Qatargate, Panzeri accusa il capo della polizia giudiziaria di Bruxelles: «È ostile, sia estromesso dall'inchiesta»

diGiuseppe Guastella

La lettera al giudice istruttore Aurelie Dejaiffe degli avvocati Marc Uyttendaele e Laurent Kenens. L’ispettore capo Alvarez Rodriguez ha firmato molti degli atti del Qatargate, suoi anche gli arresti

Qatargate, Panzeri accusa il capo della polizia giudiziaria di Bruxelles: «È ostile, sia estromesso dall'inchiesta»

Dall'alto a sinistra in senso orario, Antonio Panzeri, Francesco Giorgi, Ceferino Alvarez Rodriguez ed Eva Kaili

Quel poliziotto ha dimostrato un «atteggiamento gravemente sleale» e una «grande ostilità e inimicizia» nei confronti di Antonio Panzeri: i legali dell’ex sindacalista della Cgil ed ex deputato europeo, principale indagato del Qatargate, chiedono per questo che il capo della polizia giudiziaria di Bruxelles, Ceferino Alvarez Rodriguez, venga estromesso dal Qatargate di cui è uno dei protagonisti principali. Ferma ancora ed inesorabilmente al punto di partenza, dopo abbandoni clamorosi e ritardi, che continuano a destare interrogativi e molte perplessità, e dopo perfino l’arresto di tre investigatori addirittura per ubriachezza, l’inchiesta naviga nell’incertezza e senza che dopo 14 mesi siano ancora emerse le prove delle presunte corruzioni per conto di Marocco e Qatar che portarono agli arresti che sconvolsero il Parlamento europeo.

Con una dura lettera al giudice istruttore Aurelie Dejaiffe, che ha sostituito il collega Michel Claise costretto ad astenersi per conflitto di interessi e prossimo candidato alle elezioni federali di giugno, gli avvocati Marc Uyttendaele e Laurent Kenens hanno chiesto l’allontanamento dell’ispettore capo Alvarez Rodriguez, colui che ha firmato molti degli atti ed ha fatto gli arresti del Qatargate, dopo che è venuta alla luce la registrazione di un colloquio con Francesco Giorgi in cui l’investigatore metteva pesantemente in dubbio l’attendibilità di Panzeri, l’uomo sul quale si fondano le principali accuse dell’inchiesta. «Non crediamo a niente di quello che dice. Sappiamo benissimo che ci sta prendendo in giro», aveva detto a fine aprile 2023 mentre in quello stesso momento erano ai domiciliari Eva Kaili, moglie di Giorgi ed ex vice presidente dell’assemblea, e gli europarlamentari Andrea Cozzolino e Marc Tarabella pesantemente coinvolti proprio da Panzeri. Se quello che diceva il poliziotto a Giorgi fosse vero, l’ex sindacalista rischia di perdere lo status di pentito e con esso la generosa pena ad appena un anno di domiciliari che ha già finito di scontare. «Non devi avere fiducia nella giustizia» che in Belgio «è controllata con i fili dai politici», aveva detto ancora Alvarez Rodriguez che, contattato dal Corriere della Sera, ha chiuso la comunicazione senza nemmeno voler sentire una domanda.

Il poliziotto era stato protagonista di un altro «incidente» quando, con un comportamento «gravemente sleale», come lo definiscono i legali di Panzeri, non aveva permesso a Kennes di parlare immediatamente dopo l’arresto del 9 dicembre. Panzeri decise di pentirsi senza poter contare sui consigli di un avvocato difensore, come consente la legge belga, dopo che la polizia gli aveva rivelato che in Italia erano state arrestate anche sua moglie e sua figlia. Per i legali, Ceferino Avarez Rodriguez, investigatore con 26 anni di servizio, «rivela una odiosa volontà di danneggiare il nostro cliente» il quale «soffre particolarmente» per il «linciaggio sistematico» da «parte degli altri indagati e della stampa» ed «è difficile comprendere come egli ha potuto impunemente portare avanti azioni ispirate evidentemente da grande ostilità e inimicizia».

La registrazione non è l’unica fonte di imbarazzo per la polizia giudiziaria di Bruxelles. Il 18 gennaio scorso, tre investigatori, di cui i media belgi non hanno fornito le generalità, sono stati fermati dalla polizia locale a tarda ora «evidentemente ubriachi» in un bar del centro della capitale. Uno, «l’ispettore capo», anche lui curiosamente con 26 anni di anzianità e punto di «riferimento» del Qatargate, cita la stampa, prima di essere portato in cella con i due colleghi per smaltire la sbornia si sarebbe ribellato agli agenti proferendo anche «un insulto razzista». Sorpreso con un tasso «estremamente elevato» di anfetamine nel sangue, uno dei tre, un ispettore, avrebbe giurato di non consumare droghe, denunciando di essere stato «avvelenato» prima di essere ricoverato in ospedale per un intervento all’intestino. 

Se l’ex giudice istruttore Claise ha tutto il diritto di fare la campagna elettorale per il partito di centro sinistra Défi, potendo contare anche sulla fama acquisita con il Qatargate e di incontrare liberamente i giornalisti, questo non è permesso a Kaili, Panzeri, Giorgi e Tarabella. Con una decisione che in molti paesi, Italia compresa, solleverebbe enormi dubbi di costituzionalità e dopo la trasmissione sulla rete televisiva europea «Arte» di un lungo servizio che evidenzia anche alcuni punti critici del Qatargate, il giudice Dejaiffe ha imposto ai quattro indagati, solo a loro e non a tutti gli altri, di non avere rapporti con la stampa nonostante siano liberi

Intanto i legali di Eva Kaili si stanno preparando a ricorrere alla Corte di giustizia europea dopo che la commissione Juri del Parlamento di Bruxelles ha giudicato «inammissibile» la richiesta della deputata greca che voleva che fosse difesa la sua immunità parlamentare come simbolo di quella di tutti gli eurodeputati. Dall’indagine, infatti, è emerso chiaramente che la polizia di Bruxelles è entrata segretamente in Parlamento per seguire un dibattito che riguardava il Qatar e che i servizi segreti belgi tenevano sotto controllo l’abitazione dell’allora vice presidente «molto prima», affermano gli avvocati di Kaili, dell'arresto della donna che è avvenuto il 9 dicembre 2022 su una molto dubbia flagranza di reato, connessa alla valigia di soldi trovata in possesso del padre della donna. La flagranza, infatti, consente l’arresto senza chiedere la rimozione dell’immunità. «Rimaniamo impegnati a garantire i diritti dei deputati europei e a rafforzare lo stato di diritto attraverso la piena collaborazione giuridica con i Paesi membri», ha scritto su X il presidente della commissione parlamentare, l'eurodeputato spagnolo dei Liberali, Adrian Vazquez Lazara, in un post rilanciato sorprendentemente dal procuratore federale del Belgio, Frédéric Van Leeuw che è il titolare dell’inchiesta.

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Milano e della Lombardia iscriviti gratis alla newsletter di Corriere Milano. Arriva ogni giorno nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui.

25 marzo 2024

- Leggi e commenta