Guerra cyber tra Iran e Israele: hacker mettono fuori uso i distributori di benzina di Teheran

C’è una guerra parallela a quella di Gaza che si combatte tra Iran e Israele, due Paesi impegnati da anni in un conflitto ombra fatto di sabotaggi, omicidi mirati e hackeraggi. Lunedì il ministro del Petrolio iraniano Javad Owjion ha confermato che un attacco informatico ha bloccato circa il 70% dei distributori di benzina del Paese.

Il gruppo di hacker che l’ha rivendicato si fa chiamare Gonjeshke Darande, Passero predatore, e secondo l’Iran è direttamente legato a Israele. Il team opera in modo molto sofisticato, hanno anche avvertito i servizi di emergenza prima dell’azione. “Questo attacco è la risposta all’aggressione della Repubblica islamica e dei suoi proxies nella regione”, hanno scritto gli hacker nel post su X con cui hanno rivendicato il colpo rivolgendosi al leader iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei_ “Khamenei, giocare con il fuoco ha un prezzo”.

In passato Gonjeshke Darande aveva già preso di mira stazioni di servizio, reti ferroviarie e acciaierie iraniane. Un grave attacco informatico nel 2021 aveva interrotto la vendita di carburante, provocando lunghe code nelle stazioni di tutto il paese dove i prezzi alla pompa sono fortemente sovvenzionati. L’Iran aveva detto che Israele e gli Stati Uniti erano i probabili colpevoli.

I disagi di lunedì sono iniziati presto e sono stati particolarmente forti a Teheran, costringendo molte stazioni di servizio a operare manualmente.

Nello stesso momento in cui le autorità iraniane cercavano di ripristinare la fornitura di carburante, la Cyber Unit israeliana ha rilevato che l'Iran e Hezbollah sono responsabili di un tentativo di attacco informatico contro un ospedale nel Nord di Israele avvenuto circa tre settimane fa. L'attacco è stato sventato ma gli hacker sono riusciti a recuperare "alcune delle informazioni sensibili archiviate nei sistemi informativi dell'ospedale".

L’obiettivo era il centro medico di Safed (Galilea), una operazione in solidarietà con Hamas, secondo gli israeliani. Una indagine congiunta dell'esercito, dello Shin Bet (sicurezza interna) e dell'apparato statale di protezione cyber ha portato alla conclusione, secondo un comunicato ufficiale, che quell'attacco è stato lanciato da un gruppo di hacker denominato 'Agrius' (collegato all'intelligence dell'Iran) e dai 'Lebanese Cedars' degli Hezbollah.

Le attività dell'ospedale non hanno subito ripercussioni. In passato altri attacchi informatici simili erano stati lanciati contro l'ospedale Hillel Yafe di Hadera (a nord di Tel Aviv) e Maayaney ha-Yeshuà di Bnei Brak, presso Tel Aviv.