Erdogan, l’equilibrista, tende la mano ad Hamas ma fa affari con Israele

di Monica Ricci Sargentini

Istanbul � il centro finanziario dell’organizzazione terroristica palestinese ma un’inchiesta rivela lo scambio commerciale con lo Stato ebraico. I rapporti con Putin, le critiche a Ue e Nato

Meloni incontra Erdogan, l’equilibrista che apre le porte ad  Hamas ma fa affari con Israele

Un colpo al cerchio e uno alla botte. Sarebbe troppo semplicistico spiegare cos� la politica equilibrista e incredibilmente contraddittoria del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, l’uomo che dal 2003 tiene in mano le redini di un Paese cruciale negli equilibri della politica mondiale. Membro della Nato ma vicino a Putin, con cui condivide l’inclinazione a dare prove testosteroniche di autocrazia, l’allergia a qualunque critica e alla presenza di un’opposizione interna, il Sultano, come lo chiamano i suoi detrattori, � un equilibrista per antonomasia.

L’esempio pi� recente � la guerra scoppiata in Medio Oriente dopo il terribile massacro compiuto da Hamas lo scorso 7 ottobre nello Stato ebraico. Se da una parte Erdogan tuona contro il premier israeliano che definisce senza mezzi termini �un nazista�, proprio ieri ha nuovamente paragonato Benjamin Netanyahu a Hitler, dall’altra il suo Paese continua imperterrito a fare affari con lo Stato ebraico, come ha rivelato il giornalista turco in esilio Metin Cihan che ha documento un flusso costante di navi turche verso Israele. Secondo dati resi pubblici dall’Assemblea degli esportatori di Turchia a novembre, nonostante i bombardamenti a Gaza, Ankara � rimasta il principale fornitore mondiale d’acciaio di Israele, per un valore di 43,9 milioni di dollari. Materiale bellico incluso. Anche in ottobre, a guerra in corso, la Turchia avrebbe venduto a Tel Aviv pistole, armi varie e numerosi pezzi di ricambio.

Le scoperte di Cihan suggeriscono anche un coinvolgimento del governo, con il cantiere navale Sefine, di propriet� di Kolin Holding, una delle cinque aziende considerate vicinissime al presidente turco, implicato nella manutenzione di una petroliera che alimenta gli aerei da combattimento israeliani. A questo si aggiunge il sospetto che la base aerea di İncirlik in Turchia, sede della 39a ala della base aerea dell’aeronautica americana, possa essere stata usata dagli Usa per consegnare aiuti militari a Israele. A novembre un aereo da trasporto militare americano C-130J Hercules � partito da Incirlik per Akrotiri, un’importante base aerea britannica a Cipro, che viene utilizzata come punto di sosta per lo spostamento di armi a Israele. Ma Stati Uniti e Gran Bretagna si sono rifiutati di rivelare il tipo di merce trasportata.

In Turchia, dove la popolazione � fortemente pro-palestinesi, queste notizie hanno provocato grande indignazione mentre nessuno critica il fatto che Istanbul � il centro delle operazioni finanziarie di Hamas che conta su un tesoro di circa due miliardi e mezzo di dollari l’anno. I leader dell’organizzazione, come Khaled Meshal, fanno tranquillamente la spola tra la megalopoli sul Bosforo e il Qatar, dove hanno il loro quartier generale. D’altra parte Erdogan non ha mai nascosto la sua ammirazione per quella lui definisce un’organizzazione �fatta di combattenti per la liberazione, non di terroristi�.

I rapporti con Ue e Nato

Ambivalente � anche il rapporto con la Nato di cui la Turchia fa parte dal 1952. �I membri della Nato non tengono conto delle preoccupazioni di Ankara in materia di sicurezza - ha detto il 21 dicembre il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan in un discorso al Parlamento - Quando guardiamo alle politiche attuate da alcuni paesi della Nato negli ultimi anni, il sostegno dato al Pkk/Ypg in Siria e le sanzioni imposte alla Turchia nel settore della difesa creano una contraddizione�.

Fidan ha anche detto che la Ue considera la Turchia un �rivale piuttosto che un partner� e per questo il Paese ha guardato altrove per �sviluppare maggiori capacit� e strategie alternative� sottolineando come questa non sia una scelta ma � una necessit� per la sopravvivenza dello Stato e della nazione turca�. �Credo che se l’Unione intraprender� azioni concrete per rivitalizzare il processo di adesione del nostro Paese, ci� creer� nuove opportunit� per entrambe le parti�, ha affermato. La Turchia ha presentato domanda di adesione all’Unione Europea nel 1987 e i colloqui di adesione sono iniziati nel 2005.

L’attacco ai curdi

Mentre il mondo � alle prese con la guerra in Ucraina, il conflitto mediorientale e la possibilit� che si estenda su altri fronti, la Turchia ne approfitta per lanciare attacchi ai curdi con missili e droni oltre i suoi confini, con dozzine di raid, sia nel Nord della Siria che in Iraq. Azioni che vengono intraprese anche pensando alle prossime elezioni amministrative del 31 marzo che potrebbero consentire al Sultano di riconquistare la sua amata Istanbul e la capitale. A scatenare l’azione militare � stata l’uccisione, il 12 gennaio, di 9 militari turchi nel nord dell’Iraq per mano del Pkk. IL giorno dopo Erdogan ha giurato di �cancellare l’esistenza di Terroristan�.

La visita di Meloni

Nonostante tutte queste contraddizioni la Turchia rimane centrale nella crisi tra Israele e Gaza, come dimostra la recente trattativa per il rilascio degli ostaggi, e in quella tra Kiev e Mosca (basti pensare all’accordo sul grano sbloccato proprio grazie ad Ankara). Ed � per questo che la visita Giorgia Meloni, la prima da presidente di turno del G7, si gioca sui dettagli e sulle sfumature. Finora i due leader si sono incontrati solo ai vertici internazionali e non � un mistero che quando la premier era all’opposizione ha sempre osteggiato l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Ma oggi che � la presidente del Consiglio Erdogan � un partner decisivo, oltre che su Medio Oriente e Ucraina, anche su energia, difesa e commercio. Per non parlare dell’immigrazione, l’accordo sui rifugiati con la Ue risale al 2016, e della Libia, un Paese in cui Ankara gioca un ruolo forte. Per tutti questi motivi l’incontro tra il presidente turco e la premier italiana, che avverr� oggi pomeriggio ad Istanbul senza i fasti riservati a Mario Draghi, dovr� per forza essere un successo.


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20 gennaio 2024 (modifica il 20 gennaio 2024 | 14:59)

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