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La procura di New York: «Il piano per uccidere negli Usa un leader sikh guidato da un funzionario del governo indiano»
Nuovi sviluppi sulla vicenda del complotto per uccidere un separatista sikh in territorio americano. Un funzionario del governo indiano esperto di sicurezza e intelligence � stato accusato da procuratori federali di New York di aver diretto il piano. A darne notizia � stato ieri il Dipartimento di Giustizia americano, che per� non ha fatto il nome n� del funzionario sotto accusa, n� dell’obiettivo del complotto poi fallito. A essere citato � stato soltanto un collaboratore: Nikhil Gupta, 52 anni, arruolato appunto per assassinare un importante sostenitore della creazione di uno stato sikh indipendente nel nord dell’India.
Il suo nome era gi� emerso la scorsa settimana quando un alto funzionario dell’amministrazione Biden aveva rivelato che avevano sventato un complotto per uccidere un guru separatista sikh negli Stati Uniti. In quell’occasione era emerso anche il nome del target: Gurpatwant Singh Pannun, origini indiane e doppia cittadinanza americana e canadese.
Ora arrivano nuovi dettagli: i procuratori sostengono che il funzionario indiano avrebbe ingaggiato Gupta in un piano da 100 mila dollari: 15 mila gli sarebbero stati versati gi� il 9 giugno scorso come anticipo per il �lavoro�. Gupta avrebbe a sua volta ingaggiato qualcuno che pensava fosse un sicario. Si trattava in realt� di un agente sotto copertura della Drug Enforcement Administration. �L’imputato ha cospirato dall’India per assassinare, proprio qui a New York, un cittadino statunitense di origine indiana che ha pubblicamente sostenuto la creazione di uno Stato sovrano per i Sikh�, ha dichiarato Damian Williams, il principale procuratore federale di Manhattan, riporta Reuters. Finora l’ambasciata indiana a Washington non ha commentato la vicenda.
Piano sventato dunque, a differenza di quanto accaduto in Canada il 18 giugno scorso quando Hardeep Singh Nijjar � stato freddato a colpi di pistola nel parcheggio di un tempio sikh a Surrey, Columbia Britannica.
All’indomani dell’uccisione di Nijjar, lo stesso Gupta aveva scritto all’agente della Dea sotto copertura dicendo che anche Nijjar �era un bersaglio� e che �abbiamo tanti bersagli�.
Gupta, arrestato a giugno dalle autorit� della Repubblica Ceca e in attesa di estradizione, si sarebbe inoltre raccomandato con il �sicario� di non colpire durante la visita di stato del premier indiano Narendra Modi a Washington, dal 21 al 23 giugno scorsi: � entrato in azione tre giorni prima dell’incontro alla Casa Bianca. E Biden ha affrontato apertamente la questione con Modi al G20 di Delhi lo scorso settembre, ma senza arrivare finora alla crisi diplomatica con l’India come ha fatto il Canada, con il primo ministro canadese Justin Trudeau che ha accusato pubblicamente il governo indiano di essere coinvolto nell’omicidio. Del resto l'India resta per W ashington un partner strategico nella regione in funzione anti Cina.
Finora l’ambasciata indiana a Washington non ha commentato la vicenda .
L’India si � lamentata spesso della presenza di gruppi separatisti sikh al di fuori del Paese, anche in Canada e negli Stati Uniti. Questi gruppi hanno mantenuto vivo il movimento per il Khalistan, ovvero la richiesta di uno Stato Sikh indipendente dall’India. Anche se il movimento � diminuito nel corso degli anni, ha ancora un certo sostegno in Punjab ma anche tra la grande diaspora sikh in paesi come il Canada e la Gran Bretagna.
Il suo nome era gi� emerso la scorsa settimana quando un alto funzionario dell’amministrazione Biden aveva rivelato che avevano sventato un complotto per uccidere un guru separatista sikh negli Stati Uniti. In quell’occasione era emerso anche il nome del target: Gurpatwant Singh Pannun, origini indiane e doppia cittadinanza americana e canadese.
Ora arrivano nuovi dettagli: i procuratori sostengono che il funzionario indiano avrebbe ingaggiato Gupta in un piano da 100 mila dollari: 15 mila gli sarebbero stati versati gi� il 9 giugno scorso come anticipo per il �lavoro�. Gupta avrebbe a sua volta ingaggiato qualcuno che pensava fosse un sicario. Si trattava in realt� di un agente sotto copertura della Drug Enforcement Administration. �L’imputato ha cospirato dall’India per assassinare, proprio qui a New York, un cittadino statunitense di origine indiana che ha pubblicamente sostenuto la creazione di uno Stato sovrano per i Sikh�, ha dichiarato Damian Williams, il principale procuratore federale di Manhattan, riporta Reuters. Finora l’ambasciata indiana a Washington non ha commentato la vicenda.
Piano sventato dunque, a differenza di quanto accaduto in Canada il 18 giugno scorso quando Hardeep Singh Nijjar � stato freddato a colpi di pistola nel parcheggio di un tempio sikh a Surrey, Columbia Britannica.
All’indomani dell’uccisione di Nijjar, lo stesso Gupta aveva scritto all’agente della Dea sotto copertura dicendo che anche Nijjar �era un bersaglio� e che �abbiamo tanti bersagli�.
Gupta, arrestato a giugno dalle autorit� della Repubblica Ceca e in attesa di estradizione, si sarebbe inoltre raccomandato con il �sicario� di non colpire durante la visita di stato del premier indiano Narendra Modi a Washington, dal 21 al 23 giugno scorsi: � entrato in azione tre giorni prima dell’incontro alla Casa Bianca. E Biden ha affrontato apertamente la questione con Modi al G20 di Delhi lo scorso settembre, ma senza arrivare finora alla crisi diplomatica con l’India come ha fatto il Canada, con il primo ministro canadese Justin Trudeau che ha accusato pubblicamente il governo indiano di essere coinvolto nell’omicidio. Del resto l'India resta per W ashington un partner strategico nella regione in funzione anti Cina.
Finora l’ambasciata indiana a Washington non ha commentato la vicenda .
L’India si � lamentata spesso della presenza di gruppi separatisti sikh al di fuori del Paese, anche in Canada e negli Stati Uniti. Questi gruppi hanno mantenuto vivo il movimento per il Khalistan, ovvero la richiesta di uno Stato Sikh indipendente dall’India. Anche se il movimento � diminuito nel corso degli anni, ha ancora un certo sostegno in Punjab ma anche tra la grande diaspora sikh in paesi come il Canada e la Gran Bretagna.