorappresentati per favorire una maggiore rappresentanza dei Paesi meno popolati: si va dal massimo dei 96 seggi della Germania al minimo di sei per Cipro, Malta e Lussemburgo. L’Italia ne ha 76, la Francia 81 e la Spagna 61.
Le sedi
Il Parlamento europeo è l’unica istituzione Ue eletta direttamente dai cittadini e nasce con il Trattato di Roma (1957), che ha istituito la Cee. In origine i suoi componenti erano designati dai parlamenti nazionali. Le prime elezioni risalgono al 1979. La sede principale è a Strasburgo, dove per una settimana al mese gli eurodeputati svolgono la loro attività. Poi c’è Bruxelles, nata in origine come sede di rappresentanza, e che di fatto è diventata la sede più attiva.

Le nomine
La prima cosa che farà il nuovo Parlamento, sarà nominare il proprio presidente (Roberta Metsola è favorita per la riconferma) e i 14 vice. Avverrà nella plenaria costitutiva che si terrà a Strasburgo dal 16 al 19 luglio. Poi il Parlamento, che ha poteri di nomina e di controllo politico, eleggerà a maggioranza assoluta il presidente della Commissione europea (non è mai un passaggio scontato), designato dai leader Ue tenendo conto dell’esito delle elezioni. La data potrebbe essere il 18 luglio, a meno che la procedura non slitti a settembre. I leader Ue discuteranno il 17 giugno in una cena informale dei quattri top job Ue — presidenti della Commissione, del Consiglio europeo e del Parlamento più l’Alto rappresentante — con l’obiettivo di indicarli formalmente nel summit di fine mese. L’Aula approva anche il Collegio dei commissari. La plenaria può anche obbligare una Commissione a dimettersi, come avvenne nel 1999 con la Commissione Santer, accusata di corruzione. Oppure può respingere dei commissari se non li ritiene adeguati al ruolo, come accadde con Rocco Buttiglione nel 2004.
Le funzioni
I poteri del Parlamento sono aumentati nel tempo. Ora ha potere decisionale in tre ambiti: adozione degli atti legislativi (approva regolamenti, direttive e altri atti) insieme al Consiglio Ue; ha voce sulle decisioni di bilancio; condiziona i trattati internazionali. Però, a differenza dei parlamenti nazionali, non ha l’iniziativa legislativa, che spetta alla Commissione europea. Il meccanismo decisionale in gergo si chiama «trilogo» ed è molto articolato: la Commissione presenta una proposta, il Parlamento emenda il testo e avvia un negoziato interistituzionale con il Consiglio, che a sua volta ha già esaminato la proposta. La Commissione svolge un ruolo di mediatore. I partecipanti ai triloghi operano sulla base di mandati negoziali ricevuti dalle rispettive istituzioni. L’eventuale accordo è informale, il testo deve poi essere approvato formalmente da Parlamento e Consiglio.
I gruppi
I partiti nazionali in Europa si riuniscono in gruppi organizzati su base transnazionale. Per crearne uno servono 23 deputati eletti in almeno 7 Paesi. Le riunioni costitutive si terranno il 18 giugno per Partito popolare europeo (Ppe, Forza Italia), il 19 per i Verdi, il 25 per i socialdemocratici (S&D, Pd) e Sinistra, il 26 per i liberali di Renew Europe (Azione e Italia Viva) e per i i conservatori e riformisti europei (Ecr, Fratelli d’Italia), il 3 luglio per Identità e democrazia (Id, Lega). È importante far parte di un gruppo se si vuole pesare in Parlamento. Lo sa bene il M5S che negli ultimi anni è rimasto tra i non iscritti. I gruppi si dividono la presidenza e vicepresidenza del Parlamento e delle commissioni, i ruoli di coordinatore e di relatore, si spartiscono i fondi, hanno il potere di presentare emendamenti e risoluzioni in plenaria, partecipano ai negoziati. La maggioranza nella legislatura uscente era formata da Ppe, S&D e Renew. Nei confronti dell’estrema destra di Id c’è un «cordone sanitario» che ha tenuto ai margini i suoi deputati. Il tasso di successo degli emendamenti presentati in plenaria dall’Id è stato inferiore all’1%, l’Ecr ha fatto passare le proprie opinioni in oltre il 17% dei casi (dati Eu Matrix).