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Taiwan, che cosa succede ora? Xi medita la risposta. Maggio ad alto rischio di azioni militari
Lai non mostra cedimenti, ma ha imparato la dote della cautela. Anche perch� conta sull’appoggio degli Stati Uniti, che armano l’isola e cercano di scoraggiare l’aggressivit� cinese per evitare di distruggere la relazione con la Cina, faticosamente resuscitata da Joe Biden nel vertice di novembre con Xi Jinping. Cos� il presidente che una volta si definiva �lavoratore per l’indipendenza�, ora parla di �sovranit� di fatto, senza bisogno di proclamare l’indipendenza�.
Il primo scenario possibile, quello auspicabile, � il mantenimento dello status quo che dal 1949 ha permesso a Taiwan di sottrarsi al controllo della nuova Repubblica popolare cinese proclamata da Mao Zedong al termine della guerra civile sul continente. Lo status quo in realt� � stato eroso negli ultimi due anni, quando la Cina ha condotto due grandi esercitazioni a fuoco intorno all’isola, simulando un’invasione o un blocco aeronavale: due operazioni che scatenerebbero comunque la guerra. Gi� ora, ogni giorno, decine di caccia-bombardieri, droni, navi cinesi transitano nello Stretto ricordando a Taiwan e al mondo che la resa dei conti presto o tardi arriver�: �� storicamente inevitabile�, ha detto Xi nel discorso di Capodanno ai cinesi e ai �compatrioti dell’isola�. L’unica offerta di Xi � il modello �Un Paese due Sistemi�, lo stesso che � stato tradito a Hong Kong nel 2020 con l’imposizione della Legge di sicurezza nazionale cinese. � ovvio che nessun politico taiwanese e nessun cittadino dell’isola � disposto ad accettarlo, perch� sarebbe la fine.
Da otto anni, con il governo del Dpp, Pechino ha tagliato il dialogo, intimidito militarmente Taipei, punito la �provincia ribelle� con provvedimenti commerciali che ne hanno danneggiato l’economia. Lai deve in qualche modo cercare di riaprire i canali di comunicazione con Pechino, come invocano i partiti di opposizione. Ma non potr� ridurre la spesa per la difesa, perch� la preparazione dell’isola � la sua unica possibilit� di scoraggiare l’invasione cinese. E poi conta sull’assicurazione di soccorso fornita dagli Stati Uniti (anche con la formula della �ambiguit� strategica� che non dice se l’America combatterebbe per Taiwan). Gli analisti non si aspettano una immediata reazione muscolare di Pechino, anzitutto perch� la stagione invernale (per quanto mite a Taiwan) non facilita grandi manovre navali nello Stretto. Xi ha comunque mesi di tempo per decidere la risposta: William Lai si insedier� il 20 maggio e allora terr� un discorso programmatico articolato. Bisogna dunque segnare sull’agenda i giorni di maggio, per vedere quale sar� il livello della frustrazione cinese per la vittoria dell’�indipendentista distruttore della pace� che nei prossimi quattro anni guider� l’isola nella tempesta. E poi, c’� un’altra variabile: gli Stati Uniti stanno entrando in campagna elettorale, Joe Biden deve gi� gestire la guerra in Ucraina, quella in Medio Oriente e non permettersi un terzo fronte. Ha bisogno di concentrarsi sulle aspettative di politica interna degli americani, se vuole restare alla Casa Bianca. Xi dunque, ha tutto il tempo per meditare la sua prossima mossa.
Il primo scenario possibile, quello auspicabile, � il mantenimento dello status quo che dal 1949 ha permesso a Taiwan di sottrarsi al controllo della nuova Repubblica popolare cinese proclamata da Mao Zedong al termine della guerra civile sul continente. Lo status quo in realt� � stato eroso negli ultimi due anni, quando la Cina ha condotto due grandi esercitazioni a fuoco intorno all’isola, simulando un’invasione o un blocco aeronavale: due operazioni che scatenerebbero comunque la guerra. Gi� ora, ogni giorno, decine di caccia-bombardieri, droni, navi cinesi transitano nello Stretto ricordando a Taiwan e al mondo che la resa dei conti presto o tardi arriver�: �� storicamente inevitabile�, ha detto Xi nel discorso di Capodanno ai cinesi e ai �compatrioti dell’isola�. L’unica offerta di Xi � il modello �Un Paese due Sistemi�, lo stesso che � stato tradito a Hong Kong nel 2020 con l’imposizione della Legge di sicurezza nazionale cinese. � ovvio che nessun politico taiwanese e nessun cittadino dell’isola � disposto ad accettarlo, perch� sarebbe la fine.
Da otto anni, con il governo del Dpp, Pechino ha tagliato il dialogo, intimidito militarmente Taipei, punito la �provincia ribelle� con provvedimenti commerciali che ne hanno danneggiato l’economia. Lai deve in qualche modo cercare di riaprire i canali di comunicazione con Pechino, come invocano i partiti di opposizione. Ma non potr� ridurre la spesa per la difesa, perch� la preparazione dell’isola � la sua unica possibilit� di scoraggiare l’invasione cinese. E poi conta sull’assicurazione di soccorso fornita dagli Stati Uniti (anche con la formula della �ambiguit� strategica� che non dice se l’America combatterebbe per Taiwan). Gli analisti non si aspettano una immediata reazione muscolare di Pechino, anzitutto perch� la stagione invernale (per quanto mite a Taiwan) non facilita grandi manovre navali nello Stretto. Xi ha comunque mesi di tempo per decidere la risposta: William Lai si insedier� il 20 maggio e allora terr� un discorso programmatico articolato. Bisogna dunque segnare sull’agenda i giorni di maggio, per vedere quale sar� il livello della frustrazione cinese per la vittoria dell’�indipendentista distruttore della pace� che nei prossimi quattro anni guider� l’isola nella tempesta. E poi, c’� un’altra variabile: gli Stati Uniti stanno entrando in campagna elettorale, Joe Biden deve gi� gestire la guerra in Ucraina, quella in Medio Oriente e non permettersi un terzo fronte. Ha bisogno di concentrarsi sulle aspettative di politica interna degli americani, se vuole restare alla Casa Bianca. Xi dunque, ha tutto il tempo per meditare la sua prossima mossa.