Fondazione Crt, perché Palenzona ha lasciato (e cosa succede ora a Unicredit e Generali)
Fabrizio Palenzona si è dimesso dalla presidenza della Fondazione Crt. Il giorno dopo un cda infuocato - in cui è stato dimissionato con 4 voti contro 3 il segretario generale Andrea Varese - l’ex banchiere e numero uno di Prelios ha rassegnato le sue dimissioni: poco più di un anno è durata la sua presenza a capo dell’ente torinese e terza fondazione bancaria italiana, socia di Generali e Unicredit.
L’amarezza dell’ormai ex presidente
Palenzona, molto amareggiato riferisce chi lo ha sentito, ha scritto una lettera con cui motiva il gesto e augura che serva a rasserenare gli animi sotto la Mole, in particolare per favorire un profondo ripensamento della governance di Crt e anche il suo ruolo nelle fondazioni bancarie italiane. Si dice sempre onorato di aver servito per quasi 30 anni Crt anche se negli ultimi 25 senza ricoprire ruoli istituzionali. La lettera ha un tono molto fermo, si parla del pessimo spettacolo offerto dagli organi sociali, e di patti occulti tali da creare una fondazione nella fondazione e alterarne il funzionamento. Palenzona nella missiva ribadisce di aver accettato l’incarico alla presidenza per spirito di servizio e che tutte le operazioni e le strategie dell’ente sono passate dal board con l’unanimità. Ringrazia poi le persone a lui vicine e il segretario generale Varese, a cui lunedì sera è stata tolta la fiducia dai consiglieri Davide Canavesio, Caterina Bima, Antonello Monti e Anna Di Mascio. Del cda fanno parte anche Maurizio Irrera e Marco Giovannini.
Cosa succede ora
Ora, in base allo statuto, il Consiglio di indirizzo dovrà provvedere alla sostituzione di Palenzona entro trenta giorni dalla cessazione. A traghettare la fondazione in questo interregno sarà il vicepresidente vicario Maurizio Irrera: il 7 maggio verrà convocato un consiglio di indirizzo per la verifica dei requisiti di eventuali candidati che verranno votati di qui a un mese, quindi verso il 20 maggio.
Cosa è successo
Lunedì sera l’ex vicepresidente di Unicredit, si è si è collegato da remoto in cda e non ha assistito alle nomine delle partecipate: il cda ha conferito l’interim di segretario alla vicesegretaria Annapaola Venezia e poi ha varato con voto unanime le nomine delle partecipate. Non vi è ancora l’ufficialità, ma il consigliere Davide Canavesio sarà il presidente e amministratore delegato delle Officine Grandi Riparazioni (ora guidate dall’ex segretario Massimo Lapucci), l’altra consigliera Caterina Bima vicepresidente. Lo stesso Canavesio sarà vicepresidente di Equiter, mentre Antonello Monti presiederà Ream con vice sempre Bima e Canavesio. Le due società si occupano rispettivamente di gestione di investimenti e immobiliare. Per la consigliera Anna Di Mascio invece la presidenza della fondazione Ulaop, onlus che si occupa di tutela della genitorialità e della prima infanzia.
Gli scricchiolii tra il presidente e gli organi collegiali di governo dell’ente si avvertivano da tempo, ma solo nell’ultima settimana si sono allargati fino a diventare una frattura.
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