Attentato di Strasburgo: 30 anni al principale imputato
Il principale imputato nel processo per l'attentato di Strasburgo è stato condannato questa sera a 30 anni di reclusione, per aver aiutato il jihadista che ha perpetrato l'attacco a procurarsi un'arma.
L'attentato aveva provocato cinque morti e undici feriti nel dicembre 2018, tra cui il giornalista italiano Antonio Megalizzi.
Audrey Mondjehi, 42 anni, è stato condannato per associazione con finalità di terrorismo, a causa della sua "vicinanza molto grande" con l'assalitore, Chèrif Chekatt, ucciso dalla polizia, e perché "era a conoscenza della sua radicalizzazione violenta", ha dichiarato la presidente della Corte d'Assise di Parigi.
Audrey Mondjehi è stato invece riconosciuto non colpevole del reato di "complicità" di assassinii e di tentati omicidi terroristici, perché, se "sapeva che il progetto criminale di Chèrif Chekatt era in fase di elaborazione", "ne ignorava le modalità precise", ha giudicato la Corte, appositamente composta da magistrati professionisti.
Christian H. e Frèdèric B., perseguiti per aver anche svolto un ruolo di intermediario, ma di minore importanza, sono stati riconosciuti colpevoli di associazione ma per reati di diritto comune.
Sono stati condannati rispettivamente a cinque anni di carcere, di cui sei mesi con sospensione della pena e quattro anni, di cui uno con sospensione della pena. A causa della custodia cautelare già svolta in carcere, non torneranno in prigione.
Un quarto imputato, Stèphane B., è stato assolto. La Corte ha ritenuto che non si potesse imputare a lui "alcuna partecipazione attiva" ai fatti.