COP28, cattura e stoccaggio della CO2 Soluzione possibile o falsa promessa?

di Sara Gandolfi

Nel testo finale della Conferenza sul clima potrebbe esserci l’impegno dell’uscita dai combustibili fossili �non abbattuti�. Proviamo a spiegare di cosa si tratta

COP28, cattura e stoccaggio della CO2 Soluzione possibile o falsa promessa?

Centrale a carbone cinese

Corsa contro il tempo alla COP28 per arrivare ad una Dichiarazione finale, anche se molti dubitano che si riuscir� entro marted� 12 dicembre, ultimo giorno ufficiale della Conferenza sul clima dell’Onu. Tema centrale dello scontro �, ancora una volta, l’uscita dai combustibili fossili — �phase out� or �phase down�, eliminazione o riduzione — e pi� in dettaglio l’uscita graduale dagli �unabated fossil fuels�, i combustibili fossili �non abbattuti�. Ma cosa significa esattamente?

Il termine �abbattimento� si riferisce alla cattura e stoccaggio della CO2 (Carbon Capture and Storage, CCS) nel corso del processo produttivo. Il Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC, il forum scientifico dell’Onu, definisce come �unabated� i �combustibili fossili prodotti e utilizzati senza interventi che permettono di ridurre sostanzialmente la quantit� di emissioni di gas serra lungo l’intero ciclo di vita come, ad esempio, del 90% o pi� della CO2 emessa da centrali termoelettriche o l’abbattimento del 50%-80% delle emissioni fuggitive di metano derivanti dall’approvvigionamento energetico�. Per abbattere la CO2 si utilizza una serie di tecnologie al momento ancora molto costose e relativamente poco efficaci, su cui sta lavorando alacremente la ricerca a lungo termine, soprattutto negli Stati Uniti. Non esiste per� ad oggi una definizione univoca e globalmente accettata che quantifichi quando una fonte fossile pu� essere classificata come �abated� (abbattuta). Allo stesso tempo, ci sono diverse forme di stoccaggio, in particolare quello geologico di lungo periodo o, in alternativa, l’impiego della CO2 in processi industriali ed energetici per generare prodotti chimici, materiali da costruzione o carburanti.

�Attualmente,a livello globale sono operativi circa 40 impianti commerciali di cattura della CO2, che catturano annualmente 45 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti allo 0,12% delle emissioni globali del 2022 legate all’energia�, spiega Chiara Di Mambro, responsabile politiche decarbonizzazione del centro studi per il clima ECCO. �Affidarsi alla CCS non pu� tradursi nel mantenere lo status quo e presuppone di risolvere importanti questioni: responsabilit� di gestione e monitoraggio dei siti nel tempo; volumi di stoccaggio, per quanto ampi, comunque finiti; prosecuzione della dipendenza estera da fonti fossili. Pur avendo un ruolo nel percorso verso le emissioni nette nulle al 2050, la CCS � una tecnologia sviluppata ad una scala molto limitata, e, in linea con la posizione europea o con la IEA (l’Agenzia internazionale dell’energia, ndr), dovrebbe essere dedicata alle sole emissioni non altrimenti evitabili, dove non vi siano alternative disponibili, come nel caso di alcuni processi industriali hard to abate�. Come cementifici, aviazione, ecc.

I costi d’investimento variano in base alla tecnologia adottata tra 124 e 317 €/tonnellata di CO2, secondo dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. I costi operativi salgono fino a 120 €/tonnellata di CO2. A questi si dovrebbero aggiungere quelli relativi ai rischi e ai costi di gestione che ricadono sulle future generazioni per la manutenzione e il monitoraggio dei siti. L’IPCC prevede un quantitativo di sole 3 miliardi di tonnellate di CO2 catturate al 2050 poich� non ancora adeguatamente testate su larga scala. �Gli obiettivi dell’Italia al 2050 prevedono un abbattimento tra le 20 le 40 milioni di tonnellate di CO2 abbattute (Mton/anno) grazie al ricorso alla CCS. Per il medio periodo, non ci sono ancora obiettivi specifici, che dovrebbero essere identificati con il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima a met� del 2024�, spiega il centro studi ECCO. �Il principale progetto in fase di sviluppo di cui si parla � quello di Eni e Snam a Ravenna che, per la fase industriale, ha un obiettivo di 4 Mton/anno a partire dal 2026, con possibile incremento post-2030 di 16-20 Mton/anno�.

Molto critici gli ambientalisti, secondo cui la frase �unabated fossil fuels� rischia di annacquare qualsiasi impegno per l’uscita dalle energie da fonti fossili. Un rapporto di Climate action against disinformation (CAAD), ad esempio, afferma che �la lobby del petrolio e del gas sta spendendo milioni di dollari sui social media per promuovere la CCS: solo Chevron ha speso 1.8 milioni di dollari su TikTok rinominando la CCS “renewable gasoline blend” (miscela di benzina rinnovabile)�.


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11 dicembre 2023 (modifica il 11 dicembre 2023 | 13:23)

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