Raphael Glucksmann: «Non è Orbán il vero problema sul poco sostegno all’Ucraina: troppi governi già pensano di tornare ai patti con Putin»

di Stefano Montefiori

L’europarlamentare progressista, promessa delle prossime europee: �Il Cremlino ha puntato sul fatto che le societ� occidentali fossero incapaci di fornire aiuti di medio-lungo termine a Kiev. E ora sta vincendo�

Raphael Glucksmann: «Non è Orbán il vero problema sul poco sostegno all’Ucraina: troppi governi già pensano di tornare ai patti con Putin»

Uscendo dalla stanza a Bruxelles Viktor Orb�n ha permesso l’inizio dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina alla Ue, ma poi ha bloccato aiuti a Kiev per 50 miliardi. L’Europa � appesa al ricatto del premier ungherese?
�S�, ma purtroppo la mossa di Orb�n � solo l’ultimo atto di una situazione drammatica della quale sono responsabili i leader dei grandi Paesi europei, Francia in testa. Siamo sul bordo del precipizio�.

Rapha�l Glucksmann, 44 anni, deputato di sinistra a Strasburgo e capolista di una lista Place Publique/Ps che secondo i sondaggi potrebbe essere la sorpresa delle prossime elezioni europee, punta il dito su chi lo ha deluso: non riponeva speranze sull’�apprendista autocrate ungherese�, ma sui governi dei grandi Paesi dell’Unione s�.

Che cosa sta succedendo in Europa? Perch�, secondo lei, �dobbiamo cogliere la gravit� del momento�?
�All’inizio della guerra Putin aveva fatto due scommesse: la prima era che lo Stato ucraino sarebbe crollato, e quella scommessa l’ha perduta; poi ha puntato sul fatto che le societ� occidentali e le democrazie europee fossero incapaci di fornire uno sforzo di medio-lungo termine per aiutare Kiev. E al di l� dei proclami, tutti i dati sulle consegne di armi all’Ucraina mostrano che Putin sta vincendo questa seconda scommessa�.

A Bruxelles il presidente francese Macron si � difeso dicendo che la Francia sta facendo il massimo per armare l’Ucraina ma deve anche salvaguardare il proprio arsenale per la difesa nazionale. � convincente?
�Nell’estate 2022 Macron ha detto che bisognava passare a una “economia di guerra”. Da allora, non c’� un contratto a lungo termine che sia stato concluso con l’industria della difesa. I soli progressi concreti sono venuti da Commissione e Europarlamento, cio� quelle istituzioni europee che di solito accusiamo di burocrazia e scarsa efficacia�.

Se i singoli Paesi tentennano, qual � invece il merito di Bruxelles?
�Per esempio la direttiva Asap approvata a tempo di record per le munizioni da inviare in Ucraina. Solo che il commissario Thierry Breton, appena la settimana scorsa a Strasburgo, ci ha detto che arriveremo a produrre un milione di munizioni, s�, ma solo 300 mila andranno all’Ucraina�.

Come mai?
�Perch� stiamo continuando a vendere armi agli Emirati arabi uniti, all’Arabia saudita, all’Africa del Sud prima che all’Ucraina. Il problema non sono le capacit� produttive, industriali, ma l’atteggiamento business as usual. Non abbiamo ancora capito l’importanza del momento che stiamo attraversando�.

L’Europa si sta stancando?
�S�, e i suoi leader non riescono a capire che dobbiamo aiutare gli ucraini non solo perch� � giusto, perch� resistono eroicamente a un’aggressione, perch� sono una democrazia attaccata da un regime illiberale. Dobbiamo aiutare l’Ucraina perch� � nel nostro interesse, perch� tutta l’architettura della sicurezza in Europa crollerebbe assieme all’Ucraina. Basta ascoltare quello che dicono apertamente gli stessi russi. Se il vicepresidente della Duma, Piotr Tolsto�, dice che “la guerra � la nostra ideologia nazionale”, significa che il punto della questione non � certo il Donbass, o la Crimea. L’obiettivo siamo noi, le democrazie�.

Negli Stati Uniti, ma anche in Europa, sembra diffondersi l’idea di un ritorno allo status quo precedente, magari cedendo appunto il Donbass a Putin. E il presidente ucraino Zelensky comincia a essere visto come un massimalista che intralcia i negoziati.
�Zelensky appena eletto puntava a un compromesso con i russi, � diventato un presidente di guerra solo perch� Putin ha deciso di invadere. Ma la tentazione di restare a met� del guado, di non abbandonare l’Ucraina ma neanche darle davvero i mezzi per vincere, si vede anche da un’altra cosa�.

Quale?
�I beni russi congelati in Europa ammontano a 200 miliardi. Il Parlamento europeo chiede che vengano trasferiti all’Ucraina, ma Parigi e Berlino sostengono che � impossibile dal punto di vista giuridico. La Commissione propone allora che vengano dati all’Ucraina almeno i nove miliardi di interessi, ma anche qui i governi si oppongono�.

Perch�?
�Forse perch� i singoli governi si illudono di poter tornare all’era del cancelliere Schr�der e dei patti col tiranno russo. Ecco perch� Orb�n pu� tenere in scacco tutto il continente: lui e Putin hanno colto perfettamente il clima che si respira in Europa. Manca una leadership politica e Macron, che avrebbe potuto prenderla ponendosi come il leader della resistenza europea a Putin, ha preferito rinunciare, tra ambiguit� e ambivalenze. Bisogna dare pi� poteri all’Europa e creare una difesa comune, perch� tutto il continente non rimanga ostaggio di una nazione di 10 milioni di abitanti, e perch� si provi davvero a fermare Putin. Il Donbass non sar� mai abbastanza�.


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16 dicembre 2023 (modifica il 16 dicembre 2023 | 23:36)

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